A poche ore di distanza dal discorso del leader supremo dell’Iran Ali Khamenei, Israele sembra pronta a sferrare il suo attacco contro lo Stato islamico. Lo avrebbero confermato alla testata Ynet alcune fonti statunitensi, che avrebbero parlato di un’offensiva “imminente“. Al momento non vi sarebbero informazioni accurate sui piani dello Stato ebraico, ma sembrerebbe che oggi, nonostante sia il giorno sacro dello Shabbat, presso il Ministero della Difesa di Tel Aviv vi siano stati colloqui tra Israele e i Paesi alleati proprio per decidere in che modo agire nei confronti di Teheran.
Secondo la testata Ynet, sembrerebbe che l’Idf abbia dichiarato che “non si può ignorare ciò che ha fatto l’Iran“, ovvero l’attacco nei confronti di Israele della scorsa settimana, che avrebbe causato danni alle basi militari del Paese, comprese quelle aeree. Sembrerebbe, inoltre, che l’offensiva che Israele starebbe pianificando sarà “forte e significativa“. Per il momento non vi è stato alcun commento da parte dell’Iran sull’evoluzione del conflitto.
Un’offensiva in risposta all’attacco iraniano
Il piano su cui Israele starebbe lavorando è una risposta all’attacco iraniano del primo ottobre, che si è riversato sulle città del territorio israeliano. Lo Stato islamico avrebbe lanciato 200 missili, sostenendo che questi fossero la vendetta per la morte dei leader Hassan Nasrallah e Ismail Haniyeh. Un’offensiva dura e brutale che però non ha causato morti o feriti tra la popolazione israeliana.
Il raid di Teheran, infatti, è stato intercettato da Iron Dome, il sistema di protezione israeliano, che ha eliminato gran parte dei missili diretti sul Paese. Quelli che hanno toccato il suolo avrebbero colpito edifici e località militari. L’attacco è stato duramente criticato dagli Stati Uniti, che in tutta risposta hanno “aumentato la prontezza delle forze” nella Regione e hanno garantito il loro supporto a Tel Aviv nella possibilità di un’offensiva di risposta contro l’Iran.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato un vertice a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro della Difesa, Guido Crosetto, del titolare degli Affari Esteri, Antonio Tajani (in collegamento da remoto), dei vertici dei servizi segreti, del consigliere diplomatico della presidente del Consiglio, Fabrizio Saggio, e del sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata all’Intelligence, per discutere di quanto accaduto.