I rifiuti, il grande problema che affligge il mondo e di cui sembra non si riesca mai a trovare soluzioni tangibili. Dispersi troppo spesso nell’ambiente, sono gli elementi tossici per eccellenza che deteriorano flora e fauna terrestre. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, si scoprono intere distese adibite a discariche abusive, che vanno ad inquinare aria e terreni con tonnellate di materiali tossici e difficilmente degradabili.
Un ultimo triste esempio, infatti, riguarda il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza nei pressi di Triuggio e Varedo in provincia di Monza. Si tratta di materiale proveniente dai terreni di proprietà di una Onlus ed è stato intercettato come rifiuti illeciti con un peso pari a 3 mila tonnellate.
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L’intervento
L’operazione eseguita dalle Fiamme Gialle di Monza, ha rinvenuto interi terreni trasformati in discariche abusive con la presenza di scarti di vario genere, dal peso pari a 3.100 tonnellate. Nello specifico le aree indagate riguardano un terreno di 6.850 metri quadrati della Onlus di Triuggio e due aree per complessivi 6.000 metri quadrati possedute da società operanti nell’edilizia a Varedo.
Tra questi scarti, illecitamente depositati in cumuli di macerie, sono stati categorizzati rifiuti misti, speciali e di tipo pericoloso. Materiale ferroso e chiaramente resti di demolizioni industriali, insieme ad oggetti elettronici vari. Tra i rifiuti sequestrati erano presenti anche pneumatici, lana di vetro e di roccia e una smisurata quantità di batterie.
L’intervento è stato possibile grazie alla mappatura realizzata dalla Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Varese e decisivi sono stati i sorvoli con elicotteri di ultima generazione. Ad aggravare la drammatica situazione nelle zone indagate sono stati i resti di roghi rinvenuti. Questi, quasi certamente, venivano appiccati con la funzione di eliminare e smaltire parzialmente questi rifiuti illeciti.
Le conseguenze
L’indagine ha portato alla denuncia di quattro persone per la gestione dell’attività di rifiuti non autorizzata, di cui uno accusato anche di abuso edilizio e paesaggistico a causa della presenza dell’area rilevata in corrispondenza del Parco Valle del Lambro. I responsabili a doverne rispondere sono i gestori della Onlus che comprendeva 6.850 mq oltre ad altri 6.000 mq occupati dalle società edili.
Le indagini ancora in fase iniziale, necessitano di ulteriori accertamenti. Avverrà pertanto un intervento per la messa in sicurezza delle aree andando a bonificare le zone danneggiate. Resta da chiederci, sarà mai possibile per l’uomo portare avanti la sua vita senza danneggiare tutto quello che lo circonda?
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