Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha iniziato nella giornata di ieri il tour lampo in Europa, dopo il rinvio del vertice di Ramstein a causa dell’impossibilità del presidente statunitense Joe Biden di recarsi in Europa, poiché impegnato con il violento uragano Milton. Le tappe di questo mini tour sono state Londra, Parigi e Roma, mentre oggi il presidente ucraino incontrerà il Papa, per poi recarsi a Berlino.
L’obiettivo è quello di assicurarsi l’aiuto e il sostegno politico e militare dei leader occidentali prima dell’inverno, e illustrare loro il piano della vittoria, considerato il mezzo per un secondo summit per la pace. In questo tour non si parla del “cessate il fuoco” e Zelensky ha chiarito che non è disposto a fare nessuna concessione alla Russia, soprattutto se si tratta di territori.
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Le tappe di Zelensky
La prima tappa è stata Londra, dove Zelensky ha illustrato il suo piano per la
vittoria al premier britannico Keir Starmer e al segretario della Nato Mark Rutte. I punti chiave della discussione sono stati l’integrazione euro-atlantica e il rafforzamento militare dell’Ucraina. “Questi sono i passi che creeranno le migliori condizioni per ripristinare una pace giusta“, ha affermato il leader ucraino. Starmer ha sottolineato l’importanza di mostrare il continuo sostegno politico, finanziario e militare a Kiev.
Dello stesso parere anche il segretario della Nato, poichè “non si tratta solo dell’Ucraina, ma anche di difendere l’Occidente” e il modello “di sicurezza” rappresentato dalla Nato. Inoltre Rutte ha parlato delle elezioni presidenziali statunitensi, suggerendo di non preoccuparsi nel caso vincesse Donald Trump, perché ha assicurato che il tycoon “è d’accordo con me che questa lotta in Ucraina non riguarda solo l’Ucraina, ma anche la sicurezza e la futura sicurezza degli Stati Uniti”.
La seconda tappa è stata Parigi, dove Zelensky ha ribadito al leader francese Emmanuel Macron la necessità degli aiuti prima che arrivi dell’inverno, data la “situazione difficile nell’est” e una “grande mancanza” di alcune attrezzature. Il leader francese ha rassicurato che il sostegno da parte della Francia “è incrollabile”.
Nella serata di ieri c’è stato l’incontro con la presidente del Cdm Giorgia Meloni a Villa Pamphilj a Roma, in cui la premier ha assicurato un sostegno “fermo, a 360 gradi” per “una pace che non sia resa come tanti, troppi, suggeriscono vigliaccamente”. L’obiettivo è arrivare a “un negoziato credibile”, dobbiamo continuare a reagire in
maniera ferma sul sostegno diretto e indiretto”.
Meloni ha annunciato inoltre nuove forme di supporto all’industria della difesa ucraina e la conferenza per la ricostruzione del paese che si terrà a Roma il 10-11 luglio. Zelensky dopo l’incontro ha dichiarato che si sta lavorando per arrivare alla pace il prima possibile: “Voglio ringraziare Giorgia Meloni per la conferenza della ricostruzione che si terrà a luglio in Italia. Apprezzo davvero molto lo scambio di opinioni avuto oggi. Abbiamo anche discusso della preparazione di un nuovo pacchetto di difesa”.
La risposta del Regno Unito
Secondo il Times, il Regno Unito sta già rispondendo alla visita del leader ucraino: la Difesa britannica starebbe infatti valutando l’invio di istruttori militari in Ucraina per addestrare le truppe di Kiev. Si tratterebbe di piccoli gruppi militari dell’esercito britannico da posizionare nella parte ovest dell’Ucraina. Una decisione al limite, dato che da tempo Mosca minaccia l’Occidente, intimidendo di non inviare le truppe in Ucraina, e non permettere a Kiev di utilizzare armi occidentali a lungo raggio in territorio russo.
Gli alleati occidentali preferiscono però agire con cautela, specie nel concedere i missili a lungo raggio per attaccare la Russia. In particolare l’Italia si è da subito schierata contro questa possibilità. A dividere gli alleati è anche l’ingresso di Kiev nella Nato. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, in visita a San Pietroburgo, ha infatti dichiarato che far entrare l’Ucraina nell’Alleanza “nelle attuali circostanze” provocherebbe la “Terza guerra mondiale”.
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