Groenlandia, perché Trump la vuole a tutti costi

Un territorio che rappresenta una priorità geostrategica per gli Usa. Tra i motivi, la ricchezza di terre rare, oltre che di materie prime quali gas, petrolio, rubini, diamanti, zinco e uranio e che rappresenta una rotta marittima commerciale e militare fondamentale. Già il presidente Truman tentò di acquistare la Groenlandia per un compenso di 1,6 miliardi di euro, ma l’operazione non fu poi portata a termine

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Durante il discorso di ieri per il suo insediamento alla Casa Bianca, il 47° presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ribadisce la volontà di voler acquisire il territorio della Groenlandia tra i suoi obiettivi di conquista. Si ricorda che la manovra era stata proposta dello stesso già durante il suo primo mandato nel 2019. “Gli Stati Uniti d’America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta”, aveva dichiarato lo scorso dicembre.

Groenlandia, disponibilità di materie prime

Tale isola, precedentemente colonia della Danimarca e attualmente autonoma, con i suoi 56.000 abitanti e un’estensione sette volte il territorio italiano, rappresenta una priorità geostrategica per gli Usa. Tra i motivi di ciò, il fatto che la Groenlandia è un territorio ricco di terre rare, oltre che di materie prime quali gas, petrolio, rubini, diamanti, zinco e uranio e che rappresenta una rotta marittima commerciale e militare fondamentale; nel futuro potrebbe entrare nel mirino di Russia e Cina.

Tuttavia tale area, essendo stata fin ora ricoperta di ghiaccio, ha reso inaccessibile l’accesso alle sue materie prime, le quali si stima abbiano un valore di 300-400 miliardi di dollari secondo un rapporto dell’Us Geological Survey. Recentemente però grazie allo scioglimento dei ghiacciai dovuto al riscaldamento globale, sono state scoperte nel sottosuolo dell’Isola l’esistenza di circa il 13% delle risorse mondiali di petrolio e il 30% di quelle di gas disponibili per l’estrazione, divenendo dunque un’opportunità strategica per gli Stati Uniti. La competitività di Trump per la conquista di questa terra sarebbe dunque giustificata dal fatto che i depositi della Groenlandia potrebbero essere in grado di soddisfare la domanda globale di terre rare per circa il 25%, secondo alcuni dati del China Observers.

Cosa sono le terre rare

Le terre rare, anche definite REE (Rare Earth Elements), rappresentano una risorsa fondamentale per lo sviluppo tecnologico. Sono 17 metalli della tavola periodica tra cui : scandio (Sc), ittrio (Y ), lantanio (La), cerio (Ce), praseodimio (Pr), neodimio (Nd), promezio (Pm), samario (Sm), europio (Eu), gadolinio (Gd), terbio (Tb), disprosio (Dy), olmio (Ho), erbio (Er), tulio (Tm), itterbio (Yb), lutezio (Lu).

Le proprietà magnetiche e conduttive che contraddistinguono questi elementi, ne permettono l’utilizzo nell’industria tecnologica ed elettronica oltre che in quella militare ed aeronautica. Questi metalli sono presenti in moltissimi degli oggetti che ci circondano tra cui telefono smartphone, hard disk dei computer o lampade e costituiscono la base di fibre ottiche e laser. Sono indispensabili anche per la produzione di tecnologie green quali turbine eoliche o pannelli fotovoltaici.

Dunque, data la presenza diffusa oltre che indispensabile di tali elementi per la transizione ecologica e digitale, la domanda di questi ultimi è destinata a crescere in maniera esponenziale. Questo rappresenta uno dei motivi per cui la Groenlandia appare particolarmente appetibile al livello strategico.

Attualmente la Cina sembra avere il primato sui REE, possedendo circa un terzo delle terre rare mondiali.

L’apertura di rotte commerciali e militari

Il riscaldamento globale è la causa dello scioglimento di circa 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno e ciò non solo favorisce l’estrazione delle materie prime ma apre anche una rotta commerciale marittima. Infatti, il passaggio nell’Artico accorcia il percorso del 40% rispetto alla navigazione tramite il canale di Suez. Quest’area è da decenni rotta di traffici commerciali, che stanno aumentando sempre più, trovandosi in una posizione strategica di mezzo tra Usa ed Europa. Per tale ragione Cina e Russia hanno già messo nel loro mirino questa rotta.

L’ottima posizione verso l’Artico rende la Groenlandia di fondamentale importanza per monitorare non solo i traffici commerciali bensì anche quelli militari nella zona del nord Atlantico. Da quest’ultimo punto di vista l’area rappresenterebbe un vantaggio per gli Stati Uniti su Pechino e Mosca, trovandosi in posizione cruciale per la difesa degli Usa da Putin. Dal 1967 è presente la base aerospaziale di Pituffik, gestita dagli stessi Stati Uniti, la quale sarebbe strategica in caso di possibili attacchi nucleari dalla Russia.

Dunque per tutti questi motivi economici, militari e commerciali Trump auspicherebbe a volersi appropriare di tale territorio per mettersi in posizione di vantaggio rispetto ai suoi grandi rivali. In realtà già precedentemente, a seguito della Seconda guerra mondiale, il presidente Truman tentò di acquistare la Groenlandia per un compenso di 1,6 miliardi di euro, ma l’operazione non fu poi portata a termine.

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