Usa, donna trans squalificata dalla corsa alla camera dei rappresentanti

In un clima di controversie sulle questioni trans, una donna transgender è stata squalificata dalla corsa alla Camera dei Rappresentanti dello stato dell'Ohio. Le polemiche abbondano

Redazione
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Una controversia legata ai diritti della comunità transgender si è manifestata durante le elezioni dello stato dell’Ohio, con Vanessa Joy, una donna trans di 42 anni, che è stata squalificata dalla corsa alla Camera dei Rappresentanti dello stato per non aver incluso nella documentazione per la candidatura, il nome che aveva alla nascita. 

La legge statale richiederebbe ai candidati che hanno cambiato nome negli ultimi cinque anni di fornire questa informazione, e in effetti Joy effettuò il cambio del nome sui propri documenti solo nel 2022. Tale legge prevederebbe anche delle esenzioni per coloro che hanno cambiato nome dopo il matrimonio, ma non menziona in alcun modo le persone trans.

Opinioni contrastanti sulla vicenda

Joy, aspirante rappresentante democratica del distretto 50 dello stato dell’Ohio, ha dichiarato di non essere stata a conoscenza della legge fino alla sua squalifica, sottolineando il disagio emotivo che tale imposizione può arrecare alle persone trans. Joy ha anche affermato che, indipendentemente dalle scelte di vita personale, molte persone trans potrebbero esitare a rivelare i loro “dead names” (nomi morti) anche per motivi di sicurezza personale.

Il portavoce del segretario di Stato dell’Ohio, Frank LaRose, ha difeso la decisione del consiglio elettorale della contea, suggerendo che la legge è uguale per tutti e pertanto si applica a tutti i candidati. LaRose ha respinto le critiche definendo “cinico e ingiusto criticare il consiglio elettorale della contea di Stark per la sua decisione unanime di seguire la legge“.

Rick Hasen, professore alla facoltà di giurisprudenza dell’UCLA, ha invece fornito un’opinione meno polarizzata, evidenziando il fatto che richiedere ai candidati di rivelare eventuali cambiamenti di nome pone effettivamente dei problemi sociali ed etici, ma d’altro canto serve a uno scopo. Infatti, qualora un candidato dovesse avere qualcosa da nascondere nel suo passato “come un’attività criminale” sarebbe piuttosto utile conoscerne il nome originale, morto o vivo che sia.

L’Ohio ha pochi rappresentanti transgender?

L’episodio ha sollevato interrogativi sulla rappresentanza transgender nelle istituzioni pubbliche, con Vanessa Joy che spera di ispirare le generazioni più giovani a partecipare attivamente alla politica. “Desideravo dare alle generazioni più giovani il coraggio di uscire, votare e candidarsi loro stessi alle elezioni.” avrebbe affermato Joy, “se vedono una ragazza trans dell’Ohio candidarsi, potrebbero avere più coraggio di votare e vedere che il loro voto può fare la differenza.”

Attualmente, Dion Manley, membro del consiglio scolastico di Gahanna, è l’unico funzionario transgender eletto in servizio nello stato dell’Ohio. Nonostante la controversia, altri tre candidati transgender hanno presentato domanda per concorrere alla legislatura statale il mese scorso. Se uno di loro dovesse vincere, sarebbe il primo legislatore transgender dello stato.

Un clima teso per le questioni trans

La squalifica di Joy è arrivata in un momento in cui l’Ohio era già sotto i riflettori nazionali per altre questioni legate ai diritti delle persone transgender. Il governatore Mike DeWine, ha recentemente posto il veto a un disegno di legge sostenuto dai repubblicani che avrebbe limitato l’assistenza ai minori che si sottopongono alla transizione, e persino la partecipazione delle ragazze trans agli sport scolastici.

Com’era prevedibile, tale veto ha generato diverse critiche da parte di alcuni repubblicani, tra cui ovviamente l’ex presidente Donald Trump, il quale ha fortemente attaccato la decisione, asserendo che quella legge poteva impedire “le mutilazioni dei bambini”. Il veto potrebbe però essere ancora contestato nei prossimi giorni dai legislatori dell’Ohio.

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