Il Movimento 5 Stelle è pronto per la sua rivoluzione. A 15 anni dalla sua fondazione, il partito ormai guidato da Giuseppe Conte si appresta ad un cambio epocale, nella speranza di porre fine ai risultati poco soddisfacenti ottenuti alle ultime elezioni e di tornare ai fasti di un tempo. Nova è il nome che è stato scelto per la discussissima assemblea costituente del Movimento, che si terrà il 24 e il 25 novembre a Roma, e che si propone come un reale esercizio di partecipazione politica, in cui gli iscritti al partito e gli elettori svolgono il ruolo principale.
L’obiettivo è quello di rifondare una realtà politica che non sembra più rispettare i tempi in cui vive e che fatica a guadagnare la fiducia del suo elettorato, che negli ultimi anni sembrerebbe preferire l’astensionismo o altri partiti. Giuseppe Conte è più che convinto di questo progetto, secondo le sue parole sarebbe addirittura entusiasta, e pronto anche a mettere in discussione la sua figura. Dopo mesi di incertezze, oggi le proposte che l’assemblea dovrà valutare e votare sono più chiare e sono state inviate ufficialmente alla società “Avventura urbana“, che gestirà il voto.
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Si tratta di dodici documenti specifici che affrontano le tematiche su cui il partito potrebbe rifondarsi. Tra le più interessanti, vi sarebbe la possibilità che la figura di Beppe Grillo, Garante del Movimento, sia eliminata oppure ridotta nei suoi poteri. Un colpo durissimo per il cofondatore del partito, che ormai da mesi ha dato inizio ad una guerra intestina nel partito, tentando di porre fine a questo processo, da lui ritenuto non adatto alla realtà dei 5 Stelle. L’assemblea, inoltre, deciderà sul nome del partito, sul delicato tema del terzo mandato e sulla possibilità di rendere inconciliabile la figura del leader del partito con quella di altre cariche, compresa quella di Presidente del Consiglio.
M5S, in bilico i ruoli di Grillo e Conte
L’assemblea Costituente potrebbe concludersi il 25 novembre con la formazione di un Movimento 5 Stelle totalmente nuovo e, forse, con la cacciata definitiva di Beppe Grillo. I 300 iscritti, che dovranno votare le 12 proposte per il Movimento, saranno chiamati a decidere del futuro dei due leader del partito, gli stessi che ormai non riescono più a trovare una quadra per il partito di cui si trovano a capo. Il quesito che riguarda Beppe Grillo, prevede che i grillini decidano in che modo diminuire i poteri che derivano dal suo ruolo.
La proposta numero 4 è infatti quella di “eliminare la figura del Garante, con diverse varianti“, ovvero non riassegnando le sue funzioni a nessun altro soggetto, riassegnandole ad un Comitato di Garanzia oppure ad un organo collegiale democraticamente eletto e con un mandato a tempo determinato. Sembrerebbe quindi che il futuro di Grillo nel Movimento da lui stesso fondato sia ormai del tutto chiuso. Per evitare che l’interferenza del Garante rovini la votazione, inoltre, è stato previsto, nel quesito 8, di “semplificare le procedure di modifica dello Statuto, eliminando la possibilità, per il Garante, di richiedere la ripetizione, per la terza volta, di una votazione“.
Per quanto riguarda Giuseppe Conte, si riflette sulla possibilità di rendere il ruolo di leader del partito incompatibile con altre cariche. Tra queste sarebbero comprese anche quella di Presidente del Consiglio o di ministro. Un duro colpo, che però tenterebbe di riavvicinare il Movimento alle radici da cui è stato fondato. I quesiti, poi, si concentrano sulla modifica del nome “in quanto non più rappresentativo delle caratteristiche attuali del Movimento” e del simbolo affinché “rifletta le battaglie politiche attuali e sia adatto a campagne di comunicazioni differenti“.
M5S, i dubbi sul terzo mandato e sulle alleanze
Altre due proposte piuttosto interessanti riguardano la lotta per il Terzo mandato, su cui forse solo i 300 iscritti potranno finalmente prendere una decisione, e le possibili alleanze su cui il Movimento dovrebbe concentrarsi. Per quanto riguarda il primo tema, i 300 dovranno decidere tra sei opzioni differenti: a) abbassamento a uno del numero massimo di mandati, b) nessun limite per le cariche di presidente di Regione e Sindaco (salvo quelli previsti dalla legge), c) aumento a tre del numero massimo di mandati complessivi nei livelli regionali, nazionale o europeo, d) due mandati per ciascun livello amministrativo, f) calcolo dei mandati svoli solo per i mandati portati a termine, h) eliminazione del limite per il livello comunale“.
Sulla questione delle alleanze, invece, la decisione diventa ben più cruciale, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali e del piano “testardamente unitario di Elly Schlein“. Nella proposta da sottoporre ai votanti, infatti, si presenta anche la possibilità di decidere per il Movimento un vero e proprio “divieto alle alleanze, per preservare l’integrità del Movimento“.
Più moderate invece le proposte che vedrebbero per il Movimento più adatta la decisione di “mantenere la distanza storica tra destra e sinistra“, oppure quella di rimanere vicini all’area progressista in quanto “vi sarebbe una affinità politica e valoriale“. Infine si valuta anche la possibilità di un cambio improvviso, affinché le alleanze siano “interpretate come funzionali al conseguimento di un risultato elettorale positivo, privilegiando una valutazione pragmatica“.
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