Migranti Usa, stop del giudice a tentativo di rimpatrio di Trump basato su legge del 1798

Il giudice distrettuale James Boasberg ferma il tentativo di Trump di rimpatriare alcuni cittadini venezuelani sulla base di una legge risalente al 18esimo secolo

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Il presidente Usa Donald Trump ha tentato di far rimpatriare alcuni migranti sulla base di una legge di guerra emanata nel 1798. Il ricorso da parte del Tycoon alla norma in questione sarebbe servita a giustificare il rimpatrio immediato e senza ordine della magistratura dei cittadini venezuelani, che si ritiene essere membri della gang Tren de Aragua.

Il dispositivo legislativo, usato nella storia degli Usa soltanto 3 volte, prende il nome di “Aliens enemies act“. Il decreto consente di bandire con effetto immediato dal territorio nazionale cittadini ritenuti ostili agli Stati Uniti, e fu emanato ormai più di duecento anni fa con lo scopo di difendere il Paese dalle invasioni straniere.

I cinque venezuelani coinvolti hanno presentato ricorso, ottenendo, per ordine del giudice distrettuale James Boasberg, lo stop di 14 giorni al rimpatrio forzato, con l’obiettivo di valutare la legittimità del ricorso a tale normativa. Il giudice Boasberg ha inoltre disposto il blocco delle deportazioni forzate sulla base di questa legge, ordinando anche il rientro negli Usa di tutti gli aerei già partiti verso l’America centrale.

Venerdì Trump ha firmato per poter applicare contro i migranti la legge del 18esimo secolo

La Casa Bianca aveva tenuto segreto, almeno fino al momento della presentazione del ricorso da parte dei cittadini venezuelani, il fatto che il presidente avesse firmato pochi giorni fa un documento che consente l’applicabilità della legge in questione. Con la firma del suddetto atto viene consentito l’uso della norma per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale.

Nel momento in cui il giudice federale ha ordinato lo stop all’ordine del presidente Trump, dal Texas erano già decollati due aerei pieni di cittadini venezuelani, diretti verso il sud America per il rimpatrio forzato.

Secondo James Boasberg sarebbero diversi i punti che mettono in questione la legittimità del ricorso alla legge del 1798. Anzitutto così facendo si sta equiparando l’azione della gang venezuelana a quella di un governo straniero ostile agli Stati Uniti. In secondo luogo la disposizione prevede l’applicabilità del provvedimento anche nei confronti di minorenni, dai 14 anni in su. I danni che subirebbero dei minori a seguito di un rimpatrio forzato, sottolinea il giudice Boasberg, sarebbero irreparabili, “dal momento che saranno deportati in prigioni di altri Paesi o rimpatriati in Venezuela, dove rischiano persecuzioni se non di peggio“.

Dopo lo stop del giudice, il dipartimento di giustizia ha immediatamente presentato ricorso, sostenendo che in gioco vi sia “un’enorme, non autorizzata imposizione sull’autorità esecutiva”. L’applicazione della legge nei confronti dei migranti sarebbe legittima in quanto, come si legge nel proclama, la gang Tren de Aragua starebbe conducendo “un’azione di guerriglia irregolare” contro gli Stati Uniti a nome del regime venezuelano.

Diverse associazioni per i diritti civili, come l’American Civil Liberties Union e la Democracy Fordward Foundation stanno sostenendo il ricorso da parte dei cittadini venezuelani, sostenendo che il legame tra la gang e il governo di Maduro non è plausibile. Il regime infatti “è attivamente impegnato nella soppressione della gang”. Non ultimo, sostengono le associazioni, il fatto che le persone rimpatriate forzatamente dall’ordine di Trump facciano parte del gruppo criminale è ancora tutt’altro che appurato. Al contrario, pare che diversi di loro abbiano lasciato il Paese d’origine proprio con l’intento di sfuggire al regime di Maduro e alla violenza delle gang.

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