Amatrice, Accumoli e Arquata, a sette anni dal terremoto ferite ancora aperte

Erano le 3:36 quando un terremoto sette anni fa provocò la morte di 299 persone, devastando in soli 15 secondi molti dei territori del Centro Italia situati in Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio

Roberta Pacetti
5 Min di lettura

Erano le 3:36 quando un terremoto sette anni fa provocò la morte di 299 persone, devastando in soli 15 secondi molti dei territori del Centro Italia situati in Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio. A stette anni da quel disgraziato 24 agosto 2016 ancora le ferite non si sono rimarginate: per i parenti di chi sotto la micidiale azione della natura perse la vita e per un territorio che contò circa 350mila edifici danneggiati.

Oggi sarà principalmente un giorno di rievocazione e come tutti gli anni testate e canali televisivi parleranno alle coscienze di tutto il Paese. Ricorderanno l’accaduto attraverso i segni indelebili lasciati su pelle e memoria di chi quel giorno lo ha vissuto, lo ha subito e ancora non è riuscito a metabolizzarlo.

Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto devastati da un terremoto di magnitudo 6.0

La prima scossa di una lunga e devastante scia fu registrata ad Accumoli, ma gli echi del terremoto oltre che nell’Italia Centrale fecero sentire gli effetti anche nell’Italia settentrionale. Da Gorizia a Campobasso la natura impose il suo dominio, la sua forza distruttrice. E ancora per due volte nell’ottobre del 2016, con epicentro rispettivamente ad Ussita e Norcia, e poi nel gennaio del 2017 con epicentro a Pizzoli in Abruzzo.

I numeri che hanno fornito i Vigili del Fuoco spiegano bene l’enormità di quanto accaduto. I morti furono 299 e le persone estratte dalle macerie e alle quali fu data una nuova vita 297. Quasi un macabro equilibrio tra chi trovò la morte e chi alla morte fu sottratto dai soccorritori. E poi, gli oltre 215mila interventi dei soli Vigili del Fuoco nel periodo di soccorso spiegano meglio di tante parole i danni provocati dal terremoto e la risposta che il l’Italia seppe dare. La messa in sicurezza del territorio e la difesa del nostro patrimonio culturale sono poi lì a dimostrare la voglia di ritrovarsi, di provare a ricostruire quello che la forza della natura aveva tolto.

Terremoto 2016: a che punto è la ricostruzione?

A che punto è la ricostruzione del dopo terremoto che colpì nel 2016 Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria? La risposta è contenuta nel “Rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016”, presentato lo scorso maggio 2023 dal Commissario Guido Castelli. Il rapporto elenca minuziosamente quanto è stato fatto e quanto ancora, pur previsto, è ancora da realizzare. Il Rapporto prende in esame la situazione dei 138 Comuni di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, coinvolti nella ricostruzione post sisma 2016. E nella riflessione sui ritardi trovano spazio come elementi giustificativi la crisi pandemica, la lievitazione dei costi dei materiali, le aziende che si sono principalmente dedicate al Superbonus edilizio. A giustificare i ritardi c’è anche il notevole impegno prestato per l’attuazione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza.

I macro-numeri ci dicono che sono stati presentati circa 28mila progetti e che di questi 9mila sono stati completati, per una spesa di 2,8 miliardi di euro. Le richieste di contributo sono state in totale 28.735, delle quali 15.198 (pari al 54%) hanno riguardato edifici con danni lievi e 13.117 (il 46%) edifici con danni gravi. L’importo complessivo per danni lievi è stato stimato in 2miliardi e 233milioni di euro, mentre sono ben 8 miliardi e 245 milioni le risorse necessarie a soddisfare il contributo per la riparazione dei danni gravi. Il finanziamento medio è di 146mila euro per gli edifici con danni lievi e di 628mila euro per quelli con danni gravi. Il Rapporto ha anche introdotto due novità strutturali che impattano sul Commissario di Governo: una prima novità riguarda la stabilizzazione del personale e semplificate attività amministrative e procedurali; una seconda novità riguarda, invece, l’assegnazione dei bandi promossi con Next Appennino.

Terremoto 2016: la ricostruzione pubblica

Alla data di presentazione del Rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016 per la ricostruzione pubblica erano stati spesi 3 miliardi e 940 milioni di euro. Importo che dovrà essere aggiornato a seguito degli aumenti relativi a prezzi e lavorazioni. I lavori oggetto di finanziamento sono complessivamente 3.215. Di questi ne sono stati conclusi 233, mentre 1537 sono in corso e 1445 ancora da avviare.

Nella programmazione Commissariale sono stati, infine, identificati 4.101 interventi ricostruttori e riparatori. Questi interventi richiedono un impegno di spesa complessivo di 5.300 euro. 

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo