Ucraina, Zelensky sui negoziati con Mosca: “Dipendono da risultato elezioni Usa”

L'Eurocamera ha votato a favore per un prestito di 35 miliardi di euro a Kiev; i deputati leghisti si sono astenuti, sostenendo che il sostegno a Kiev non può diventare un "assegno in bianco, senza nessun controllo e condizionalità relativo all'acquisto di armamenti"

Redazione
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Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha dubbi: “La possibilità di avviare negoziati di pace con la Russia dipenderà dal risultato delle elezioni presidenziali americane“. Insomma la data del 5 novembre 2024 diventa sempre più attesa e per motivazioni sempre più varie. La vittoria di Kamala Harris oppure quella di Donald Trump, infatti, potrebbe cambiare le sorti in gioco del conflitto russo-ucraino e possibilmente mettervi fine. Il leader di Kiev avrebbe confessato questo suo pensiero nel corso di un incontro con un gruppo di giornalisti ieri, ma le sue parole erano state secretate fino a oggi.

Zelensky avrebbe infatti anche voluto rassicurare i suoi alleati, e in parte i suoi avversari, sottolineando che l’intenzione dell’Ucraina non è quella di armarsi con il nucleare. La settimana scorsa, infatti il presidente avrebbe rilasciato delle dichiarazioni che avrebbero mandato nel panico anche il Cremlino. Parlando della possibile entrata dell’Ucraina all’interno delle Nazioni Unite, Zelensky aveva sostenuto che nel caso in cui questo fosse loro negato allora Kiev dovrebbe avere almeno in dotazione delle armi nucleari.

Non chiediamo che ci vengano date armi nucleari” ha invece dichiarato ieri il leader di Kiev, sostenendo poi che non è un segreto il fatto che la Germania sia scettica su una possibile entrata dell’Ucraina all’interno della Nato. “Hanno paura della questione Nato-Germania in termini di reazione russa” ha infatti dichiarato il presidente ucraino, sottolineando come questo sia ormai “un dato di fatto“.

Ucraina, via libera dell’Ue a prestito da 35 miliardi

La pubblicazione delle parole di Zelensky segue di poche ore una decisione dell’Unione europea che può essere definita storica. L’Europarlamento ha infatti approvato con 518 voti favorevoli, 56 contrari e 61 astensioni un prestito fino a 35 miliardi di euro per l’Ucraina, che è parte di un pacchetto concordato lo scorso giugno dal G7 con l’obiettivo di fornire 50 miliardi di dollari di aiuti finanziari a Kiev.. Si tratterebbe della nuova assistenza macro-finanziaria (Amf) che prevede questa somma venga poi ripagata tramite le entrate che deriveranno dai beni russi congelati.

Ci assicureremo che i beni congelati dalla Russia siano utilizzati dall’Ucraina. Per rinnovare, ricostruire e riprendersi” ha scritto su X la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, sottolineando gli obiettivi che l’Ucraina dovrà raggiungere grazie ai finanziamenti che a essa sono stati garantiti. Il meccanismo dei beni congelati russi è stato invece messo in atto affinché Kiev abbia la possibilità di ripagare i suoi debiti, creati principalmente dalla necessità di ricostruire e in parte rafforzare le strutture e le infrastrutture del Paese.

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La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola

Nel corso di un discorso alla Nazione andato in onda ieri sera, Zelensky ha poi confermato che gli Stati Uniti contribuiranno alla guerra contro la Russia con l’invio di 800 milioni di dollari che non verranno utilizzati per la ricostruzione del territorio ma per la produzione di droni a scopo bellico. Al momento, quindi, la conclusione del conflitto non sembra affatto vicina e le parole del presidente sulle prossime elezioni Usa potrebbe quindi rivelarsi una verità.

Ucraina, la Lega si astiene sul prestito all’Ucraina

Nel corso del voto all’Eurocamera sul prestito da circa 35 miliardi per l’Ucraina, i deputati italiani si sono presentati quasi come un fronte unito. Gli unici a decidere di astenersi sulla votazione sono stati i leghisti: sette eurodeputati su otto si sono astenuti mentre Aldo Patriciello non era presente in aula. Tutte le altre delegazioni italiane si sono espresse a favore, con altri sei deputati assenti o che non hanno espresso un voto.

Gli eurodeputati leghisti hanno quindi deciso di esprimere in una nota le motivazioni che li hanno spinti a non esprimersi sul prestito, sottolineando innanzitutto il loro sostegno al “sacrosanto diritto di difendersi dall’aggressore” ma volendo anche mettere in luce le “forti perplessità verso chi, in Occidente sembra preferire l’escalation militare alla diplomazia, soffiando sul  fuoco e con il rischio concreto di una terza guerra mondiale“.

Di conseguenza, gli eurodeputati leghisti hanno dichiarato che al momento il sostegno a Kiev non può diventare un assegno in bianco, senza nessun controllo e condizionalità relativo all’acquisto di armamenti“, perché “se davvero si desidera la pace, i finanziamenti Ue non possono in alcun modo favorire l’escalation della guerra“.

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