Rieccolo!… il caos politico in Gran Bretagna continua, con un ritorno alquanto fanfaniano e da prima repubblica italiana per l’ex premier David Cameron. Infatti, il Primo Ministro Sunak, con un sorprendente rimpasto di governo, ha riportato l’ex leader dei Tories nel governo come Ministro degli Esteri. Cameron torna dopo sette anni fuori dalla scena politica. Per molti questa sarà una decisione controversa: Cameron rimane l’uomo del referendum sulla Brexit nell’immaginario collettivo. È anche l’immagine dell’Austerity post-2008, una specie di Mario Monti inglese. Il rimpasto di governo ci offre vari spunti. In primis, Sunak ha dimostrato di non aver completamente perso il controllo della situazione.
Le ragioni di questi cambiamenti nascono con il licenziamento della ministra degli interni Suella Braverman, baluardo della destra Tory. La Braverman aveva apertamente sfidato l’inquilino di Downing Street la scorsa settimana, con un articolo sul quotidiano The Times, che criticava la polizia e il suo operato sulle manifestazioni propalestinesi. In quell’articolo, contraddicendo il Premier, la ministra aveva criticato i ‘doppi standard’ utilizzati con le proteste palestinesi rispetto a quelle più conservatrici durante il Covid. Dichiarò perfino che i manifestanti propalestinesi erano solamente una ‘mob’, una specie di ‘plebaglia’. Dopo mesi di chiaro conflitto tra la ministra e Downing Street, la Braverman ha, almeno temporaneamente, perso la battaglia, obbligando Sunak a mostrare i muscoli.
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Questo rimpasto rappresenta una svolta moderata con un governo che ora punta direttamente alle elezioni del 2024. Sunak ha anche confermato il ministro dell’economia Hunt, bastione del rigore economico. Il nuovo ministro degli interni, ex ministro degli esteri, James Cleverly, è uno dei ministri più popolari del governo, soprattutto dopo la guerra in Ucraina. Con lo spostamento di Cleverly, però, torniamo a David Cameron. In Inghilterra è rarissimo che un ex-premier torni al governo. L’ultimo fu un nobile, Lord Douglas-Home, negli anni Settanta.
Un legame ancora più forte quando si considera che Cameron dovrà ritornare in parlamento tramite una nomina alla Camera dei Lords. Un ministro così chiave nei banchi aristocratici della camera dei Lord: una cosa mai vista dal secolo scorso! Rimane comunque il problema della credibilità all’estero. Si muovono già falchi anticinesi che vedono Cameron come il simbolo di quella stagione di miglioramento nelle relazioni sino-britanniche che fu lui ad inaugurare come Primo Ministro. Cameron è anche fermamente pro-israeliano, un segnale forte dal governo britannico soprattutto ai suoi alleati americani.
E la Brexit invece? I governi europei non dimenticheranno facilmente il contributo negativo di Cameron in questa vicenda, dove sarà sicuramente molto difficile per lui operare come ministro. Non basterà quindi un nuovamente elevato Lord Cameron a salvare un governo diviso in fazioni e faide che continua a dirigersi verso un totale sfacelo politico ed elettorale.
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