A Monaco cala il sipario sul mondo di ieri. L’Europa è sola davanti al proprio destino

Dal vice presidente americano J.D.Vance un discorso aspro al limite di una volgare brutalità: tutto ciò che accade sarebbe colpa di un’Europa che nega la libertà di espressione. Parole tanto offensive rovesciano la realtà e smontano le attese di chi immaginava un ritorno di Trump alla ragionevolezza dopo la campagna elettorale. No, Trump è esattamente così: è ciò che dice, e ciò che dice è quel che pensa. Le democrazie europee devono armarsi e accelerare l’unità politica, nella speranza che non sia scaduto il tempo

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Qui, o si fa l’Europa o si muore”. Un redivivo Giuseppe Garibaldi non esiterebbe a ripetere la frase indirizzata, il 15 maggio 1860, al suo luogotenente, Nino Bixio, preoccupato dalla preponderanza delle truppe borboniche nella battaglia di Calatafimi. Fecero l’Italia, e molti giovani patrioti immolarono la vita per realizzare il sogno che era stato di tante generazioni. Ieri, a Monaco di Baviera, per la prima volta dal 1945 l’Europa è stata messa di fronte a una realtà troppo a lungo esorcizzata o rimossa, come uno di quegli incubi che svaniscono alla prima luce del giorno.

Da ieri, l’incubo si è fatto realtà. E il risveglio nel nuovo mondo è come un pugno sullo stomaco. La visione distopica del nostro tempo, delle relazioni fra gli Stati e fra i popoli, è il punto di vista dominante. Un punto di vista che unisce Donald Trump e Vladimir Putin, due campioni dell’autocrazia: già realizzata in Russia, in via di costruzione in America.

Alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza è calato, per non rialzarsi più, il sipario sul mondo di ieri. L’Alleanza atlantica, intesa come legame indissolubile fra le democrazie liberali unite dalla logica del mutuo soccorso contro le minacce esterne, è finita nell’album dei ricordi. Al suo posto sta prendendo rapidamente forma qualcosa fin qui inimmaginabile e dunque inesplorato: l’America non solo baderà sempre più a se stessa, ma incoraggia nel Vecchio continente tutte quelle forze, come il partito criptonazista di Alice Weidel, la AfD, impegnate a smontare l’Unione europea, a frantumare e disperdere le fatiche in cui sono state impegnate generazioni di politici per costruire l’unità come antidoto ai mostri della guerra. Il disegno di Trump è la fotocopia esatta del disegno di Putin. Le forze estremiste come l’AfD o Vox o la Lega in Italia, sono le leve costruite in questi anni per scardinare l’Europa dall’interno.

La platea che ascoltava ieri il vice presidente americano James David Vance è rimasta impietrita al termine del suo intervento: brutale nel suo svolgimento, violento nelle conclusioni. L’accusa all’Europa di censurare la libertà delle idee è inquietante prima ancora che ridicola. Vance parlava dell’Europa come se fosse l’Urss di ieri o la Germania di Hitler. A poco serve irridere l’ignoranza storica di Vance, il quale si è recato al memoriale di Dachau probabilmente con lo stesso spirito con cui si ferma a mangiare un hot-dog. Il nuovo verbo americano è la riduzione di quello che era il guardiano delle libertà a un fortilizio da cui vigilare contro le insidie che vengono da oltre confine. Non ci sono più amici o avversari, l’America di Trump e Vance vede soltanto un mondo ostile in cui a dominare è la logica della forza. Putin potrà anche perdere la guerra o restare in stallo, ma Trump è pronto a concedergli la vittoria politica. È fra loro due, senza l’impiccio dell’Europa, che si deve negoziare quanta parte dell’Ucraina va ceduta alla Russia.

Da questo gioco degli specchi ha scelto di restare fuori la Cina di Xi. Una scelta tattica, che potrebbe però rivelarsi redditizia sul piano geostrategico. Il profilo basso tenuto di fronte alle intemerate di Trump vuole essere un motivo di attrazione per quei Paesi e aree del pianeta che si sentono esclusi se non proprio minacciati dal duopolio Trump-Putin. L’Europa è fra questi. Difficile immaginare che Trump possa fare passi indietro o anche solo fermarsi per aggiustare la direzione di marcia o più semplicemente eliminare qualcuno degli spigoli. Trump dice esattamente ciò che fa e fa esattamente ciò che dice. Siamo tutti avvisati, e se l’Europa continua nella inerzia non potrà dire che non sapeva.

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