Sfruttando la disillusione verso gli Stati Uniti e l’Europa, il leader cinese più potente dai tempi di Mao Zedong punta a presentare al Sud globale un’alternativa al modello occidentale
Tra l’ambiguità strategica simulata sull’Ucraina e le mire globali, la partnership “omnicomprensiva” con la Russia di Vladimir Putin resta al momento centrale nelle ambiziose strategie del presidente Xi Jinping per un nuovo ordine mondiale, ribaltando quello dell’Occidente a guida Usa emerso dalla Seconda guerra mondiale.
Sfruttando la disillusione verso gli Stati Uniti e l’Europa, il leader cinese più potente dai tempi di Mao Zedong punta a presentare al Sud globale una alternativa al modello occidentale percepito o presentato come egemonico, famelico e discriminatorio.
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Le mire sul Medio Oriente, l’Arabia Saudita, Iran e Africa
Dal Medio Oriente, con la mediazione cinese tra Arabia Saudita e Iran (entrambi in ottimi rapporti con Mosca), all’Africa dove la presenza sino-russa è sempre più forte (spesso assicurata militarmente dai mercenari del gruppo Wagner), il terzo, inedito e storico mandato alla guida del Partito comunista e della Repubblica popolare ha messo Xi nella posizione di accelerare i suoi piani.
Nel farlo ha coinvolto Putin, malgrado la guerra in Ucraina lo abbia reso un reietto per nazioni come Usa, Germania e Giappone a maggior ragione dopo il mandato di arresto della Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra.
I diversi tasselli della lunga marcia diplomatica di Xi
La “lunga marcia diplomatica” del Dragone si compone di diversi tasselli, spesso annunciati in tempi diversi, ma con una visione generale d’insieme: il presidente, ad esempio, ha annunciato il 15 marzo la “global civilization initiative” (basata sul mantra che “modernizzare non equivale a occidentalizzare”, tra rispetto della diversità delle civiltà del mondo, valori comuni a tutta l’umanità e valori storici e culturali di tutti i Paesi), ma ci sono almeno cinque iniziative volte a plasmare l’ordine internazionale.
A tal proposito, durante la sessione annuale del parlamento di inizio marzo il ministro degli Esteri Qin Gang, alla domanda sulla visione cinese per “migliorare” la governance globale, ha fatto riferimento al “futuro condiviso dell’umanità” (ordine internazionale libero da pregiudizi intrinseci occidentali esistenti, secondo un concetto incorporato nel 2017/18 nei preamboli della Costituzione di Pcc e Stato), alla Nuova Via della Seta (Belt and Road), ai valori comuni dell’umanità, all’Iniziativa di sicurezza globale e all’Iniziativa di sviluppo globale.
La Belt and Road: priorità politica di Pechino
La Belt and Road, lanciata da Xi a settembre 2013, è una priorità della politica estera di Pechino, vista come efficace mezzo “per costruire un nuovo modello di relazioni internazionali” basato sull’interconnessione globale incentrata sulla Cina: coordinamento delle politiche intergovernative, riduzione delle barriere commerciali e infrastrutture, connettività, integrazione finanziaria e scambio tra persone.
Ad aprile 2022, Xi ha proposto l’Iniziativa di sicurezza globale (usata anche per il dossier Ucraina) durante il forum di Boao (la Davos d’Asia), mentre lo scorso febbraio è stato illustrato un libro bianco, evidenziando le priorità della sicurezza comune, della sovranità e dell’integrità territoriale, del focus sulla Carta dell’Onu, delle legittime preoccupazioni per la sicurezza di tutti i Paesi e della risoluzione pacifica delle controversie tramite dialogo e consultazione.
La proposta di sviluppo a livello di Nazioni Unite
L’Iniziativa di sviluppo globale, presentata a settembre 2021 all’Assemblea generale dell’Onu, ha gettato una proposta di sviluppo a livello di Nazioni Unite, tentando di legarla agli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2030. In evidenza, l’attenuazione della povertà, la sicurezza alimentare, la risposta alla pandemia e ai vaccini, e la finanza allo sviluppo.
E le iniziative, in questo scenario, si moltiplicano. Ad esempio, il terzo forum dalla Belt and Road si terrà entro fine anno. A dispetto delle crescenti tensioni tra Washington e Pechino, le priorità di politica estera di Xi sono rivolte al Sud del mondo per rimodellare l’ordine internazionale con caratteristiche cinesi. E il sostegno di Putin, bersaglio dell’Occidente, è quanto mai utile.
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