Zelensky a Cernobbio tallona l’Italia: “Dobbiamo poter usare armi in Russia”

"Abbiamo bisogno di questa capacità non solo sul territorio occupato dell'Ucraina, ma anche su quello russo, per far in modo che Mosca sia incentivata a cercare la pace" ha sostenuto il leader ucraino, cercando di convincere l'Italia a rimuovere il veto sulle armi inviate

Redazione
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso di accogliere l’appello italiano, e incredibilmente quello ungherese, decidendo di presentarsi di persona al Forum Ambrosetti, in svolgimento a Cernobbio sul Lago di Garda, per trattare i rapporti tra Kiev e Roma e il delicatissimo tema del veto sulle armi Nato in territorio russo. Il presidente ucraino è volato in Italia subito dopo aver lasciato la Germania, dove a Ramstein aveva partecipato alla riunione del gruppo di contatto sull’Ucraino e aveva incontrato il cancelliere Olaf Sholz.

Zelensky è consapevole di essere giunto ad un momento cruciale del conflitto contro la Russia, che richiede il possesso di pesanti armamenti e soprattutto la possibilità di utilizzarli non solo sui territori occupati di Kiev. Già alcune settimane fa, infatti, un esperto Usa aveva sottolineato che la guerra russo-ucraina fosse giunta ad unpunto morto” proprio a causa delle difficoltà dei due Paesi nel trovare le armi necessarie per portare avanti offensive di grandi dimensioni.

Il leader di Kiev ha quindi deciso di prendere la situazione nelle sue mani, dopo i due appelli fallimentari del segretario uscente della Nato Jens Stoltenberg e dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrel, recandosi in Germania per chiedere nuove armi e nuovi aiuti e poi in Italia per convincere il governo che rimuovere il veto sulle armi italiane in Russia è l’unico modo concreto per portare la pace in Ucraina. Questa mattina è inoltre previsto un incontro tra Zelensky e Giorgia Meloni, in cui l’argomento potrebbe essere affrontato ancora più efficacemente.

Zelensky: “Putin non si fermerà

Nel corso del suo intervento, il presidente ucraino ha voluto ringraziare l’Italia e il ministro degli Esteri Antonio Tajani per gli sforzi fatti in questi due anni e mezzo e per l’appoggio incondizionato mostrato sin dall’inizio della guerra. Nonostante l’Italia abbia sostenuto la causa ucraina, Zelensky ha voluto ricordare come sia giunto il momento di compiere un ulteriore passo in avanti. “Ci tirano quattromila bombe al mese, Putin non si fermerà, dobbiamo arrivare ad un eventuale tavolo negoziale in posizione di forza” ha chiarito Volodymyr Zelensky, prima di spiegare quali sono le intenzioni di Kiev.

Abbiamo bisogno di questa capacità non solo sul territorio occupato dell’Ucraina, ma anche su quello russo, per far in modo che Mosca sia incentivata a cercare la pace” ha sostenuto il presidente, trattando nello specifico delle armi donate dall’Occidente e sottolineando ancora una volta che Kiev non ha intenzione di usare le armi a lungo raggioper colpire i civili ma i campi militari fino a 100-300 chilometri” e rassicurando: “Non abbiamo altre idee di usare di queste armi“. Zelensky, quindi, si lancia in una disperata opera di convincimento, nella speranza di poter far definitivamente cambiare idea alla Nazione.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Noi vogliamo porre fine alla guerra, ma non a danno del nostro Paese” ha ricordato il leader ucraino, sottolineando come le speranze odierne riguardino proprio l’incontro con il premier Giorgia Meloni, con cui spera di “raggiungere obiettivi importanti“. Nel corso del suo intervento, però, Zelensky ha deciso di non nominare Viktor Orban né di rispondere ad alcune delle sue affermazioni. Il presidente ungherese aveva infatti dichiarato qualche ora prima che l’unico modo per porre fine al conflitto è quello di organizzare un tavolo a cui dovranno sedersi sia Vladimir Putin che Volodymyr Zelensky.

Nuovi pacchetti di aiuti per l’Ucraina

Mentre il presidente ucraino continua il suo tour nella speranza di convincere i Paesi dell’Occidente a cedere sul fronte del veto sugli armamenti, una prima vittoria giunge proprio dal vertice di Ramstein, in Germania, in cui il segretario della Difesa Usa Lloyd Austin ha annunciato l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 250 milioni di dollari all’Ucraina. Gli Stati Uniti non sono gli unici che hanno voluto rinsaldare il loro sostegno al Paese attaccato dalla Russia.

La Germania ha assicurato a Kiev altri 12 obici Panzer 2000, ovvero i semi-moventi più moderni al mondo, e il Regno Unito ha garantito l’invio di 650 missili Martlet. Anche Spagna e Canada hanno annunciato nuovi sostegni bellici per il Paese in difficoltà e la Commissione europea ha stanziato 40 milioni di euro aggiuntivi da utilizzare per il ripristino delle infrastrutture, in particolare quelle energetiche in vista dell’inverno, che sono state gravemente danneggiate dalle offensive russe.

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