Ucraina, Zelensky arriva a Washington. Trump: “Dittatore? Non posso credere di averlo detto”

Zelensky arriva a Washington per la firma dell'accordo sulle terre rare. Sollecitato dai giornalisti della Bbc, Trump ha negato di aver mai rivolto parole offensive nei confronti del presidente ucraino

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Il presidente Volodymyr Zelensky è da poco atterrato a Washington, dove verrà firmata l’intesa sulle terre rare tra Ucraina e Stati Uniti. Donald Trump si è fin da subito mostrato fiducioso quanto all’esito positivo dell’incontro, e nelle ultime dichiarazioni rilasciate ha anche affermato di avere un ottimo rapporto con il suo omologo di Kiev.

Alla vigilia dei colloqui alla Casa Bianca, il Tycoon ha affermato infatti di nutrire “grande rispetto” nei confronti del leader ucraino, definendolo anche “molto coraggioso“. Sollecitato dalla Bbc sulle sue precedenti dichiarazioni, in cui aveva rivolto parole particolarmente dure nei confronti di Zelensky, arrivando a definirlo un dittatore, il presidente Usa si è mostrato quasi sorpreso. “Sono stato io a dirlo? Non posso credere di averlo detto“, questa la reazione alla domanda dei giornalisti, che chiedevano se in occasione dell’incontro Trump si sarebbe scusato per le offese arrecate.

L’accordo sulle terre rare, una “rete di sicurezza” per l’Ucraina

Poco prima dell’incontro con il primo ministro britannico Starmer, il presidente Trump ha parlato dell’intesa sulle terre rare sottolineando che si tratta di un accordo “molto importante per entrambe le parti, perché ci farà entrare nel Paese e lavorare lì“. Non solo, ma la convergenza con Kiev, continua il magnate, rappresenterà una vera e propria “rete di sicurezza” per il Paese.

Da quanto si evince dalle bozze che sono circolate nei giorni scorsi, l’accordo sulle terre rare prevederà l‘apertura di un fondo, al quale l’Ucraina contribuirà con il 50% degli introiti derivanti dallo sfruttamento delle risorse minerarie locali, tra cui litio, grafite, cobalto e titanio, terre rare come lo scandio, ma anche gas e petrolio, e delle relative logistiche.

Dal canto loro gli Stati Uniti si impegneranno a sostenere la ripresa economica del Paese in futuro. Negli accordi per ora non sembra essere stata esplicitata la quota che gli Usa verseranno nel fondo. Viene fatto riferimento soltanto a un’intesa su delle “proprietà congiunte“, che dovranno però essere dettagliate in accordi successivi. A non essere più menzionati sono invece i 500 miliardi di dollari di debito, richiesti originariamente da Trump come tetto massimo del contributo di Kiev al fondo, ma anche il mantenimento degli Usa del “100% degli interessi finanziari nel fondo“.

Terre rare, lo scontro tra i senatori repubblicani

L’accordo che sarà firmato a breve ha suscitato non poche perplessità e divisioni fra gli stessi senatori repubblicani. Se alcuni intravedono nell’intesa il potenziale di una grande vittoria, altri invece si mostrano scettici e richiedono maggiori garanzie a tutela della sovranità dell’Ucraina, ritenute fondamentali per una pace duratura e non sufficientemente esplicitate nelle bozze circolate.

Diversi altri senatori frenano invece su un coinvolgimento eccessivo da parte di Washington nel conflitto russo-ucraino, temendo che possa implicare una partecipazione attiva ed esplicita degli Stati Uniti nella guerra.

Il senatore Thom Tillis, in particolare, si è pronunciato in maniera piuttosto critica nei confronti degli accordi. Come riportato dalla testata statunitense The Hill, Tillis ha affermato che l’assenza di garanzie di sicurezzaabbastanza solide” potrebbe scoraggiare fortemente gli investitori privati, specie quelli americani.

Sarà fondamentale per la nostra credibilità nel presentare questo progetto come un’impresa in cui possano partecipare aziende degli Stati Uniti, dell’Europa o di qualsiasi altro paese. Devono avere queste garanzie di sicurezza”, ha rimarcato. Non ultima fra le difficoltà anche quella relativa al fatto che, ricorda Tillis, “una buona parte dei minerali di cui stiamo parlando si trova sotto il suolo occupato attualmente dai soldati russi”.

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