L’Ue da oggi ha ufficialmente dato il via ai negoziati di adesione con l’Albania. Nella riunione a Lussemburgo è stato aperto il primo grande cluster, quello dei ‘Fondamentali’, che a sua volta racchiude cinque capitoli negoziali tematici. Ad annunciarlo il commissario europeo all’Allargamento Oliver Varhelyi che su X ha parlato di un “traguardo importante” raggiunto dall’Albania nel suo processo di integrazione all’Ue. “Poiché l’Albania ha portato a termine le riforme richieste, siamo in grado di aprire il 1° cluster – Fondamentali, consentendo di procedere con altri cluster” ha annunciato, sottolineando la “determinazione” e l”impegno” di Tirana.
Albania: il percorso d’integrazione in Ue
L’Albania ha presentato domanda di adesione all’UE nell’aprile 2009 e ha ottenuto lo status di paese candidato nel giugno 2014. In questo decennio ci sono state solo due conferenze di adesione, una nel luglio 2022 e l’altra questa mattina. L’incontro di oggi e quelli successivi porteranno Bruxelles a esaminare i “fondamenti” dell’adesione, quindi soprattutto se le modalità in cui il paese affronta il tema dei diritti umani, dello Stato di diritto e del funzionamento delle istituzioni democratiche si allineano a quelli dell’Unione. I negoziati sono stati approvati dagli ambasciatori europei a fine settembre, dopo la dissociazione dell’Albania dalla vicina Macedonia settentrionale nella sua domanda di adesione, dato l’aggravamento dei rapporti tra Skopje e i paesi Ue.
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L’ambasciatore europeo in Albania, Silvio Gonzato, ha dichiarato a Euronews: “I colloqui potrebbero consentire a Tirana di unirsi al Montenegro nella fascia alta dei Paesi candidati”. Mentre a settembre aveva affermato che “l’Albania non ha un piano B. C’è un chiaro consenso tra le diverse parti per portare l’Albania nell’Ue”.
Il premier Edi Rama: “Devo ringraziare Putin”
Il primo ministro albanese Edi Rama ha dichiarato che nel Pese si sentono “eccitati e molto incoraggiati” per l’apertura dei negoziati di adesione che porterà finalmente a “far sedere l’Albania come pari intorno al tavolo degli Stati membri dell’Unione europea”. Ha spiegato che l’Albania è molto impegnata verso l’Ue dallo stesso giorno in cui “siamo fuggiti dall’inferno della dittatura, come il Paese comunista più isolato d’Europa, come una Corea del Nord in mezzo all’Europa“. Rama ha confessato che “per noi, l’Unione europea e l’Europa sono l’unico posto in cui essere e l’unico posto in cui vivere”, perché è l’unico spazio in cui possono essere garantite “le libertà individuali, lo stato di diritto e una democrazia funzionale”.
Ha ironizzato ringraziando Vladimir Putin per questo, perché con l’invasione dell’Ucraina “ha svegliato anche i più scettici e ha fatto loro capire che i Balcani occidentali sono necessari per un’Unione europea più forte, così come la costellazione dell’Unione europea è necessaria per i Balcani occidentali“. Ha affermato che si assicurerà che “questa grande finestra di opportunità non si chiuda senza la nostra presenza nell’Unione europea” e ha concluso ponendo l’obiettivo del 2030 come l’anno entro cui l’Albania entrerà in Ue.
Situazione di tensione in Albania
I negoziati per l’adesione dell’Albania all’Ue stanno avendo luogo in un momento critico per il paese. Infatti la scorsa settimana l’opposizione ha manifestato contro il premier Edi Rama, chiedendone le dimissioni. Le contestazioni sono nate dopo che un membro dell’opposizione, Ervin Salianji, è stato incarcerato per diffamazione. Salianji è stato condannato ufficialmente per “aver fornito false prove” in un caso di traffico di droga, ma per l’opposizione è “un atto di vendetta e terrorismo contro il Partito democratico” e accusa Rama di esserne il mandante.
L’opposizione reputa scorretto il modo di governare del premier socialista, perché abuserebbe del suo potere per mettere a tacere gli oppositori. Lo stesso leader del Partito democratico Sali Berisha è agli arresti domiciliari per accuse di corruzione nei suoi precedenti governi.
Sia gli Usa che l’Ue hanno esortato l’opposizione a calmare le acque e tornare a dialogare con il governo, affermando che la violenza non aiuterà il Paese a integrarsi con l’Europa. A Bruxelles, comunque, Rama resta fondamentale, un punto di riferimento per i Balcani occidentali, mentre l’Ue rispolvera in fretta e furia la politica di allargamento, diventata priorità dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Uno dei punti caldi per l’adesione di Tirana all’Ue sarà quello delle modalità con cui l’Albania gestisce gli alti livelli di corruzione, perché, come dichiarato dalla Commissione Europea, “nonostante alcuni progressi e continui sforzi nella lotta alla corruzione, questa rimane una questione di seria preoccupazione“. L’obiettivo di Rama è poter portare l’Albania all’Ue entro il 2030, quindi promette un impegno continuo contro la corruzione e la criminalità organizzata nel suo programma di riforme.
L’Ue punta tutto sul nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali, che prevede investimenti europei pari a 6 miliardi di euro che nei prossimi 3 anni saranno devoluti ai Paesi candidati dei Balcani occidentali, in cambio di riforme per avvicinare le loro economie e società all’Ue. I 6 miliardi di euro verranno distribuiti in base al Pil e alla popolazione di ciascun Paese, ma vi potranno accedere solo dopo che avranno attuato “programmi di riforma” per allineare i loro paesi agli standard europei. I fondi destinati ai paesi che non si impegneranno ad attuare riforme, verranno assegnati ad altri paesi dei Balcani occidentali.
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