Aggredita troupe Tg3 in Libano, Tajani: “Diritto all’informazione è un cardine delle democrazie”

Al ministro degli esteri si è unita la solidarietà alla troupe della premier Meloni, che non ha fatto mancare la vicinanza dell'Italia alla famiglia dell'autista deceduto a causa di un infarto. Tante le voci della politica italiana, che al cordoglio per il decesso dell'autista hanno inteso richiamare la difesa del lavoro dei giornalisti

Redazione
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Una troupe del Tg3 è stata aggredita questa mattina alle 9 in Libano mentre documentava la situazione al confine con Israele. L’autista della troupe, Ahmad Akil Hamzeh, storico collaboratore della Rai in Libano, ha avuto un infarto e ha perso la vita in ospedale. L’aggressione, che non sarebbe da rubricare tra gli attacchi politici, si è concretizzata per uno scatto di rabbia da parte di uomini che avevano appena perso in un raid due familiari.

Il racconto dell’inviata del Tg3

Ad annunciarlo lo stesso Tg3 nell’edizione delle 12, attraverso il racconto dell’inviata Lucia Goracci: “Stavamo lavorando senza problemi, la gente ci parlava“. Poi, racconta, è spuntato un uomo e ha tentato di strappare la telecamera all’operatore Marco Nicois. Sono così corsi verso l’auto, ma sono arrivati altri uomini che li hanno presi a spintonate. Quando sono riusciti a scappare in auto, hanno iniziato a inseguirli.

Poi l’autista si è fermato a un distributore e l’uomo li ha di nuovo attaccati, strappando le chiavi della macchina ad Ahmad e tentando di rompere la telecamera. “Quando Ahmad ha cercato di tranquillizzarlo uscendo dall’auto si è accasciato a terra. Abbiamo subito chiamato i soccorsi, è arrivata l’ambulanza, l’abbiamo seguita. Purtroppo quando l’abbiamo raggiunta ci hanno detto che era morto dopo lunghi tentativi di rianimarlo”.

Goracci ha raccontato che non è stato un attacco Hezbollah, “è stato uno sfogo senza alcun risvolto politico, frutto della tensione diffusa tra la popolazione delle aree sotto attacco”. Come confermato dalla fixer Kinda Mahaluf è stato solo un gesto di rabbia da parte dei familiari di due donne uccise nei raid, che casualmente ha trovato sfogo nell’aggressione alla troupe Rai.

La solidarietà della politica

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato su X la vicenda esprimendo solidarietà alla troupe del Tg3 e vicinanza ai familiari dell’autista deceduto.

Sempre su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto: “Solidarietà alla troupe del Tg3 attaccata in Libano durante un reportage. Vicinanza alla famiglia dell’autista libanese morto durante l’aggressione. L’impegno dei giornalisti va sempre difeso, anche in luoghi di conflitto. Il diritto all’informazione è un cardine delle democrazie”.

Paolo Emilio Russo, deputato e responsabile per i rapporti con la stampa di Forza Italia, sempre sui social ha dichiarato: “Solidarietà ai giornalisti del Tg3 Lucia Goracci e Marco Nicois, aggrediti mentre facevano il loro lavoro. Cordoglio per la morte di Ahmad Akil Hamzeh, che li accompagnava a cercare notizie per il Libano”.

La segretaria del Pd Elly Schlein in una nota ha espresso vicinanza a Lucia Goracci e a Marco Nicois e “un pensiero commosso” ai familiari di Ahmad Akil Hamzeh. “La mia solidarietà e gratitudine vanno poi alle giornaliste, ai giornalisti e a tutti gli operatori impegnati sui fronti di guerra che rischiano la vita ogni giorno per informarci con professionalità e dedizione” ha concluso.

Mara Carfagna di Noi Moderati ha scritto sui social “solidarietà alla famiglia della
vittima e ai coraggiosi inviati del Tg3″
ringraziando tutti i giornalisti inviati per raccontare le guerre perché svolgono un lavoro prezioso per la democrazia.

A nome della commissione di vigilanza Rai la presidente Barbara Floridia ha espresso piena vicinanza alla troupe del Tg3 e cordoglio per la vittima. “Sosteniamo con forza la libertà dei giornalisti di raccontare la verità in contesti di guerra, anche quando questo comporta purtroppo un rischio per la propria vita o la propria incolumità”. L’informazione del Servizio Pubblico è caratterizzata da professionalità e dedizione e “il coraggio e l’impegno della stampa libera nel fare conoscere quanto accade nei luoghi in cui ci sono conflitti” ne è un esempio.

La senatrice Mariastella Gelmini ha espresso su X solidarietà alla troupe del Tg3 aggredita in Libano e ai due inviati del Tg1 per i quali la Russia ha emesso un mandato di arresto. “Grati per il lavoro straordinario che i professionisti del servizio pubblico radiotelevisivo svolgono ogni giorno in contesti difficili. La libertà di stampa è un diritto da difendere. Sempre e ovunque”.

Il presidente del M5s, Giuseppe Conte sui social ha scritto: “Ho appena visto il reportage di Lucia Goracci dal Libano. Esprimo la mia vicinanza ed il mio
pieno sostegno alla troupe del TG3. Questi professionisti compiono un lavoro fondamentale, rischiando la vita per testimoniare l’orrore e l’insensatezza di ogni conflitto”.
Anche i parlamentari M5s delle commissioni Esteri e Difesa di Camera
e Senato hanno espresso solidarietà alla troupe, definendo la vicenda come “un inaccettabile attacco alla libertà di informazione”.

Su X il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni ha espresso solidarietà alla troupe del Tg3 e vicinanza alla famiglia di Achmad, e ha ringraziato “chi ogni giorno rischia la sua vita per raccontarci i conflitti in ogni parte del mondo”.

Il presidente di Noi Moderati e componente della commissione Vigilanza Rai Maurizio Lupi ha dichiarato: “La libertà d’informazione, anche nelle zone di guerra, è’ un bene prezioso e dobbiamo essere orgogliosi di come la Rai svolge il proprio servizio per raccontare i conflitti in corso”. È un esempio anche per molte testate internazionali, che riconoscono la professionalità dei giornalisti italiani. “L’aggressione al Tg3 ed il mandato d’arresto per Battistini e Traini testimoniano il valore ed il coraggio dei nostri giornalisti e la qualità del nostro servizio pubblico. A loro la nostra solidarietà ed il nostro plauso”.

Il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana si è unito al coro: “Rivolgo la mia piena vicinanza e solidarietà all’inviata del Tg3 Lucia Goracci, all’operatore Marco Nicois e un pensiero di cordoglio per Ahmad Akil Hamzeh, morto a seguito dell’aggressione in Libano”. Ha ringraziato poi chi fa informazione in luoghi di crisi, realizzando anche in una condizione di pericolo un servizio “prezioso e fondamentale”.

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