L’Arcivescovo di Ancona: «La Chiesa sostiene chi soffre e si ferma davanti alla malattia. Sosteniamo la vicinanza, la cura e la medicina ma dobbiamo rispettare il dono della vita»
In questi giorni di dibattito in merito al diritto all’eutanasia e i nuovi casi di Fabio Ridolfi e Mario, il 44enne di Senigallia, primo in Italia ad aver ottenuto il via libera per il suicidio assistito, è tornato ad esporsi un membro della Chiesa di Roma.
Monsignor Angelo Spina, Arcivescovo metropolita di Ancona Osimo, la provincia di residenza di Mario, ha rilasciato un’intervista a QN: «La Chiesa cattolica ha rispetto di ogni persona ferma davanti al mistero e alla sofferenza della malattia. Tuttavia, il primo passo dovrebbe essere quello di curare e stare accanto a chi soffre».
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Sui metodi scientifici e la medicina: «Ci danno tanto, ci aiutano a curare le malattie e le sofferenze. Sottolineo, però, che devono essere al servizio della persona umana e devono promuovere il diritto alla salute, non togliere la vita. Seguendo il Giuramento di Ippocrate ricordiamo che affermava di curare con la medicina, non dare la morte con la stessa».
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