In India sono giorni di pura apprensione. La preoccupazione sale e il virus Chandipura sta prendendo sempre più piede tra i bambini. Il Paese ha confermato già 51 casi in diverse regioni. Uno studio internazionale in fase di pubblicazione, coordinato da Francesco Branda, Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha realizzato una piattaforma per monitorare al meglio i casi e dare “un quadro globale completo dell’epidemia in corso con risposte tempestive e coordinate“.
Virus Chandipura: quali sono i sintomi
Trasmesso da pappataci e zecche, può provocare febbre con dolore articolare, sindrome di Reye e la paralisi cerebrale infantile. Secondo lo studio, all’inizio i sintomi sono simili a quelli dell’influenza, “ma possono progredire rapidamente fino all’encefalite, al coma e alla morte entro 24-48 ore, colpendo soprattutto i bambini di età inferiore ai 15 anni. L’esatto meccanismo attraverso il quale il virus entra nel sistema nervoso centrale non è ancora del tutto chiaro”.
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“Tuttavia, si ritiene che produca una fosfoproteina nelle cellule cerebrali entro sei ore dall’infezione, il che potrebbe spiegare la sua rapida letalità. Sfortunatamente – avvertono gli scienziati – non sono disponibili farmaci antivirali o vaccini. Il controllo dei vettori, l’igiene e la sensibilizzazione sono le uniche misure disponibili contro la malattia“.
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