Zelensky accusa: “Solo il 10% degli aiuti militari promessi, la Russia avanza”

“Il sostegno ricevuto dall'Ucraina durante la guerra è inferiore a quello che ha ricevuto la Russia, perché le sanzioni funzionano, ma non al 100%”, aggiunge, facendo riferimento alla necessità di una strategia più efficace da parte dell'Occidente

Redazione
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In un momento cruciale della guerra contro la Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alza la voce nei confronti degli Stati Uniti e della NATO. Mentre la Corea del Nord offre supporto militare a Vladimir Putin, Kiev si trova a dover affrontare un flusso di aiuti militari limitato e restrizioni sulla fornitura di armi. Zelensky sottolinea che l’Ucraina ha ricevuto solo il 10% degli aiuti militari statunitensi approvati dal Congresso all’inizio dell’anno, un dato che mette in evidenza le difficoltà logistiche e burocratiche che stanno ostacolando il supporto necessario per affrontare l’invasione russa.

In vista di un summit di Washington previsto per luglio, Zelensky aveva ricevuto rassicurazioni dai partner occidentali riguardo a un potenziamento della difesa aerea ucraina. Tuttavia, ad oggi, Kiev non ha ancora ricevuto i 6-7 sistemi di difesa promessi. “Non si tratta di questioni di denaro, ma di burocrazia e logistica”, afferma il presidente, evidenziando il disallineamento tra le promesse fatte e i risultati ottenuti.

Le parole di Zelensky

Zelensky mette in evidenza come, mentre l’Ucraina fatica a ricevere aiuti, la Russia continua a beneficiare di un supporto significativo, stimato tra i 10 e i 12 miliardi di dollari al mese, proveniente sia da aiuti che da operazioni che sfuggono alle sanzioni internazionali. “Il sostegno ricevuto dall’Ucraina durante la guerra è inferiore a quello che ha ricevuto la Russia, perché le sanzioni funzionano, ma non al 100%”, aggiunge, facendo riferimento alla necessità di una strategia più efficace da parte dell’Occidente.

Un ulteriore motivo di frustrazione per Zelensky è la notizia diffusa dal New York Times riguardo alla richiesta di missili Tomahawk, una componente fondamentale del piano di deterrenza non nucleare dell’Ucraina. Secondo quanto riportato, gli Stati Uniti non avrebbero accolto la richiesta, ritenendo che l’Ucraina non avesse un reale bisogno di queste armi avanzate e mostrando riluttanza a fornire un numero limitato di missili.

Questa informazione era riservata tra noi e la Casa Bianca”, spiega Zelensky. “Come interpretare questi messaggi? Significa che non c’è riservatezza tra i partner”. Il presidente ha chiarito che la richiesta di missili era legata a un possibile ritiro della Russia e che rappresentava un metodo preventivo di difesa. Tuttavia, l’interpretazione americana della questione ha portato a un ulteriore scetticismo, con Washington che ha considerato l’invio di armi come un’escalation del conflitto.

Con l’incertezza politica che circonda le prossime elezioni presidenziali statunitensi e il timore che un eventuale governo repubblicano possa ridurre il supporto a Kiev, Zelensky sta cercando di ottenere ulteriore assistenza da Joe Biden prima della scadenza del suo mandato a gennaio. La situazione è diventata critica, e il presidente ucraino sente la pressione di dover ottenere il supporto necessario per difendere il suo paese in un contesto internazionale sempre più complesso.

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