Nell’ambito della sessione plenaria in corso a Strasburgo, il Parlamento europeo ha valutato gli esiti del Consiglio riunitosi lo scorso 6 marzo convocata per discutere dell’Ucraina e di difesa europea, vista il delicato momento per il popolo ucraino e la sicurezza europea al netto della nuova amministrazione americana che ha sospeso il sostegno a Kiev e sollevato interrogativi sul futuro del suo impegno difensivo in Europa. I deputati, difatti, hanno ascoltato come la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, intende rafforzare le capacità di difesa europee.
Infatti, “siamo di fronte una crisi della sicurezza europea“, avverte il Presidente belga incalzando però che è “nelle crisi che l’Europa è sempre stata costruita“. Motivo per cui, secondo von der Leyen, questo sarebbe il momento adeguato per raggiungere una pace attraverso la forza. Una pace che non può più essere data per scontata nell’Unione. Continuando ad invigorire il Pe, la politica tedesca richiama al coraggio, apprezzando l’alto livello di consenso ricevuto al Consiglio europeo riguardo come affrontare la difesa europea, che “era del tutto impensabile solo poche settimane fa“.
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La guardia è stata abbassata, le illusioni sono andate in frantumi e l’ordine di sicurezza europeo è stato scosso. L’attuale condizione dell’Ue, a detta di von der Leyen, sarebbe dovuta a motivazioni e dinamiche storiche. “Dopo la fine della guerra fredda, – spiega la Presidente – alcuni credevano che la Russia potesse essere integrata nell’architettura economica e di sicurezza dell’Europa“, mentre altri speravano di poter contare “a tempo indeterminato sulla piena protezione dell’America“. Quindi, citando Alcide de Gasperi, più che mai risulterebbe necessaria una difesa comune europea “come deterrente” per chi minaccia l’Europa unita.
Von der Leyen continua ad appellarsi al pioniere dell’Ue ricordando le sue parole, secondo cui “non abbiamo bisogno solo della pace tra noi, ma di costruire una difesa comune. Non si tratta di minacciare o conquistare, ma di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno, mosso dall’odio contro un’Europa unita. Questo è il compito della nostra generazione“. E proprio su questa base, la presidente belga desidera riprendere in mano un coraggio europeo ed una unione che, a distanza di settant’anni da De Gasperi, occorre per affrontare un medesimo compito. Quindi, con la “nuova comprensione” del fatto che occorre pensare “in modo diverso e agire di conseguenza“, von der Leyen richiama a prendersi maggiormente cura della difesa dell’Ue a partire da subito.
Il bisogno incombente di un’impennata nella difesa europea, a detta della Presidente della Commissione, sarebbe necessaria “prima di tutto a causa della situazione in Ucraina“, dove è necessario colmare “le lacune nelle forniture militari dell’Ucraina” oltre a fornirle solide garanzie di sicurezza. Perché “questo momento della resa dei conti non riguarda solo l’Ucraina” bensì tutta l’Europa e di conseguenza la sicurezza dell’intero continente. In tal senso, infatti, il Presidente russo, Vladimir Putin, “ha dimostrato più volte di essere un vicino ostile” del quale non ci si può più fidare e può “solo essere scoraggiato“.
Inoltre, essendo a piena conoscenza del fatto che il complesso militare della Russia sta superando quello europeo, e che il Cremlino sta spendendo più di tutta l’Europa messa insieme, dove la produzione è ancora su un ordine di grandezza inferiore, “l’Europa deve farsi avanti“. Von der Leyen puntualizza spiegando che l’obiettivo del piano ReArm Europe da lei presentato la scorsa settimana segue una semplice logica che prevede di agire su ogni singola leva finanziaria a disposizione, affinché si possa rafforzare e accelerare la produzione di difesa europea.
La proposta per il nuovo strumento finanziario, definito come Safe, Security Action for Europe, è stata approvata dal Consiglio europeo e permetterebbe di offrire agli Stati membri fino a 150 miliardi di euro in prestiti, da investire seguendo alcuni principi di base che potrebbero concentrarsi su alcuni “ambiti di capacità strategica selezionati“, dalla difesa aerea ai droni, dagli abilitatori strategici al cyber. “Questi prestiti – spiega von der Leyen – dovrebbero finanziare gli acquisti dai produttori europei per aiutare a rafforzare la nostra industria della difesa“.
Inoltre, “i contratti dovrebbero essere pluriennali, per dare all’industria la prevedibilità di cui ha bisogno“, oltre ad “un focus sugli appalti congiunti“. Una strategia estremamente potente anche solo considerando le iniziative guidate da Repubblica Ceca e Danimarca per fornire armi e munizioni all’Ucraina. “Una nazione ha preso l’iniziativa, altre si sono unite, per piazzare ordini più grandi. L’industria è cresciuta e i prezzi sono scesi“.
La presidente della Commissione si è poi soffermata su alcuni punti del RearmEU, ribadendo il motivo per cui sarebbe fondamentale mobilitare i bilanci nazionali, secondo quanto verrebbe considerato con l’attivazione della clausola della salvaguardia nazionale. “Oggi – spiega von der Leyen – spendiamo poco meno del 2% del nostro Pil per la difesa. Tutte le analisi concordano sul fatto che dobbiamo muovere più del 3%. L’intero bilancio europeo raggiunge solo l’1% del nostro Pil“.
Risulterebbe quindi ovvio che la maggior parte di nuovi investimenti possa provenire solo dagli Stati membri. Si tratta di un nuovo strumento che la Commissione propone di attivare in modo controllato, limitato nel tempo e coordinato per tutti i membri e che riuscirebbe a trasformare i bilanci della difesa in modo rapido ed efficace.
In ogni caso, l’utilizzo dei Fondi di Coesione per il ReArmEu è una possibilità che gli Stati membri “avranno per reindirizzare alcuni dei loro fondi non impegnati verso progetti legati alla difesa“, come ad esempio infrastrutture o di ricerca e sviluppo. “Si tratta di una scelta volontaria“, rimarca von der Leyen ricordando che spetterà al Parlamento e al Consiglio decidere su questa opzione aggiuntiva. Motivo per cui, il piano di riarmo prevede anche misure per mobilitare gli investimenti privati, con la Banca europea per gli investimenti e l’imminente Unione del risparmio e degli investimenti. Scelte che, secondo la Presidente belga, avranno ricadute positive anche per l’economia e la competitività europea. “E l’Europa sarà all’altezza“, tira le fila dell’intervento la Presidente.
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