Renzi e Calenda al bivio delle riforme
Sarà che – come scriveva il direttore de Il Foglio ieri – la piattaforma antipopulista è in crisi (essenzialmente per la noiosa assenza di populismo nelle concrete politiche meloniane), sarà che Renzi e Calenda, dismessi i faticosi panni terzopolisti, tornano a marcare presunte identità, il populismo torna a farsi vivo proprio da chi non te lo aspetteresti e peraltro nel settore più pericoloso, quello delle modifiche della nostra Carta fondamentale. Renzi, per esempio, ieri ha comunicato urbi et orbi la presentazione di un disegno di legge costituzionale per abolire il Cnel: l’uomo che aveva annunciato di non occuparsi più di Costituzione (“ho già dato”) torna in pista con un vecchio cavallo di battaglia che non appassiona più neppure i suoi followers.
Vero che il Centrodestra ci ha messo del suo per farlo indispettire, indicando a capo del Cnel il sempiterno Renato Brunetta (che con Renzi e Boschi si scontrò furiosamente durante la perigliosa navigazione del patto del Nazareno), tuttavia c’è da aspettarsi che questa rilevante proposta abbia qualche difficoltà a entusiasmare le masse. E che dire dell’altra trovata di ingegneria costituzionale di Renzi, incautamente fatta propria anche da Calenda in tempi già sospetti (di rottura fra i due), quella del ‘sindaco d’Italia’? Cioè l’elezione diretta nientepopodimeno che del presidente del Consiglio, sistema non applicato in nessun paese democratico (persino in Israele, dove pure l’hanno sperimentata, hanno pensato bene di rinunciarvi). Non è da meno – in quanto a proposte populiste – Carlo Calenda che, invece del Cnel, vuole abolire la Camera dei Deputati. Una cosa da far impallidire perfino i grillini. Avrebbe potuto dire il Senato, visto che non ci va quasi mai, tuttavia pare che il titolo di ‘senatore’ abbia sempre un certo fascino.
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Quindi, ricapitolando, Azione e Italia Viva andranno a dire a Giorgia Meloni: noi a Salvini i pieni poteri non li volevamo dare, ma a te togliamo di mezzo una delle due Camere e ti assicuriamo un sistema per cui sarai eletta direttamente dal popolo e ovviamente, ove dovesse succedere qualcosa, puoi dimetterti e convocare di nuovo le elezioni. Basta che ci lasci Mattarella a pettinare le bambole sul colle più alto e naturalmente che ci abroghi il Cnel. Avercene di opposizioni così…
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