Von der Leyen rinvia vertice con capigruppo: la partita dell’Europa si gioca in casa tra tensioni e polemiche

La presidente della Commissione Ue sarebbe stata forzata a rimandare il vertice a causa del veto dei Socialisti, Liberali e Verdi che sono restii alla nomina di Fitto

Redazione
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Sono giorni di tensione per l’Unione europea. Ieri, Ursula von der Leyen ha deciso di rinviare il vertice con i capigruppo dell’Europarlamento per la presentazione della squadra ufficiale dei 26 commissari della nuova Commissione Ue. La riunione è quindi stata posticipata a martedì 17 settembre, a seguito della sessione plenaria che si terrà a Strasburgo. Dall’Ecr e dai Palazzi istituzionali non sembra che sia arrivata alcuna polemica per il rinvio del colloquio con i capigruppo, ma è certo che non si stata una notizia gradita.

Ufficialmente le motivazioni della proroga trovano riscontro con il ritardo della Slovenia che ha proposto come commissario Marta Kos, ex ambasciatrice, al posto di Toma Vesel. Ciò sotto la richiesta della von der Leyen per un discorso di parità di genere. La nomina slovena, però, deve essere ancora approvata dal Parlamento e, di conseguenza, deve essere ancora formalizzata. Esiste però una seconda versione della storia. La presidente della Commissione Ue sarebbe stata forzata a rimandare il vertice a causa del veto dei Socialisti, Liberali e Verdi che sono restii alla nomina a commissario dell’italiano Raffaele Fitto. Di fatto, i partiti Ue sarebbero convinti che assumere il ministro degli Affari europei ed esponente dei Conservatori di Ecr come vicepresidente sarebbe un errore.

Von der Leyen: la posizione dei partiti

La verità si cela nel mezzo a queste due versioni. La von der Leyen vorrebbe assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo a Fitto per ammorbidire le tensioni con Ecr e per fare in modo che si scosti dall’estrema destra dei Patrioti di Viktor Orbán, Matteo Salvini e Marie Le Pen. A questo si aggiunge anche la posizione dell’Europa verso un lustro colmo di impegni. Nel quinquennio 2024-2029, infatti, la nuova Commissione dovrà sostenere dei cambiamenti in termini di equilibrio politico anche a livello internazionale con le presidenziali americane. Il 28 novembre 2025 poi, ci saranno le elezioni in Germania.

I Socialisti nomineranno solo quattro commissari su 26 contro i nove della scorsa legislatura. Poi c’è la situazione del Lussemburgo: il primo ministro conservatore Luc Frieden ha indicato Christophe Hansen del Ppe al posto di Nicolas Schmit. Ieri, il presidente del Pse, l’ex premier svedese Stefan Löfven, avrebbe minacciato un voto contrario. Dal suo canto, il Pd ha adottato un feeling più morbido per via dei buoni rapporti dei dem con Fitto e alla priorità di non essere come il partito che si scaglia contro a un candidato italiano.

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