Tutti pazzi di Loredana Bertè

Con 'PAZZA' Loredana manda uno straordinario messaggio a quei normali abituati a criticare e a non capire, a chi non considera la sofferenza ma brama l'apparenza

Martina Onorati
5 Min di lettura

Come è possibile che la canzone di Loredana Berte stia conquistando tutti? Una risposta che valga per ognuno non c’è, ma inutile negare che nel suo brano “Pazza” esista un messaggio universale indirizzato a tutti. Un racconto autobiografico di una donna che ne ha passate tante. Dalle violenze in famiglia, agli abusi sessuali di uomini violenti, fino alla perdita di sua sorella Mia Martini, una figura idolatrata e amata da Loredana, un’anima fragile che ha perso le ali troppo presto. Ali spezzate da una depressione che l’ha spinta giù nel baratro della morte.

Nel testo appare infatti un chiaro riferimento a sua sorella: “Prima ti dicono basta, sei pazza, e poi ti fanno santa”. Mimì è stata spesso stigmatizzata e affossata dall’opinione pubblica. C’era chi addirittura affermava che “portasse iella”. Mia Martini si è suicidata. E dopo la sua morte, per lo star system è diventata un mito, come succede spesso con le star “maledette” che muoiono in giovane età in preda a droga, alcool o depressione, come ad esempio è accaduto a Michael Jackson, Marilyn Monroe, Kurt Cobain, Amy Winehouse e molti altri.

Loredana lItalia e pazza di te

Ma Loredana invece ce l’ha fatta. Ha perdonato chi l’ha fatta soffrire ed ha fatto pace soprattutto con se stessa. E lo sta gridando sul palco di Sanremo 2024.

“Sono pazza di me. Sì, perché mi sono odiata abbastanza”. Il brano è un inno ad amare se stessi dopo che si è passati troppo tempo ad incolparsi e a non sentirsi abbastanza. La diva anticonformista dai capelli blu, con la sua inconfondibile voce rock, canta la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell’ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale. Una canzone Indirizzata alle donne certo, ma non solo. La ricerca e la conquista della propria identità umana è un messaggio universale che riguarda tutti, sia donne che uomini.

“Tante volte mi hanno detto “sei pazza”, in modo serio o ironico – ha affermato la Bertè – quindi questa canzone mi somiglia e la canto nel segno della consapevolezza di essere sempre sé stessi. È un brano 100% Bertè nel testo, nell’arrangiamento e nella melodia. Lo dedico a tutti quelli che sono folli, perché la follia per me fa rima con libertà”.

Libertà di esprimere la propria personalità senza la paura di venir giudicati e senza il timore di dover rispondere a canoni sociali conformi allo standard comune. Una consapevolezza che la rock star ha raggiunto in età matura dopo che la vita l’ha messa davanti a tante difficoltà. Perché spesso non è da chi ci insegna che si impara, ma dagli errori. E imparare dai nostri sbagli, senza colpevolizzarsi, è un traguardo che si raggiunge imparando ad amarsi e a perdonarsi.

Ma, parlando di amore per se stessi, una domanda può sorgere spontanea: cosa succede quando non ci amiamo? La mancanza di amor proprio è alla base della maggior parte delle sensazioni di malessere, ma anche fonte di un’infinità di conflitti e di decisioni sbagliate nella vita. Si tratta di una carenza che porta a compiere moltissime azioni errate, come il voler per forza dimostrare qualcosa agli altri e cercare continuamente la loro approvazione, oppure trasformare gli affetti in campi di battaglia.

Quando c’è amore per sé stessi, c’è anche rispetto di sé, nel senso più ampio del termine, e soprattutto autoconoscenza. Quando manca l’amor proprio, si brancola nel buio e dunque manca la consapevolezza di chi si è e verso quale direzione si sta viaggiando. Si dubita anche dei pensieri, dei sentimenti e delle azioni: anche gli sbagli vengono messi in discussione e si ha la sensazione di voler essere diversi per poter finalmente vivere bene. In sintesi è come navigare su un mare in tempesta che non cessa.

Un segnale inequivocabile della mancanza di amor proprio è proprio questa necessità, non solo di criticare se stessi, ma anche di mettere in discussione e sminuire gli altri, come le “vipere nella giungla”, sulle quali Loredana balla con gli “stivaletti a punta”. Rivolgendosi dunque a coloro che, puntandoci il dito contro, vogliono sminuirci.

Loredana Berte
Loredana Berte

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