Dal caso Neumair una bussola per l’Italia

Mario Campanella
3 Min di lettura

Solo in Italia, unico caso europeo, i disturbi dì personalità sono riconosciuti come vizio parziale di mente

Nei giorni scorsi la Corte di assise di Bolzano ha condannato all’ergastolo Benno Neumair, il ragazzo altoatesino che aveva ucciso entrambi i genitori.

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, appare chiaro come la corte abbia rigettato le richieste della difesa di concedere la seminfermità mentale a Neumair, sulla scorta di un disturbo dì personalità.

Solo in Italia, unico caso europeo, i disturbi dì personalità sono riconosciuti come vizio parziale di mente, in seguito a una sentenza a sezioni unite della Cassazione, risalente al 2005, divenuta a tutti gli effetti legge per un’assenza specifica di indicazioni nella normativa e, più esattamente, nei due articoli del codice penale, 88 e 89, che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale e che nella sostanza non dicono niente. Sono due articoli di derivazione del codice Rocco che hanno lasciato aperte le fessure all’interpretazione giurisprudenziale degli ermellini.

Su questo aspetto, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, ha preannunciato il deposito di un disegno di legge assai semplice che, se approvato, darebbe chiarezza alle norme ed eviterebbe a tanti criminali incalliti dì farla franca, per reati gravi contro la persona.

Non bisogna andare alla preistoria per illustrare il fenomeno. Il recente autore del massacro delle tre giovani donne a Roma  aveva avuto una sorta di immunità grazie al disturbo antisociale di personalità, una condizione pressoché fisiologica nella delinquenza.

Addirittura Angelo Izzo, il raccapricciante mostro del Circeo, che con un permesso premio uccise altre due povere donne, tentò in passato la carta del disturbo dì personalità per sfuggire alla pena.

Il disegno di legge dì Antoniozzi, che sarà discusso probabilmente con lo stesso ministro Nordio, introduce la discriminante psicotica nella valutazione periziale. E non è un particolare dì poco conto, atteso che la psicosi è là condizione che può alterare completamente o significativamente la percezione di realtà e consentire a chi è realmente malato un’alternativa giusta dì pena.

Allo stesso tempo, si può evitare che delitti importanti finiscano nello sconto di massa che non assicura giustizia ne alle vittime, né alle loro famiglie.

In una democrazia liberale il principio della giusta pena è fondamentale, così come ovviamente la salvaguardia delle condizioni di civiltà e riabilitazione della reclusione.

Sul caso Neumair si deve alla tenacia della sorella di Benno , Made, l’avere evitato una decisione che avrebbe consentito un finale non proprio in linea con le esigenze di una giustizia giusta. Avvocati e psichiatri fanno il loro mestiere, legittimamente agganciandosi a quella sentenza di 17 anni fa che necessita di una revisione legislativa. Per non uccidere due volte chi è stato già privato ingiustamente della vita.

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