In Usa per i repubblicani morte Nasrallah è un’occasione, Kushner: “Israele deve finire il lavoro”

Gli oppositori di Biden-Harris criticano la richiesta di una tregua a Israele. Per Jared Kushner l'uccisione del capo degli Hezbollah è stato "il giorno più importante in Medio Oriente dalla svolta degli Accordi di Abramo". Intanto all'interno dell'amministrazione Biden ci sono divisioni riguardo la linea da seguire

Redazione
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Negli Usa la guerra in Medio Oriente è un punto fondamentale da affrontare in vista delle elezioni presidenziali di novembre. E se i democratici Biden-Harris hanno una visione più diplomatica per evitare l’escalation, confermata anche dalla richiesta a Israele di una tregua, i repubblicani sono sempre più convinti che l’azione aggressiva di Benjamin Netanyahu sia necessaria.

Usa, repubblicani: Israele finisca lavoro

Da una parte c’è la linea democratica di Joe Biden e Kamala Harris, che nonostante considerino l’uccisione di Hassan Nasrallah, il capo Hezbollah, come una “forma di giustizia” per le tantissime morti che ha provocato durante tutta la sua vita, sono convinti che per evitare l’escalation in Medio Oriente sia necessario utilizzare gli strumenti diplomatici al posto della violenza.

Dall’altra parte ci sono invece i repubblicani che vogliono che i dem smettano di richiedere una tregua a Israele e che considerano un’opportunità la morte del capo libanese. Lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson e vari leader repubblicani hanno esplicitato la loro posizione in una dichiarazione comune: “Invitiamo l’amministrazione Biden-Harris a porre fine alle sue controproducenti richieste di cessate il fuoco e alla sua continua campagna di pressione diplomatica contro Israele”. Per loro la morte di Nasrallah è “un importante passo avanti per il Medio Oriente”.

Ad oggi Donald Trump ancora non si è espresso, ma lo ha fatto il suo genero e consigliere quando era alla Casa Bianca – con delega per il Medio Oriente – Jared
Kushner
, che ha definito la morte del capo della milizia sciita come “il giorno più importante in Medio Oriente dalla svolta degli Accordi di Abramo” da lui mediati.

Il repubblicano ha quindi esortato Israele a terminare il lavoro, criticando la richiesta del cessate il fuoco al nord e scrivendo in un post su X che “non c’è ritorno per Israele. Non possono permettersi ora di non finire il lavoro e smantellare completamente l’arsenale che è stato puntato contro di loro. Non avranno mai un’altra possibilità”. Post ritwittato dall’ex ambasciatore in Israele David Friedman e da altre voci repubblicane influenti.

Il post su X

Amministrazione Biden su Medio Oriente

All’interno dell’amministrazione Biden ci sono però delle divisioni per la linea da seguire in Medio Oriente. Per alcuni il raid di Israele è l’opportunità più importante mai capitata per stroncare definitivamente gli Hezbollah libanesi, arrivando poi a una tregua a condizioni più vantaggiosi: si tratta della strategia escalate to de-escalate. “Nessun Paese, compreso gli Usa, avrebbe accettato di essere attaccato ogni giorno per un anno”, ha ammesso un ex dirigente del Pentagono.

Altri dem pensano invece che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu stia agendo per contrastare Biden e la sua azione diplomatica per la tregua e la liberazione degli ostaggi a Gaza e favorire Trump nelle elezioni. Da sottolineare che Bibi e Biden non si parlano da agosto.

La linea ufficiale però è quella dichiarata dal portavoce della sicurezza
nazionale John Kirby alla Cnn: “Non credo che nessuno stia piangendo la perdita di Nasrallah, noto terrorista con sangue americano e israeliano sulle mani, ma piangiamo sicuramente la perdita di qualsiasi vita civile”. Ha però voluto sottolineare che gli Usa sosterranno sempre la sicurezza di Israele.

Nonostante gli Usa non sapessero in anticipo del raid contro Nasrallah ma sono stati avvisati ad operazione in corso, Kirby ha rassicurato che il dialogo tra Usa e Israele continua, soprattutto per capire quali siano i prossimi passi giusti da compiere in Libano. Ha ribadito che Biden “continua a credere che ci debba essere tempo e spazio per la diplomazia” e che “una guerra totale con Hezbollah o l’Iran non è il modo per riportare le persone nelle loro case nel nord di Israele in sicurezza”.

Gli Usa ora devono fare in modo di evitare che la guerra continui con un’invasione israeliana di terra in Libano e l’intervento massiccio diretto dell’Iran. Ma manca ancora un mese alle elezioni presidenziali e c’è tutto il tempo per altre divisioni e polemiche.

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