Gianni Alemanno difende il generale Vannacci e picchia duro su Crosetto

Per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno il Ministro Crosetto ha fatto due errori, ma la critica va letta come un altro passo verso la costruzione di un nuovo Partito antagonista di Fratelli d’Italia

Roberta Pacetti
4 Min di lettura

“Il generale Roberto Vannacci andava difeso” tuona l’ex sindaco di Roma Alemanno. E non si lascia sfuggire l’occasione per attaccare il Governo presieduto da Giorgia Meloni: “gli elettori (di destra) sono delusi”.

 Al ministro Guido Crosetto l’ex sindaco imputa di aver piegato “la testa al politicamente corretto” e di aver offeso “uno dei migliori ufficiali dell’esercito “. Un generale che aveva “avuto il coraggio di dire cosa pensava dell’uranio impoverito davanti ad una Commissione parlamentare”. Mica da tutti tenere botta alla politica, peraltro cosa che, continua Alemanno a Repubblica, “gli aveva causato l’esilio all’Istituto geografico militare”. Sembra quasi che una linea invisibile unisca i due “esiliati”: il generale, ora esiliato a Firenze alle dipendenze del Comando Territoriale, e Alemanno che, dopo aver perso le elezioni del 2013 contro Ignazio Marino, ha passato dieci anni da esiliato politico a difendersi dalle accuse nell’inchiesta Mafia Capitale.

Operazione impossibile per Giorgia Meloni ascoltare Alemanno e le 38 associazioni a lui vicine

L’attacco di Alemanno al ministro Crosetto e, quindi, al Governo Meloni, di cui fa parte anche l’ex moglie Isabella Rauti come sottosegretaria proprio al Ministero della Difesa, è quindi tante cose. Tra queste, l’affondo di Alemanno è in primis orientato alla costruzione di un partito alternativo a Fratelli d’Italia. Ed ogni argomento che spacchi a destra per lui va bene.

Per Alemanno Giorgia Meloni e Guido Crosetto devono portare l’Italia fuori dalla guerra Ucraina, operazione impossibile; Il governo Meloni deve differenziare le sue posizioni da quelle ispirate dalla Casa Bianca di Biden, operazione impossibile; il governo Meloni deve prendere le distanze dalla Commissione europea di Ursula Von der Leyen e perseguire i rapporti che rimandano alla via della seta, operazione impossibile; il governo Meloni deve prendere come una grande opportunità la richiesta delle opposizioni sul salario minimo, operazione impossibile; il governo Meloni deve trovare alternative e risposte al superamento del reddito di cittadinanza, operazione impossibile; il governo Meloni deve rispedire al mittente Matteo Salvini la richiesta di autonomia differenziata, operazione impossibile. Tutti temi questi molto vivi tra gli elettori di Fratelli d’Italia e per questo Gianni Alemanno picchia duro evocando spaccature insanabili nel Paese e crolli di fiducia degli elettori di destra verso la premier Meloni.

Alemanno verso la costruzione di un partito alternativo a Fratelli d’Italia

Giorgia Meloni, ragionano Alemanno e le 38 sigle che hanno partecipato al Forum dell’indipendenza italiana di Orvieto dello scorso 29-30 luglio, si è presentata come unica opposizione al governo Draghi. E ora tradisce le aspettative di novità andando in continuità con il precedente governo.

Quale migliore occasione per Alemanno alzare i toni sul generale Vannacci per rinforzare l’idea che a destra qualche cosa di diverso da Fratelli d’Italia può esserci. E questa posizione ha creato più di qualche imbarazzo nel centro destra, con Giovanni Donzelli e Vittorio Sgarbi costretti a contendere ad Alemanno uno spazio anti-Crosetto, quindi anti-Governo. E in questo clima di guerra aperta, tra colonnelli del partito di maggioranza e un suo Ministro, gongolano le opposizioni che si ritrovano unite nel dire che quella del generale Vannacci non è una espressione del pensiero libero, ma piuttosto una violazione di principi e valori sanciti dalla Costituzione orientati al vivere civile dei cittadini.

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