Nel primo trimestre del 2023 l’Italia ha infatti registrato uno dei più alti incrementi del Pil rispetto al trimestre precedente (+0,5%) nell’Eurozona, al pari della Spagna e della Lettonia
Dopo la doccia gelata dello scostamento di bilancio bocciato alla Camera per le assenze sui banchi della maggioranza (vulnus fortunatamente già sanato in Parlamento), oggi per il governo è suonata un’altra musica, molto più gratificante: nel primo trimestre del 2023 l’Italia ha infatti registrato uno dei più alti incrementi del Pil rispetto al trimestre precedente (+0,5%) nell’Eurozona, al pari della Spagna e della Lettonia e preceduta solo dal Portogallo con un balzo del 1,6%.
Nello stesso periodo, il Pil è aumentato dello 0,1% nell’Eurozona e dello 0,3% in tutta l’Unione europea (meno del previsto), con le regressioni più significative registrate in Irlanda (-2,7%) e Austria (-0,3%), mentre quello tedesco è rimasto invariato rispetto all’ultimo trimestre del 2022). “L’ambizione responsabile paga. Alle illazioni rispondono i fatti”, ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rimarcando che la crescita dell’1,8% in termini tendenziali è un segnale ancora più positivo. “La stima preliminare, che ha come sempre natura provvisoria – ha spiegato l’Istat – riflette dal lato dell’offerta una crescita sia del comparto industriale, sia di quello dei servizi, mentre il settore primario registra una stazionarietà. Dal lato della domanda il contributo alla crescita del Pil risulta positivo sia per la componente nazionale, sia per la componente estera”.
L’economia italiana cresce dunque oltre le previsioni, e questo “ci sprona a fare ancora di più per sostenere chi produce ricchezza” – ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni – aggiungendo che “le nostre imprese, quando sono messe nella condizione di sprigionare tutto il loro potenziale, sanno fare la differenza rendendo l’Italia forte e competitiva”. In effetti queste stime attestano che l’Italia sta superando la crisi molto meglio delle altre grandi economie europee, visto che la Germania è ferma e la Francia cresce solo di qualche decimale. Siamo di fronte a uno scenario molto incoraggiante, trainato sia dal comparto industriale che da quello dei servizi. Il merito va in primis ai nostri imprenditori, ma anche alla politica del governo che sta instaurando un rapporto virtuoso col sistema produttivo, nella convinzione che la ricchezza di un Paese viene creata dalle aziende con i loro lavoratori, e non dallo Stato con i decreti dirigisti.
Mentre negli Stati Uniti l’economia è in frenata, in Italia ad aprile è aumentata la fiducia di consumatori e imprese. Si tratta del valore più elevato, per quanto concerne la fiducia delle aziende, negli ultimi dieci mesi, mentre quella dei consumatori è tornata su livelli che non si vedevano da marzo 2022. Ci sono molti segnali positivi, insomma: il Pil cresce, il debito della pubblica amministrazione scende, lo spread è sotto controllo e Bankitalia ha stimato che l’Italia è destinata a crescere ancora fino al 2025. Un trend in controtendenza rispetto a chi aveva lanciato l’allarme-default in caso di vittoria del centrodestra alle ultime elezioni, e che dimostra la strumentalità delle fosche previsioni di qualche agenzia di rating. La nave Italia va, e dovrebbe essere una buona notizia per tutti. Anche per l’opposizione.
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