Gaza, lo scambio di prigionieri continua: sabato Hamas libererà altre 4 donne

Gaza, sabato la liberazione di altri 4 ostaggi come previsto dagli accordi

4 Min di lettura

Lo scambio di prigionieri previsto dall’accordo di Israele con Gaza continuerà. Hamas ha annunciato che sabato libererà altre quattro persone. Si tratta di altre quattro donne israeliane, che verranno rilasciate in cambio di un secondo gruppo di prigionieri palestinesi. A comunicarlo è il funzionario di Hamas, Taher al-Nunu, all’ l’agenzia di stampa Afp.

A pochi giorni dal cessate il fuoco con Israele, Gaza è ridotta a un cumulo di macerie: 15 mesi di guerra, in cui si sono susseguiti raid e bombardamenti ininterrotti, la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture della Striscia sono crollati, lasciando il posto a una devastazione senza precedenti.

Il bilancio dei morti è altrettanto drammatico: dal 7 ottobre 2023 al giorno del cessate il fuoco, secondo i dati del ministero della sanità locale sono state uccise 47.035 persone, e ne sono state ferite 111 mila. Solo nelle 24 ore successive all’annuncio della tregua, sono state uccise 122 persone. L’agenzia di protezione civile della Striscia stima che almeno 10 mila cadaveri si trovino ancora sotto le macerie. Secondo l’Onu bisognerà attendere il 2040 per una ricostruzione completa. Intanto Hamas promette: Gaza e il suo popolo “risorgeranno di nuovo per ricostruire ciò che l’occupazione ha distrutto”.

Il ritorno a casa per i gazawi e per gli ostaggi israeliani

Dopo il primo giorno senza bombardamenti, il popolo palestinese si prepara a tornare a una nuova “normalità”, dopo più di un anno di morte e di paura. Ammar Barbakh, trentacinquenne di Khan Yunis commenta così il primo risveglio dopo il cessate il fuoco: “Per la prima volta non abbiamo avuto paura, non ci chiedevamo quando ci sarebbe stato il prossimo raid”.

Un sentimento di sollievo che arriva insieme alla consapevolezza che il ritorno a casa, se della propria casa sarà rimasto qualcosa, non sarà semplice. Così Mohamed Gomaa, un uomo la cui testimonianza è stata riportata dal Guardian: “È stato un grande shock, tante persone sono scioccate a causa di ciò che è successo alle loro case: è distruzione, distruzione totale“. Per qualcuno, infatti, tornare a casa significa confrontarsi con una realtà nuova e dolorosa, a causa delle perdite. Ad esempio, Abdulrahman Riyati, che si trova a Khan Yunis dopo essere stato sfollato da Rafah, dice che ancora non vuole provare a tornare a sud ha raccontato alla Bbc: “È dura per me. Avevo un figlio di 30 anni, è stato martirizzato a Khan Yunis. L’ho portato con me da Rafah ed è morto. È dura per me tornare lì senza di lui“.

A tornare a casa sono anche gli ostaggi israeliani, di cui in queste ore abbiamo ascoltato le testimonianze e i ringraziamenti sui social. Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher, le tre donne ostaggio tornate a casa nel primo giorno di tregua, sono ora fra le braccia dei loro cari, e sperano di poter rivedere al più presto i loro famigliari ancora prigionieri di Hamas.

Sono tornata alla vita“, è stato il primo messaggio che Emily ha voluto affidare ai social. “Amore, amore, amore. Ringrazio Dio, ringrazio la mia famiglia, i miei amici, i migliori che ho al mondo. Sono riuscita a vedere solo un frammento di tutto e mi avete spezzato il cuore dall’emozione. Grazie, grazie, grazie. Sono la persona più felice del mondo“. Le tre donne attualmente stanno venendo sottoposte a controlli medici e psicologici. Le famiglie degli ostaggi tornati a casa ricordano l’importanza del rispetto del cessate il fuoco, fondamentale affinché altri israeliani possano continuare a tornare alle proprie famiglie.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo