Londra: dalle suppletive campanello d’allarme per Sunak e i Tories

Antonio Pattori
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Rishi Sunak, uno dei migliori alleati europei della nostra Premier Giorgia Meloni, sta rischiando grosso. I Tories britannici rimangono divisi a causa dell’ala che fa capo all’ex premier Boris Johnson che continuano a dare del filo da torcere al nuovo leader.

Il 20 luglio scorso si sono svolte le elezioni suppletive in tre collegi uninominali. Il veto posto da Sunak su alcuni nomi presenti nelle liste governative per gli onori cavallereschi e nobiliari del 2022, consegnate da Johnson alla Corona, aveva scatenato una forte reazione da parte dei fedelissimi di Boris, culminando in due dimissioni che, aggiunte a quella dello stesso Johnson (dimessosi dal Parlamento per evitare l’esito di varie inchieste parlamentari), hanno quindi portato a elezioni speciali nei collegi di Selby, Frome ed Uxbridge (l’ex seggio di Johnson nei sobborghi di Londra).

A Selby, storico collegio conservatore nello Yorkshire settentrionale, le percentuali di voto per i Laburisti di Keir Starmer sono cresciute di più del 20%. A Frome, nel sud-ovest del paese, i Liberaldemocratici hanno espugnato un’altra roccaforte conservatrice con una crescita del 29%. Nell’ex seggio londinese di Johnson, il meno sicuro dei tre collegi, hanno invece sorprendentemente prevalso i Tories, soprattutto grazie ad un’enfasi contro le politiche ambientaliste del sindaco laburista di Londra, che vorrebbe raddoppiare le zone a traffico limitato.

Cosa ci insegnano questi tre casi?

In primis che la guerra civile all’interno del Partito Conservatore non perdona: il risultato a Selby dimostra che l’uscita di scena alquanto caotica di Johnson, aggiunta alla parentesi di Liz Truss e alla prolungata crisi economica sta creando un’onda anomala contro un partito al suo tredicesimo anno consecutivo di governo. La situazione a Frome, con la vittoria Liberaldemocratica, rappresenta un altro problema per Sunak: il voto tattico. Il rischio per il premier, che nel 2024 dovrà affrontare i Laburisti di Starmer alle elezioni politiche, è la creazione di un patto tacito tra Laburisti e Liberaldemocratici.

Quello che è successo a Frome (dove i Laburisti hanno votato per i Liberaldemocratici che in quell’area erano storicamente più forti), se fosse replicato in tutto il Paese potrebbe decimare i seggi dei Tories. Attenti però! Infatti, il boom nelle percentuali dei partiti d’opposizione è anche dato da un astensionismo di massa degli elettori conservatori, mandando un chiaro segnale di insoddisfazione al loro leader. Il risultato dell’ex collegio di Johnson dimostra anche che i Laburisti dovrebbero stare più vigili. La campagna Tory in quel collegio attesta che concentrandosi su problemi precisi e locali, i Conservatori potrebbero evitare un tracollo.

La reazione anti-green sull’espansione delle ZTL ne è la prova (anche se il piano di ampliamento fu ideato proprio da Johnson, all’epoca Sindaco di Londra!). Anche se la tendenza generale rimane contro il governo, la lezione di Uxbridge può tracciare un sentiero, anche se ripido, per una eventuale remontada di Sunak in stile Pedro Sanchez.

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