Benvenuti al remake del Bunga Bunga, senza la giocosità irriverente dell’originale. Mentre ieri ci divertivamo con i teatrini di harem privati e feste stravaganti, oggi il palcoscenico politico si tinge di nuove tonalità: corna e ricatti sono i nuovi protagonisti, con l’ormai ex ministro Gennaro Sangiuliano che si è appena guadagnato il ruolo di principale attore in questo dramma moderno a suon di “ricatti dell’amante” e “Ministero in bilico”. Se pensavate che la saga Berlusconi fosse una serie tv vintage senza pari, prepariamoci a scoprire la sua riduzione ad avanspettacolo. E siamo solo all’inizio.
Immaginate la scena: una bionda statuaria fa il suo ingresso, con la stessa convinzione di una diva del cinema, mentre il nostro ex Cavaliere, che ormai è più un nostalgico dei vecchi tempi che un attore principale, si limita a fare da spettatore. Berlusconi, con il suo senso dell’umorismo innato e le sue battute piccanti, si era fatto un nome come re della commedia politica; oggi, però, i riflettori sono puntati su Sangiuliano, che sembra più un orsetto buffo e impacciato.
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La questione scotta: il Ministro è accusato di passare segreti di Stato a una donna che, a sorpresa (?) è anche la sua amante. Questo scenario ci riporta dritti ai “tempi andati”, quelli in cui disciplina e onore erano le parole d’ordine. Peccato che oggi, nel bel mezzo di una tempesta mediatica, questi concetti sembrano essere relics di un’epoca dimenticata, come le foto di mamma alle elementari in bianco e nero in soffitta a casa di nonna.
Giuliano Ferrara su Il Foglio non le manda a dire: l’informazione, purtroppo, è diventata una sorta di voyeurismo di massa, e si legge con la stessa passione con cui si guarda una serie su Netflix. Ma il vero dramma è che oggi anche le amanti sembrano aver dimenticato cosa significhi avere disciplina e onore, finendo per essere più influencer che modelli di virtù. In effetti, chi avrebbe mai pensato che le amanti potessero trasformarsi in influencer, mentre i ministri si riducono a comparse in una trama che sembra scritta da uno sceneggiatore di gossip?
La situazione raggiunge la massima spannung con la rinuncia a contratti di consulenza e gaffe istituzionali che, se non fossero tragicomiche, sarebbero solo patetiche. La scena è ora popolata da un pubblico che osserva con avidità questo spettacolo di intrighi e scandali, e la domanda rimane: la politica italiana riuscirà a trovare un equilibrio tra il fascino del pettegolezzo e la serietà delle istituzioni, o è destinata a rimanere un eterno teatro del paradosso?
In sintesi, se pensavamo che il Bunga Bunga fosse un capitolo chiuso, ci siamo sbagliati e di grosso. Il nuovo capitolo, con Sangiuliano e le sue disavventure amorose, dimostra che la commedia politica italiana ha ancora molto da offrire. Restate sintonizzati: il cliffhanger ending deve ancora arrivare.
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