Il mistero gaudioso di Casarini invitato al Sinodo dei vescovi

L'ex leader no global Luca Casarini, che sarà ospite del Vaticano in quanto fondatore di “Mediterranea Saving Humans”

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La Chiesa di Francesco parla da tempo più di temi sociali che spirituali, epigona dunque della teologia della liberazione esaltata non a caso il 4 settembre scorso dall’Osservatore Romano, che ha dedicato due intere pagine agli scritti del sacerdote peruviano Gutiérrez, considerato uno dei padri di quella corrente di pensiero nata in Sudamerica alla fine degli anni Sessanta. Una teologia che fu il “tentativo di interpretare la fede a partire dalla prassi storica concreta, sovversiva e liberatrice, dei poveri di questo mondo, delle classi oppresse, dei gruppi etnici disprezzati, delle culture emarginate”.

Una linea più ostile al capitalismo che al comunismo, insomma, e che tradotta nel linguaggio di oggi, con la lotta di classe ormai superata, significa sostegno incondizionato ai migranti, i poveri del nuovo millennio. Non può sorprendere dunque che Papa Francesco ogni domenica strigli i governi d’Europa per le loro politiche di contrasto all’immigrazione illegale e li esorti verso l’accoglienza indiscriminata, in linea con la sua missione pastorale ma priva di realismo storico.

Papa Francesco
Papa Francesco

Deve sorprendere invece che alla XVI Assemblea generale del Sinodo presieduta domani dal Pontefice figuri, tra i pochi e selezionatissimi “invitati speciali” anche l’ex leader no global Luca Casarini, che sarà ospite del Vaticano in quanto fondatore di “Mediterranea Saving Humans”, l’Ong operativa nel soccorso in mare dei migranti sbarcati poi tutti sulle nostre coste. Un’Ong che sul suo profilo social definisce il governo italiano come “il vero mandante dei crimini in mare”, ma si guarda bene dal rivolgere simili accuse agli altri Paesi mediterranei che di migranti non ne accolgono nemmeno uno.

Casarini ha peraltro un curriculum che non pare propriamente degno di essere innalzato agli onori vaticani: ha collezionato infatti diverse condanne per i ripetuti scontri con la polizia, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, e a Ragusa è attualmente indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dal trarne profitto, essendo stato accertato un bonifico di 125mila euro per “servizi resi in acque internazionali” da parte di una società danese che gli aveva passato 27 migranti da una sua petroliera (“Domani a quest’ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi”, si legge nelle intercettazioni). La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Casarini e altri cinque, e l’udienza è fissata per il 6 dicembre.

Non solo: Casarini è stato l’eroe alla rovescia della lunga stagione no global: era infatti il capo dei Disobbedienti che, al fianco dei Black-bloc, devastarono il centro di Genova nei giorni del G8 del 2001, parte integrante di un movimento che sollevò anche alcune questioni fondate, ma sempre con la lente deforme dell’anticapitalismo ideologico e, soprattutto, non prendendo mai le distanze dalla sua componente violenta.

E’ una sorta di mistero gaudioso, dunque, il suo invito al Sinodo dei vescovi che dovrà indirizzare i disegni futuri della Chiesa. La presenza di Casarini fra gli otto “invitati speciali” è in qualche modo la conferma della linea integralista del Papa sull’immigrazione. Basti ricordare che a febbraio del 2022 Francesco annullò la partecipazione a un convegno organizzato a Firenze perché tra gli ospiti vi erano personalità come Marco Minniti, protagonista di politiche di fermezza nei confronti dei flussi migratori. Anatema per Minniti, dunque, e braccia aperte per Casarini, unico esponente delle Ong invitato al Sinodo. E’ la Chiesa di Bergoglio.

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