Gli esport a Parigi 2024

Andrea Pressenda
5 Min di lettura

Tommaso Maria Ricci co-founder e direttore generale di MCES Italia spiega a Il Difforme i prossimi passaggi per vedere gli esport ai Giochi Olimpici.

tommaso maria ricci def
Tommaso Maria Ricci

Si sta lavorando per il riconoscimento olimpico del movimento esportivo ai prossimi Giochi olimpici di Parigi 2024. Tommaso Maria Ricci, co-founder e direttore generale di MCES Italia spiega a Il Difforme i prossimi passaggi per vedere gli esport protagonisti a Parigi. «Sarà fondamentale che il mondo dello sport dia forza al movimento esportivo perché gli esport diventeranno una disciplina olimpica e quindi si andrà a medaglia. E’ un segnale forte grazie anche all’interessamento del Coni e del suo ente promotore al movimento esportivo italiano».

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Tommaso Maria Ricci, si sta assistendo ad un avvicinamento tra lo sport reale e quello virtuale?
«Sicuramente sì grazie anche all’interessamento del Coni e del suo ente promotore al movimento esportivo italiano. E’ un segnale forte e credo che collaboreremo con loro per cercare di avvicinare ancora questi due mondi che sono ancora distanti».

Quali saranno i prossimi passaggi?
«Sarà fondamentale che il mondo dello sport dia forza al movimento esportivo perché gli esport diventeranno una disciplina olimpica e quindi si andrà a medaglia. Allo stesso tempo sarà importante il contributo del mondo esport offrendo un po’ di forza e fascino al movimento sportivo che sta perdendo un po’ di iscritti, associati e ragazzi che giocano».

Gli esport saranno una disciplina olimpica ai Giochi olimpici di Parigi 2024?
«Si pensa di sì. Quindi dovremmo essere pronti ai prossimi appuntamenti che dovranno essere rispettati. Siamo abbastanza di corsa».

Qual è il bilancio dell’esperienza in MCES Italia?
«L’esperienza italiana è sicuramente positiva anche se complicata. Il modello non è ancora sostenibile a livello economico. Ecco perché è fondamentale che ci sia un intervento del movimento sportivo, quindi mi riferisco al Coni e alla Federazione per dare forza ad un settore che crea posti di lavoro, ricchezza, eventi e visibilità anche a livello internazionale».

Quali sono le principali differenze con gli altri Paesi?
«Con MCES siamo presenti anche in Qatar e in Nord Africa. La Francia ha un mercato esportivo più grande e le principali differenze che si possono notare vertono anche sugli investimenti che realizzano le società per il marketing con l’obiettivo di cercare di trasformare il movimento degli esport in un indotto verso i propri prodotti».

Sempre a livello internazionale, gli eventi risultano decisivi per un maggiore indotto?
«In Francia si assiste ad un investimento importante negli eventi esport. Il movimento esportivo competitivo ha un giro di affari molto più elevato. Così come si registra una maggiore apertura nell’unione degli esport nella vita sociale e politica del Paese. Gli esport non vengono visti come un elemento esterno ma come strumento di formazione e socialità al pari di altri strumenti».

Come si può favorire il movimento esport in Italia?
«Parlando e dialogando con tutti: squadre, team, enti del settore. Oltre a rendere sempre più professionale il settore con regole chiare che permettano di avere ad esempio allenatori, mental coach, strutture certificate dove fare esport. In questo modo è possibile dare forza al movimento anche agli occhi delle famiglie e dei genitori di tanti ragazzi che praticano esport».

Quali sono i prossimi progetti di MCES Italia?
«Da poco abbiamo aperto la nostra gaming room all’interno del centro sportivo della Romulea, la scuola calcio più antica d’Italia e inizieremo un percorso anche con i ragazzi disabili per una integrazione totale. A giugno inaugureremo la nostra gaming house all’Elis, centro di formazione del Politecnico di Milano con tante iniziative per i ragazzi del quartiere».

Gli esport come progetti per una maggiore integrazione?
«Le iniziative saranno volte alla formazione, alla socialità e all’inclusività di tutti i ragazzi del quartiere che potranno avere un hub tecnologico dove poter crescere come streamer, giocatori o imparare a conoscere le nuove tecnologie di un settore in ascesa».

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