Elezioni: i dolori della giovane Schlein. Il campo largo resta un’equazione impossibile

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Un cappotto vero e proprio, che per Elly Schlein, il cui ottimismo per i ballottaggi è stato sonoramente smentito dalle urne, suona come un campanello d’allarme anche in vista delle Europee 2024

Se due settimane fa il primo turno delle amministrative si era chiuso con un 4-2, i ballottaggi hanno sancito un inequivocabile 9-3. Se due settimane fa il centrodestra ha vinto a Imperia, Latina, Sondrio e Treviso, ora ha aggiunto i risultati di Ancona, Pisa, Siena, Massa e Brindisi, mentre il centrosinistra solo Vicenza, per il rotto della cuffia. Senza contare che il primo turno che si è appena chiuso in Sicilia e Sardegna ha portato l’esito del voto nei capoluoghi a 11-4.

Un cappotto vero e proprio, che per Elly Schlein, il cui ottimismo per i ballottaggi è stato sonoramente smentito dalle urne, suona come un campanello d’allarme anche in vista delle Europee 2024. Non c’è solo, infatti, la perdita storica di Ancona, ma anche la conferma della perdita definitiva dell’ex feudo rosso della Toscana, dove restano al centrodestra Pisa, Siena e Massa. La radicalizzazione a sinistra del Pd, con una narrazione tutta incentrata sul tema dei diritti, ha dato l’illusione di una ripresa del partito, ma gli ha fatto perdere il contatto con il Paese reale e con i ceti produttivi: trasformare l’Italia in un perenne 25 Aprile contro il ritorno del fascismo, presidiare le piazze Lgbt+ e indignarsi per Fazio e la Littizzetto che lasciano la Rai col paracadute di altri contratti milionari è una postura che va bene sui social, sui giornali d’area e ei salotti radical-chic, ma che evidentemente non funziona a livello elettorale.

Il problema è che nell’opposizione tutti si stanno leccando le ferite, e la chiamata a correo della Schlein (“da soli non si vince”) ha avuto l’effetto di irrigidire ancora di più i presunti alleati dell’altrettanto aleatorio “campo largo”. Conte, la cui poltrona alla guida del Movimento comincia già a traballare, non ha lasciato un piccolo spiraglio per il dialogo avvertendo però che per lui “Giorgia Meloni non si batte con i campi larghi, ma con un’idea diversa di Paese”. Emblematica, in questo senso, la sconfitta di Brindisi, dove il Pd ha impedito al sindaco uscente di ricandidarsi per lasciare il posto a un candidato gradito dai grillini: “E’ l’esempio – questa l’accusa di Fratoianni – di cosa non dovrebbe fare il centrosinistra”, parlando di “suicidio” di Pd e Cinque Stelle. Il fantomatico “campo largo”, insomma, ognuno lo declina a modo suo: Calenda, ad esempio, ha ripetuto di non essere disponibile ad “accozzaglie con M5S”. Poche idee ma confuse, insomma, per costruire una valida alternativa al centrodestra, che sembra ancora di là da venire. Anche perché Conte e Calenda, divisi su tutto, sembrano convenire su un messaggio univoco da spedire alla Schlein: “Per il campo largo citofonare altrove…”

La maggioranza invece esce rinfrancata e rafforzata, in controtendenza col trend del resto d’Europa, dalle amministrative di maggio, superando brillantemente anche la prova tradizionalmente ostica dei ballottaggi. Un viatico a proseguire sulla strada delle riforme, da quelle istituzionali al fisco, al sostegno alle imprese e alla modernizzazione del mercato del lavoro. Le vittorie di Ancona e Brindisi, in particolare, hanno dimostrato che il centrodestra è stato capace di recuperare consensi al centro, cosa non scontata per una maggioranza descritta, più che come centrodestra, come destra-centro. E un altro segnale importante è arrivato dal Sud, dove il taglio del reddito di cittadinanza non ha comportato alcuna perdita di consensi, mentre il Movimento Cinque Stelle appare sempre più’ lontano anche dai territori che avevano costituito la sua miniera d’oro elettorale. Nemmeno Brindisi e Trapani, città in cui il peso specifico del Movimento era superiore rispetto agli altri comuni al voto, hanno dato segnali positivi.

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