Von der Leyen accelera sulle nomine: la commissione pronta a dicembre

Un piano complesso da portare avanti a causa delle difficoltà che potrebbe incontrare sul suo cammino: da un lato le audizioni che potrebbero essere più lunghe e dure del previsto a causa delle ostilità tra partiti e dall'altro il grande interrogativo sui possibili candidati rifiutati. La presidente quindi esorta a stringere i tempi, così che il processo possa avere tempistiche non esagerate

Redazione
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Ursula Von der Leyen ha le idee chiare e vuole evitare rallentamenti che possano far perdere ulteriore tempo all’Unione europea. I dossier da aprire e su cui iniziare a lavorare sono molteplici, primo tra tutti quello della Difesa, seguito da quello della transizione ecologica. La presidente della Commissione Ue ha sempre sottolineato negli scorsi mesi come i prossimi cinque anni saranno cruciali per la sopravvivenza dell’Unione e della democrazia, e già dal suo secondo insediamento Von der Leyen sta provando sulla sua pelle la difficoltà di unire sotto una sola autorità ben 27 Paesi.

Così il gioco delle nomine dei commissari europei si trasforma in una battaglia sul ring, in cui i vari partiti iniziano a scontrarsi sui nomi proposti dagli avversari. Nel mezzo, come un arbitro c’è Von der Leyen, che è decisa più che mai a velocizzare il processo decisionale. L’obiettivo è quello di formare la commissione entro il primo dicembre. Una data vicina, che preoccupa soprattutto a causa delle ultime difficoltà che sono sorte nell’Europarlamento.

La speranza della presidente è che le audizioni dei candidati si svolgano senza particolari problematiche, così che il processo di formazione della commissione possa procedere senza freni. Eppure, manca ancora una candidata: la Slovenia continua a tentennare sul nome di Marta Kos, sul quale manca il via libera parlamentare per una serie di motivi. Von der Leyen ha però tre giorni per presentare il piano della sua nuova Commissione ed ora i ritardi non sono più ammessi. Resta in bilico la figura di Raffaele Fitto, ex ministro degli Affari europei, che potrebbe rischiare di ottenere un portafoglio meno importante rispetto a quanto auspicato.

I rallentamenti sulle nomine dei candidati

Affinché la data del primo dicembre sia quella definitiva per l’insediamento della nuova Commissione europea, il percorso delle nomine dei commissari deve subire sin da subito un’accelerazione significativa. Innanzitutto sarà necessario trovare una soluzione per la candidatura slovena. Marta Kos, scelta iniziale del governo della Slovenia, non sembra più una scelta giusta a causa delle sue presunte implicazioni con una società di lobby e con i servizi iugoslavi. Così, nel piano Von der Leyen manca ancora un nome e la presidente inizia a spazientirsi.

Da Bruxelles, dunque, hanno iniziato a giungere esortazioni affinché il primo ministro sloveno Robrt Golob formalizzi la candidatura dell’ex diplomatica nonostante queste difficoltà. La presidente della Commissione Ue è infatti consapevole che se il suo iter vuole essere rispettato c’è la necessità che le audizioni ai candidati inizino il prima possibile. Si ipotizza, infatti, che questi possano avere tempistiche più lunghe del solito, a causa delle ostilità profonde tra partiti che in questa commissione promettono scintille.

Ursula Von der Leyen
Ursula Von der Leyen, presidente Commissione Ue

Insomma, ogni candidato sarà scrutato nel minimo dettaglio e le possibilità che qualcuno di essi sia scartato sono altissime. Si teme ance per l’italiano Raffaele Fitto che, in quanto esponente dei Conservatori europei, potrebbe essere preso di mira dal gruppo di sinistra, in particolare dai Verdi. Indipendentemente da queste problematiche, alla presidente della Commissione spetta il compito di vigilare affinché queste audizioni si concludano entro novembre, così che l’ultimo mese dell’anno si trasformi nel punto di partenza di un gruppo di lavoro che avrà numerosi nodi da sbrogliare per i prossimi cinque anni.

Le nuove ipotesi sulle deleghe ai commissari

Nel momento in cui le audizioni dovessero essersi concluse e quindi fossero ormai decisi definitivamente i nomi dei 27 commissari che lavoreranno per il benessere dell’Ue, resterà da sciogliere ancora il nodo delle assegnazioni di ruoli e portafogli. Al momento, sembrerebbe che Von der Leyen non abbia ancora scelto con certezza, viste anche le difficoltà da affrontare, ma vi sarebbero alcuni punti fermi su cui la leader tedesca sarebbe già convinta.

Innanzitutto la figura del francese Thierry Breton all’Industria, oltre che come vicepresidente, nonostante si vociferasse anche di una possibile delega alla Difesa; poi la certezza che i vicepresidenti della Commissione siano già stati individuati e non saranno modificati in futuro. Resta il dubbio sul resto dei portafogli da assegnare. Raffaele Fitto inizia a traballare, poiché sembrerebbe che la tanto agognata delega all’Economia sia passata nelle mani di Valdis Dombrovskis. Una dura perdita, che sarebbe però compensata in parte dalla possibilità che a lui vengano assegnate le deleghe al Pnrr e alla Coesione.

Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto
Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto

Nel puzzle delle nomine, poi, vi sarebbero l’olandese Woepke Hoekstra, l’irlandese Michael McGrath e l’austriaco Magnus Brunner in corsa per una delega economica, il greco Apostolos Tzitzikostas, che punterebbe alle deleghe che per il momento sembrerebbero assegnate a Fitto, la spagnola Teresa Ribera in lizza per la delega alla Concorrenza e il ceco Sikela a cui potrebbe essere assegnata la delega al Commercio. Il portafoglio dell’agricoltura è conteso tra il lussemburghese Christophe Hansen e il tedesco Nicolas Schmit.

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