Albania, i centri per migranti cambiano destinazione d’uso? Il piano del governo per permettere gli sbarchi

Un nuovo decreto legge, dopo quello di novembre, per permettere ai centri di Schengjin e Gjiader di entrare finalmente in funzione. L'esecutivo Meloni sarebbe al lavoro per capire come aggirare l'ostacolo del divieto dei trattenimenti e porre fine ai continui rinvii

5 Min di lettura

La sfida dei centri in Albania ancora non è chiusa. Le tre sentenze dei giudici italiani, due della sezione immigrazione del Tribunale di Roma e una della Corte d’appello, che hanno negato o sospeso il trattenimento degli immigrati giunti a Schengjin e Gjiader, non hanno spento gli animi del governo. Il patto Italia-Albania deve funzionare e l’esecutivo è ora disposto ad agire in anticipo rispetto alla sentenza della Corte di giustizia europea, che dovrebbe arrivare a marzo, sfruttando un nuovo decreto legge che possa cambiare le carte in regola.

In fin dei conti, il premier Meloni ha promesso la buona riuscita del piano più e più volte. L’ultima proprio dal palco della manifestazione di Atreju, al Circo Massimo di Roma, dove lo scorso dicembre ha dichiarato convinta: “I centri in Albania funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano“. Dopo l’ennesimo stop, giunto a gennaio a seguito del terzo tentativo di trasferimento, l’esecutivo sta ora cercando una soluzione alternativa, che possa aggirare l’ostacolo giudiziario.

Valuteremo se intervenire prima della sentenza“, ha infatti dichiarato il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti. Il riferimento potrebbe essere all’ipotesi di escludere la competenza dei magistrati italiani sulla gestione dei profughi da rimpatriare, anche attraverso la sospensione della giurisdizione italiana sulle strutture, che passerebbe quindi direttamente all’Albania.

Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei
Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei

Si riflette, poi, sulla possibilità di utilizzare i centri per il trasferimento di migranti che si trovano già sul territorio italiano, trasformandoli quindi in centri per il rimpatrio e centri d’accoglienza e non più hotspot. Non sembra invece in discussione la possibilità presentata da Matteo Renzi, che vorrebbe i centri di Schengjin e Gjiader come carceri per la detenzione dei cittadini albanesi presenti nelle strutture carcerarie italiane.

Albania, il piano del governo

Sembrerebbe, quindi, che il governo Meloni stia lavorando ad un decreto bis dedicato specificamente ai centri albanesi. Il primo era giunto lo scorso novembre, dopo le due bocciature della sezione immigrazione del Tribunale di Roma, e aveva l’obiettivo di trasferire il compito di giudicare il trattenimento dei migranti alla Corte d’appello, ritenuta meno legata a queste vicissitudini e quindi tendenzialmente meno dura nei confronti del governo.

Il provvedimento si è però rivelato inutile, visto che anche la corte di appello ha deciso di sospendere il trattenimento della terza tranche di migranti in Albania, giunti lo scorso gennaio e poi riportati in Italia con la nave Cassiopea. Il governo, quindi, non vuole attendere la sentenza della Corte europea e già oggi è previsto un nuovo vertice, dove forse potrebbe essere già discusso il nuovo decreto legge.

Sul tavolo c’è anche la questione libica, visto che i dati del ministero dell’Interno hanno confermato che gli arrivi del 2025 sono maggiori di quelli dello stesso periodo del 2024, ovvero 4.144 rispetto ai 3.169. Si discute anche sulla Relazione approvata dal Copasir sulla “situazione geopolitica del continente africano“, che ha rivelato come in Libia sino presenti circa 700mila migranti irregolari, oltre agli altri 7-800mila presenti in Tunisia.

L’attacco delle opposizioni al nuovo decreto legge

La possibilità che il governo Meloni si concentri nuovamente sul patto Italia-Albania ha fatto insorgere le opposizioni, che sin dall’inizio hanno osteggiato il procedimento, definendolo inumano e soprattutto troppo dispendioso per le casse dello Stato. I tre fallimenti consecutivi, poi, avrebbero dato man forte al centrosinistra, sempre più convinto della correttezza delle loro opinioni.

Perseverare è diabolico“, ha infatti tuonato la democratica Simona Bonafè, chiarendo che questo nuovo passo in avanti dell’esecutivo non servirà ad altro se non ad accentuare “uno scontro tra poteri senza precedenti” e un nuovo spreco di risorse. “Smettano di sperperare i soldi degli italiani“, ha invece sostenuto Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs, aggiungendo che il governo si sarebbe “cacciato in un pasticcio“.

Il Segretario di +Europa, Riccardo Magi
Il Segretario di +Europa, Riccardo Magi

Tra le più dure, però, ci sono le parole di Riccardo Magi, segretario di + Europa, riconfermato proprio ieri, che ha chiesto ironicamente: “Non gli sono bastate le pronunce dei tribunali di ogni ordine e grado a dire che è una procedura illegittima?“. Il segretario ha poi voluto sottolineare come l’esecutivo sembri totalmente sconnesso da quanto accaduto nei mesi passati, tanto da ignorare le tre bocciature e continuare a procedere con un percorso che al momento non sembra essere vicino ad una svolta.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo