Aborto, Calenda contro le parole del Papa: “Violente e sbagliate”

La responsabile sanità di Sinistra Italiana Donatella Albini, essendo lei stessa un medico, risponde alle accuse del Papa assicurando di non essere una sicaria per aver applicato la legge sull'aborto

Redazione
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Stanno facendo discutere le parole di Papa Francesco che si è scagliato contro l’aborto parlando ai giornalisti sul volo di ritorno dal Belgio. Esponenti politici e non, tra cui Carlo Calenda, criticano questo ragionamento, rifacendosi soprattutto alla legge 194, che permette la pratica in questione in Italia sin dal 1978.

Il Santo Padre ha definito l’aborto un omicidio e i medici che lo praticano dei sicari, “e su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita”. Ha sottolineato, però, di non riferirsi anche ai contraccettivi, che sono un’altra cosa. Le forti parole pronunciate da Bergoglio sono arrivate come un’ulteriore scossa di terremoto insieme alle precedenti dichiarazioni dello stesso sulla contrarietà alla tendenza odierna di preferire gatti e cani alla possibilità di avere figli.

Critiche alle parole del Papa sull’aborto

Le critiche arrivano, per esempio, dal leader di Azione Carlo Calenda che su X commenta le parole del Papa definendole “profondamente sbagliate” e violente, dato che in Italia l’aborto è un diritto, ma “garantito solo sulla carta, dato il numero di medici obiettori”.

Il post su X di Calenda

Sempre da Azione è intervenuta Caterina Avanza, che su X scrive che non è accettabile che in uno Stato laico si permetta di “offendere brutalmente i medici che applicano una legge della Repubblica voluta da referendum”. Critica inoltre le risposte nulle da parte di “quei partiti che si dicono difensori dei diritti delle donne”.

Su Facebook arriva la critica anche della responsabile sanità di Sinistra Italiana Donatella Albini, la quale, essendo lei stessa un medico specializzato in ostetricia e ginecologia, si è sentita chiamata in causa. Scrive che, essendo “una medica che pratica questa professione da decenni”, ha applicato la legge 194 “con attenzione e professionalità”, guardando le donne negli occhi, ascoltandole e avendo sempre rispetto e cura della loro autodeterminazione. Quindi, conclude con sicurezza, “non sono una sicaria”.

Anche il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli è intervenuto, dichiarando che “i medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto”. Spiega che la legge 194 prevede il rispetto della salute e della dignità della donna e della libertà sia della donna che del medico, infatti i medici possono scegliere se “avvalersi dell’obiezione di coscienza, libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione”. Questa è una Legge dello Stato, quindi tutti i cittadini devono rispettarla.

Di pari passo c’è anche il Codice deontologico dei medici, il quale contiene l’articolo 43 in cui si “vieta l’esecuzione di interventi fuori dall’ordinamento vigente, e soprattutto a scopo di lucro” e si “garantisce l’obiezione di coscienza“, che però “non esime il medico dagli obblighi e dai doveri inerenti alla relazione di cura nei confronti della donna”.

Comprende le parole del Papa, dato che esprimono la posizione della Chiesa universale e i valori radicati nelle coscienze. I medici italiani possono decidere se svolgere questa pratica o no, “ma con la dovuta sensibilità e la vicinanza alla persona, nel pieno rispetto della dignità umana”. “Il rispetto di ogni persona è la parte più nobile della nostra Professione“, che per Anelli in qualche modo si avvicina “all’invito alla misericordia più volte richiamato dal Santo Padre, oltre che ai valori espressi dalla nostra Costituzione”.

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