La coalizione guidata da Francia e Regno Unito, creata a seguito del vertice di Londra del 2 marzo con l’intento di garantire la sicurezza in Ucraina, non ha ottenuto un appoggio concreto da parte di Washington, motivo per cui corre il rischio di arenarsi.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, i due Paesi alla guida della coalizione avrebbero chiesto espressamente alla Casa Bianca di fornire potenza aerea, ma anche sorveglianza delle frontiere e intelligence al posto delle truppe. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tuttavia, sembra essersi rifiutato di portare avanti un impegno di questo genere al fianco dei “volenterosi” d’Europa.
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Un certo scetticismo è stato espresso anche dall’Alto rappresentante della politica estera Ue, Kaja Kallas, giunta alla sede Nato per prendere parte alla riunione dei ministri della Difesa della coalizione dei volenterosi. “La possibilità di una forza di rassicurazione in Ucraina è strettamente legata al fatto che ci sia pace o meno. E finora la pace non c’è“, ha sostenuto specificando la necessità di chiarire quale sarà il mandato delle truppe dei volenterosi, perché proprio su questo punto i vari Paesi partecipanti hanno “sensibilità diverse“.
Kallas ha poi ricordato che uno dei punti che sarà discusso nel corso della ministeriale di oggi riguarda la possibilità di estendere il mandato della missione europea di assistenza militare in Ucraina, così da continuare “ad aggiornare concretamente la missione in base alle esigenze di Kiev“, come fatto finora. Sul ruolo degli Usa, Kallas è stata perentoria, evidenziando che il fine è sempre quello di “mantenere gli Usa con noi“, in quanto è anche interesse degli Stati Uniti che in Europa ci sia la pace. Alla ministeriale odierna, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, risulta assente e sostituito da alti ufficiali della difesa mandati in rappresentanza dall’Italia.
Nuovi colloqui Usa-Russia a Istanbul, ma “l’Ucraina non è in agenda”
Le delegazioni russe e statunitensi intanto sono giunte a Istanbul: la capitale economica della Turchia ospiterà, presso il consolato russo, un nuovo round dei colloqui tra le due potenze. Fra i temi sul tavolo, tuttavia, non dovrebbe comparire l’Ucraina. La portavoce del dipartimento di Stato Usa Tamy Bruce ha voluto precisare che la questione Kiev “non è assolutamente nell’agenda”. Il principale argomento di discussione dovrebbe essere invece la normalizzazione delle relazioni diplomatiche e l’operatività delle ambasciate. L’obiettivo sarebbe quello di ripristinare le condizioni antecedenti all’invasione russa.
Normalizzare le relazioni implica però necessariamente una pace con Kiev; a sottolinearlo è una fonte vicina ai negoziati in una dichiarazione rilasciata all’agenzia russa Tass, che ha anche specificato che “I colloqui saranno sostanziosi e andranno avanti per ore, ma al contempo difficilmente si protrarranno come il 27 febbraio“. Il riferimento è al primo round di colloqui, che ha avuto luogo due mesi fa a Istanbul: anche in quel caso, la questione del rilancio delle relazioni diplomatiche tra Mosca e Washington è stata al centro della discussione che ha impegnato le delegazioni per oltre sei ore.
Intanto, secondo quanto riportato da Wsj, ad Abu Dhabi è stato effettuato uno scambio di prigionieri tra Usa e Russia. Mosca ha rilasciato Ksenia Karelina, una donna con doppia cittadinanza, russa e statunitense, che era stata condannata nel 2024 a 12 anni di carcere per aver donato meno di 100 dollari a un ente benefico ucraino con sede negli Usa. Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno liberato Arthur Petrov, cittadino russo-tedesco, che due anni fa era stato arrestato a Cipro per presunta esportazione di dispositivi microelettronici sensibili.
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