Nella notte tra l’8 e il 9 novembre 2024, le tifoserie di Juve e Torino, in vista dell’attesissimo Derby della Mole, si sono azzuffate presso Piazza Vittorio Veneto. “Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla”, diceva il dirigente sportivo, pedagogo e storico parigino Pierre de Coubertin. Senz’altro è vero che le discipline ginniche donano al corpo e alla mente (di chi le pratica e di chi le segue) un’esaltazione non indifferente, ma, come spesso accade, si rischia di esagerare spropositatamente.
Torino, la dinamica e le conseguenze
Da ciò che si apprende, gli scontri, attuati da persone vestite di nero e scanditi da bastonate e cinghiate, avrebbero avuto luogo attorno all’una di notte, nei pressi di una delle zone più movimentate della città nordica, Gran Madre.
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Tutto ciò, ha fatto sì che la polizia intervenisse ed identificasse ben 10 persone, nonostante molte di più si siano date alla fuga. I fermati, al momento, sarebbero solamente degli individui appartenenti alla Vecchia Signora, nello specifico dei membri dei gruppi “Primo Novembre” e “Drughi”. Ai presunti responsabili sarebbero stati sequestrati degli utensili e delle bandiere con il simbolo “UG69”. Ora, quindi, starà agli inquirenti andare a fondo della situazione.
Il calcio che uccide
Non è possibile non citare ciò che è accaduto ad Amsterdam nelle scorse ore, quando centinaia di supporters del Maccabi Tel Aviv sono stati aggrediti da numerosi assalitori al grido di slogan antisemiti, procurando 10 feriti e 3 dispersi.
È il caso di chiedersi, dunque, se effettivamente sia il calcio ad uccidere, a causa delle numerose risse e omicidi che si sono consumati con il passare del tempo, oppure se sia altro ad ammazzare le menti e i corpi, che di tutto sa, tranne che di sport.
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