Gli Stati Uniti d’America vogliono le terre rare presenti in Ucraina e sono pronte a sfoderare ogni mezzo pur di averle. Dopo un primo stop di Zelensky alle trattative, apparentemente troppo sbilanciate verso gli interessi Usa, Donald Trump ha deciso di passare alle maniere forti. I negoziatori statunitensi che lavorano con Kiev su questo dossier avrebbero infatti sollevato la possibilità di tagliare l’accesso del Paese al sistema Internet satellitare Starlink di Elon Musk.
La notizia è stata riportata da Reuters, che ha citato tre fonti informate. Sembrerebbe, poi, che la questione sia stata nuovamente affrontata lo scorso giovedì, durante l’incontro tra il leader di Kiev e l’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina, Keith Kellog. Senza Starlink, la Nazione ucraina potrebbe essere vicina al disastro, come sottolineato da una delle fonti interpellate da Reuters.
Leggi Anche
Da quanto si apprende, infatti, il sistema satellitare di Elon Musk sarebbe fondamentale per il funzionamento del Paese, tanto che Kiev lo considera “la sua stella polare“. La minaccia statunitense potrebbe quindi indurre l’Ucraina a cedere le terre rare e gli altri minerali ricercati dagli Usa, al fine di poter continuare ad usufruire del sistema Starlink.
Sulla questione si è schierato il leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che ha parlato di “mercificazione di un accordo“, ovvero lo scambio della pace con una merce consumistica. “È una vergogna e, per questo, continuiamo a dire stop al riarmo e siamo contro la proposta europea di derogare al Patto di stabilità per il riarmo“, ha sostenuto infatti il portavoce di Europa Verde, chiedendo che questi fondi siano invece trasferiti sulla sanità e sul sistema universitario italiano.
L’Ucraina ha davvero le terre rare?
La questione delle terre rare è divenuta un fattore centrale nel tentativo di pacificazione dell’Ucraina. Il presidente Usa ha infatti sostenuto di voler continuare il sostegno a Kiev solo se in cambio il suo Paese riceverà garanzie di guadagno. A fronte della mancanza di materiali per le industrie statunitensi, quindi, Trump ha puntato tutto sulle possibilità del terreno ucraino.
Il Tycoon vorrebbe “l’equivalente di circa 500 miliardi di dollari di terre rare“, al fine di risanare i fondi utilizzati in questi tre anni per la protezione di Kiev. In realtà, però, il presidente avrebbe fatto riferimento non solo ai 17 elementi che costituiscono i “minerali rari“, ma in generale a tutti i materiali presenti nel Paese e utili agli Usa. Tra questi si conta litio, grafite e cobalto, da utilizzare per la costruzione di batterie per le macchine elettrice, poi titanio per il settore aerospaziale e uranio per quello nucleare.
Non è chiara la quantità di questi materiali presenti in Ucraina, in quanto non tutti i depositi sono stati adeguatamente esplorati. Alcune stime, inoltre, farebbero riferimento all’epoca sovietica, per cui i dati potrebbero essere stati gonfiati a fini propagandistici. In ogni caso, l’accordo Usa, che prevede lo scambio di terre rare per ottenere la pace, non avrebbe soddisfatto Zelensky, che invece chiede più garanzie nel caso di una nuova invasione russa.
Trump ha quindi sostenuto che proprio la presenza Usa sul territorio, per l’estrazione dei minerali, sarebbe già un ottimo deterrente per Putin. Al momento, il leader di Kiev non sembra pronto a firmare un accordo e si ipotizza che stia prendendo in considerazione la possibilità di fare accordi anche con altri Paesi, tra cui Unione europea e Canada, al fine di spingere più Paesi ad avere interessi in Ucraina.
Proprio qualche settimana fa, una fonte vicina Zelensky aveva rivelato al Financial Times che c’è necessità di proteggere le risorse minerarie dell’Ucraina, in quanto queste potrebbero finire nelle mani della Russia o di altri avversari dell’Occidente. Una strategia che potrebbe però sbattere violentemente contro le prove di forza degli Usa, che non temono di esercitare il loro potere per ottenere quanto desiderano.
© Riproduzione riservata