Il governo italiano ha potuto concedersi qualche momento di soddisfazione ed euforia a seguito della dichiarazione di uno dei portavoce della Commissione europea, Markus Lammert, che oggi ha sostenuto che i centri in Albania, convertiti in Cpr, sono “in linea con la legge europea“. Una dichiarazione che farebbe ben sperare, soprattutto a seguito delle innumerevoli difficoltà incontrate per l’entrata in funzione di queste due strutture.
Inizialmente, i centri costruiti dal governo italiano a Shengjin e Gjiader avrebbero dovuto fungere da centri di accoglienza per i migranti recuperati in mare e ritenuti ideonei, cioè provenienti da Paesi sicuri, in salute e di sesso maschile. Per tre volte l’Italia ha provato ad inviare gruppi di migranti nei centri, per poi essere costretta a riportarli indietro a causa delle sentenze del Tribunale di Roma, che ha sempre ritenuto non possibile il trattenimento dei migranti, a causa di un’incongruenza tra la legislazione italiana e quella europea in materia di Paesi sicuri.
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Una diatriba che dovrà essere risolta dalla Corte europea, a cui il governo ha fatto ricorso. Nel frattempo, quindi, l’esecutivo Meloni ha deciso di trasformare le due strutture in Centri per il rimpatrio, dove spedire i migranti già presenti sul territorio italiano. “Continueremo a monitorare l’implementazione del protocollo e rimarremo in contatto con le autorità italiane“, ha poi dichiarato il portavoce della Commissione Ue, sottolineando poi che l’Unione è sempre pronta ad esplorare soluzioni innovative, con l’unica clausola che siano conformi agli obblighi del diritto Ue e internazionale e dei diritti fondamentali.
Questa mattina, in un’intervista a Il Messaggero, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha però voluto specificare che la conversione delle due strutture è solamente momentanea, in quanto l’obiettivo del governo resta quello di proseguire con il piano iniziale riguardante il Protocollo Italia Albania.
Decreto Albania, la reazione del centrodestra
La posizione dell’Ue ha ovviamente soddisfatto il centrodestra, che ha voluto commentare le parole del portavoce europeo sottolineando gli immensi passi in avanti compiuti dall’esecutivo in questo ambito. “Cosa diranno ora la Schlein, Renzi o la presidente di Magistratura Democratica, Silvia Albano, che fino a pochi giorni fa tuonava che i trasferimenti dei migranti già destinatari di un ordine di rimpatrio in Albania andava contro il diritto europeo?”, ha chiesto la deputata Sara Kelany, responsabile immigrazione di FdI, riferendosi alle opposizioni.
Meno duro Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, che ha sostenuto che la conferma giunta dalla Commissione europea “smentisce nei fatti la sinistra“, chiarendo che le misure innovative di contrasto all’immigrazione possono essere compatibili con il quadro normativo europeo e internazionale. Sulla questione si è poi espresso anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che ha definito il riconoscimento europeo un ulteriore “passo in avanti per rafforzare il controllo dei flussi migratori“, per poi affondare contro le opposizioni: “Ora cosa si inventeranno a sinistra?“.
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