Usa-Russia, Witkoff annuncia un Putin pro pace mentre prosegue le stragi e Trump è ottimista ma sempre più frustrato

Gli Stati Uniti decantano l'apertura di Mosca ai negoziati per trovare l'intesa sulla pace con l'Ucraina, ma Putin prosegue sulla sua strada con offensive e stragi

6 Min di lettura

Non è passata neanche una settimana dall’ultimo incontro tra l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff e il Presidente russo, Vladimir Putin, e da quel deferente gesto della mano sul cuore che cercava di mitigare il clima di tensione che si respira tra Russia e Usa. Da quell’incontro fiume durato quattro ore e mezza che si era concentrato “su diversi aspetti dell’accordo sull’Ucraina“, però non si avevano avuti grandi dettagli.

Ora, Witkoff nel corso di un’intervista rilasciata a Fox News ha rivelato che Putin sarebbe aperto “a una pace permanente“, spiegando che la chiave dell’accordo complessivo “riguarda i cosiddetti cinque territori“. Witkoff non ha nominato direttamente i territori, ma secondo quanto ricostruiscono i media ucraini sembra riferirsi alla Crimea e alle oblast’ di Donetsk, Luhansk, Zaporizhia e Kherson, parzialmente occupate.

Mosca ha dichiarato l’annessione di queste ultime quattro regioni nel 2022. “Ma c’è molto di più“, ovvero, tra i desideri dello zar figurerebbero anche i protocolli di sicurezza, insieme ad un “sacco di dettagli allegati“, ma non sarebbe minimamente preso in considerazione l’articolo 5 della Nato. Si tratterebbe, nello specifico, della norma cardine del Testamento, che prevede che un attacco armato contro uno Stato membro sia considerato quale attacco diretto contro tutte le parti, impegnando ognuna ad assistere la parte o le parti attaccate, facendo ricorso, se necessario, all’impegno della forza armata.

E’ una situazione complicata – ha ammesso Witkoff – radicata in alcuni aspetti davvero problematici che stanno accadendo tra i due Paesi“. Ad ogni modo, Putin al di là del cessate il fuoco, avrebbe dato avanzato la propria preferenza, facendo ottenere agli Usa una risposta. “C’è voluto un po’ di tempo per arrivare a questo punto“, riconosce l’inviato della Casa Bianca aggiungendo che all’incontro pietroburghese hanno preso parte anche due consiglieri-chiave del Presidente russo, Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev.

Penso che potremmo essere sul punto di qualcosa di molto, moltyo importante per il mondo intero“, ha rivelato Witkoff senza specificare però cosa Putin voglia ottenere come condizione per la pace con Kiev. In ogni caso, gli accordi commerciali tra Russia e Stati Uniti farebbero parte dei negoziati. Motivo per cui, secondo l’inviato statunitense “ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni russo-americane attraverso alcune opportunità commerciali molto interessanti, che credo possano dare una vera stabilità anche alla regione“.

Il Presidente Trump afferma di fare pressione su Mosca e Kiev, ma finora non è riuscito a ottenere alcuna concessione significativa dal Cremlino, nonostante i ripetuti negoziati tra funzionari russi e statunitensi. Anzi, nonostante gli sforzi diplomatici, ci sono stati pochi progressi significativi sull’obiettivo principale del tycoon di raggiungere un cessate il fuoco. Il mese scorso Putin aveva respinto una proposta congiunta Usa-Ucraina, che riguardava una pausa completa e incondizionata del conflitto, mentre il Cremlino aveva subordinato la tregua nel mar Nero alla revoca di alcune sanzioni da parte dell’Occidente sul traffico russo.

E solo ieri, Trump ha accusato il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, di aver “lasciato scoppiare” la guerra, salvo poi correggere il tiro, dividendone la responsabilità con lo zar.

Le contraddizioni dei negoziati Usa-Russia

Ciò che era stato riferito dal capo dell’intelligence estera russa, Sergei Naryshkin, secondo cui il dialogo di Mosca con gli Stati Uniti stesse proseguendo in una direzione positiva, sembra essere stato confermato da queste ultime, anche se concise aperture di Putin al raggiungimento della pace. Il punto è che, tanti sono i colloqui e meeting, quanti gli elementi che alimentano le contraddizioni tra quanto viene dichiarato e quanto veine poi effettivamente fatto.

Se da un lato sopravvive l’ottimismo del tycoon che ha sempre creduto nei negoziati con la Russia, dall’altro la realtà ridimensiona ogni aspettativa. Infatti, solo due giorni fa la Mosca che si direbbe a detta degli States aperta a dialogare e a trovare l’intesa per la paxce, aveva portato il conflitto con l’Ucraina su un altro piano causando la strage di 34 vittime taccando la città di Sumy.

E ancora, la scorsa settimana, il presidente Usa aveva affermato di essere “furioso” per le ultime dichiarazioni dello zar sull’Ucraina, con la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che aveva infatti confermato come Trump fosse “stato molto chiaro sul fatto che è stato continuamente frustrato con entrambe le parti di questo conflitto“.

Frustrazione che era stata palesata proprio mentre Witkoff metteva piede a Mosca la scorsa settimana, con la decisione del tycoon di utilizzare il suo social Truth per mandare un messaggio inequivocabile al Cremlino: “La Russia deve muoversi. Troppe persone stanno morendo, migliaia a settimana in una guerra terribile e senza senso. Una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere e non sarebbe mai accaduta se io fossi stato presidente“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo