Ucraina, Usa e Russia “cautamente ottimisti” sulla tregua. Zelensky: “Condizioni Mosca ritardano accordi”

Volodymyr Zelensky ha attaccato la Russia, sostenendo che questa starebbe tentando di "sabotare la diplomazia con le sue condizioni". Un tentativo di ricordare che, a questo punto, se la tregua e il cessate il fuoco non sono attuabili è prevalentemente per le decisioni prese da Mosca

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La Russia e gli Stati Uniti continuano senza sosta i colloqui relativi ad una possibile tregua in Ucraina. Nella notte si è svolto un colloquio a porte chiuse tra il presidente Vladimir Putin e l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, che sembra abbiano discusso di quanto accaduto nel corso dei colloqui di Gedda, dove si sono incontrate le delegazioni Usa e ucraine. Proprio in quell’occasione, Kiev ha deciso di accettare la proposta statunitense di una tregua di 30 giorni, lasciando quindi ora la palla a Mosca, che dovrà decidere se allinearsi oppure provocare un ulteriore strappo.

Al momento sia la Casa Bianca che il Cremlino parlano di “cauto ottimismo” nei confronti di quello che potrebbe accadere. Da un lato c’è infatti Witkoff, che ha sostenuto di essere “cautamente ottimista” sul fatto che la Russia possa decidere di accettare l’accordo, dall’altro c’è il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che in conferenza stampa oggi ha parlato di “ragioni che giustificano un cauto ottimismo“, per poi aggiungere che però “c’è ancora molto da fare“.

Il presidente degli Usa, Donald Trump
Il presidente degli Usa, Donald Trump

Il presidente Usa, Donald Trump, si è invece espresso in maniera ambigua, sostenendo di aver avuto “discussioni molto positive e produttive con il presidente russo Vladimir Putin“, senza specificare se stesse facendo riferimento ad una telefonata avuta con l’omologo russo o se avesse fatto proprie le parole dell’inviato speciale, Steve Witkoff. In ogni caso, le parole del titolare della Casa Bianca rinforzano l’auspicio che Russia e Ucraina possano trovare un accordo nel prossimo futuro, ponendo fine ad un conflitto che dura ormai da tre anni.

Guerra in Ucraina: il tema centrale dell’invasione nel Kursk

Mentre si cerca di comprendere quali siano le richieste che Mosca avrebbe presentato agli Stati Uniti al fine di accettare una tregua o addirittura un cessate il fuoco definitivo, Trump e Putin cercano un terreno comune per parlare del destino del Kursk. Si tratta della Regione di confine tra Russia e Ucraina che lo scorso agosto è stata presa d’assalto dalle truppe di Kiev, con l’obiettivo di conquistarla ed utilizzarla come merce di scambio per la pace.

Se inizialmente il piano di Zelensky sembrava essere vicino al successo, un improvviso cambio delle forze in gioco, anche a causa della sospensione temporanea degli aiuti diretti e indiretti da parte degli Usa, ha permesso alla Russia di ottenere di nuovo il controllo di gran parte di questo territorio. Ora, le truppe ucraine sono in evidente difficoltà e rischierebbero di essere annientate.

Sulla questione sarebbe dunque intervenuto prima Volodymyr Zelensky, chiedendo agli Usa “iniziative forti“, per spingere la Russia ad accettare la tregua e poi lo stesso Donald Trump, che avrebbe chiesto al suo omologo russo di risparmiare le vite dei soldati ucraini intrappolati nel Kursk. “Sarebbe un orribile massacro, mai visto dalla Seconda Guerra Mondiale“, ha infatti sostenuto il Tycoon.

Putin si sarebbe dichiarato favorevole ad accettare la richiesta del titolare della Casa Bianca, ma solamente ad una condizione, ovvero che i soldati di Kiev depongano le armi. “Per attuare efficacemente l’appello del Presidente degli Stati Uniti è necessario un ordine da parte della leadership dell’Ucraina alle sue unità militari: deporre le armi ed arrendersi“, ha infatti affermato il leader russo nel corso di un intervento al Consiglio di sicurezza russo.

Vladimir Putin, presidente russo
Vladimir Putin, presidente russo

Volodymyr Zelensky, d’altra parte, ha attaccato la Russia, sostenendo che questa starebbe tentando di “sabotare la diplomazia con le sue condizioni“. Un tentativo di ricordare che, a questo punto, se la tregua e il cessate il fuoco non sono attuabili è prevalentemente per le decisioni prese da Mosca. “Le loro condizioni per il cessate il fuoco complicano e ritardano il negoziato“, ha infatti sostenuto il leader di Kiev, aggiungendo: “La Russia è l’unica entità che vuole che la guerra continui e che la diplomazia fallisca“.

Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, a margine del G7 in Canada, ha però voluto sottolineare un aspetto fondamentale che sembrerebbe sfuggire ad entrambe le parti: “I negoziati, che siano nel campo degli affari, del commercio o della geopolitica, richiedono che entrambe le pari facciano concessioni“.

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