Usa-Cina, la sfida moderna sulla Luna: chi prima arriva meglio alloggia

"Non siamo più negli anni Sessanta, non parliamo di una corsa alla Luna, bensì una corsa alla corsa. Ora è molto più complicata la situazione e la posta in gioco è più alta" ha dichiarato Harrison del Csis

Redazione
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Durante la guerra fredda, il primo a mettere piede sulla Luna vinceva. Il dominio morale e tecnologico all’epoca fu conquistato dall’America con Neil Amstrong, il 20 luglio 1969. Ora, con lo spostamento degli assetti geopolitici nel mondo i rivali sono cambiati e la Cina ha preso il posto della Russia nella sfida contro gli USA. La posta in gioco è sempre la stessa ma cambiano le regole: non vince più chi tocca per primo la Luna ma chi ci resterà. L’America, anche stavolta, fa sapere Bill Nelson, non è disposta a perdere: “Sarebbe motivo di vanto per la Cina stanziarsi. Per questo è nostra intenzione che non accada“.

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Allunaggio

La Cina è in vantaggio

A porre il problema dei “diritti di proprietà lunari” è stato Todd Harrison del Center for Strategic and International Studies: “Vogliamo essere lì per stabilire un precedente per l’estrazione di materiali sulla Luna, e vogliamo farlo in linea con i nostri valori e il nostro sistema economico e se la Cina arriverà per prima potrà stabilire un precedente basato sui suoi valori e sul suo sistema economico“. Harrison è giustamente preoccupato visto l’evidente avanzamento tecnologico cinese.

Il colosso asiatico, dal 2003, porta a casa una serie di missioni riuscite una dopo l’altra e che, sottolinea il Post, hanno fatto sì che diventasse il top delle potenze spaziali. I cinesi hanno visitato il satellite tanto ambito molteplici volte tra il 2007 e del 2010 e poi nel 2013, planando sul satellite con il lander cinese Chang’e-3. Poi, nel 2019 la Cina è riuscita ad arrivare sulla “faccia nascosta” della Luna e nel 2020 ha portato sulla Terra campioni di suolo lunare. Inoltre, sono riusciti a mandare un rover su Marte nel 2021 e sono dotati di una stazione spaziale che si trova in orbita terrestre bassa, “abitata” in modo continuativo.

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In partenza per lo spazio

3-0 per la Cina quindi, che è riuscita ad atterrare per tre volte con successo sulla superficie lunare, mentre gli Stati Uniti restano fermi alla missione Apollo 17 del 1972. Stando alle dichiarazioni di Dean Cheng, consulente del programma Cina dello U.S. Institute of Peace, il gigante asiatico “sembra voler chiarire che sarà un attore importante, se non il principale, nel definire norme e standard per la futura attività spaziale“.

Usa si crea una coalizione internazionale per non farsi battere

Per riuscire a stare al passo con la Cina gli Usa hanno dovuto creare una coalizione internazionale. Ottima mossa visto che tra gli alleati c’è l’altro gigante Asiatico, l’India, protagonista di un’impresa storica: sono i primi, con la sonda Chandrayaan-3 ad essere atterrati vicino al polo Sud lunare, considerato il nuovo “Eldorado” per via delle riserve di ghiaccio presenti in quell’area. Impresa dove Russia, Israele e Giappone hanno miseramente fallito.

Oltre l’india la coalizione è composta da altri 31 Paesi, che si sono impegnati a firmare gli accordi Artemis, un quadro giuridico per l’uso pacifico dello spazio che disciplinerebbe il comportamento sul suolo lunare. La Cina, ovviamente non rientra tra i firmatari, esclusa perché, fa sapere il Post, la Nasa avrebbe paura di un furto di tecnologia in casa.

Non siamo più negli anni Sessanta, non parliamo di una corsa alla Luna, bensì una corsa alla corsa. Ora è molto più complicata la situazione e la posta in gioco è più alta” fa sapere Harrison del Csis. Inoltre “se nessun Paese può rivendicare la sovranità sul suolo lunare, Pechino potrebbe dire “non stiamo rivendicando territorio, ma questa è una zona off limits e nessuno può arrivare qui entro un certo raggio. Sarebbe un’estensione di quello che hanno fatto nel Mar cinese meridionale” ammonisce Harrison.

I prossimi passi (sulla Luna)

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Luna

Nel 2022 la Nasa ha portato a casa con successo la missione Artemis I con l’invio del veicolo spaziale Orion ed ha in programma, tra la fine del 2024 o l’inizio del 2025 anche la missione Artemis II. La trilogia, in tempi ancora da definire, si chiuderà con la prima missione di allunaggio, Artemis III. Per i prossimi mesi la Nasa sarà parecchio indaffarata sul fronte lunare, cercando di portare a termine (con successo) un paio di missioni robotiche sul satellite terrestre.

La situazione sul fronte cinese è altrettanto operosa. Per il 2024 è prevista la missione Chang’e-6, che ha come meta nuovamente la “faccia nascosta”, dove verranno raccolti dei campioni per essere portati e analizzati sulla Terra. Nel 2026 si procederà con Chang’e-7, dove la Cina si estenderà fino nei pressi del polo Sud lunare, nel quadro – fa sapere il Post – di un lavoro per costruire l’International Lunar Research Station, un insediamento cinese.

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