Ucraina, un Paese senza futuro

Redazione
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A quasi due anni dall’inizio del conflitto in Ucraina le prospettive di una fine della guerra e una possibile ricostruzione del Paese sembrano improbabili. Il problema della crisi demografica esiste da decenni, ma la persistenza delle ostilità russe sta accelerando il declino della Nazione.

Dall’inizio degli anni ’90 l’Ucraina contava 52 milioni di abitanti e le condizioni politico sociali avrebbero consentito uno sviluppo economico, culturale e di rapporti internazionali. Ma l’Ucraina non è riuscita a cogliere le opportunità di crescita. Oggi il quadro demografico ucraino è allarmante. I dati mostrano come i morti e i flussi migratori siano determinanti per definire lo scenario di un ipotetico futuro del Paese. 

Dall’inizio della guerra, l’Ucraina ha introdotto la Legge Marziale con la quale ha vietato ai cittadini di sesso maschile tra i 18 e i 60 anni di lasciare il Paese per imbracciare le armi. Infatti, sui dati statistici del calo demografico ucraino gravano le donne e i bambini accolti in Europa attraverso i corridoi umanitari, i decessi registrati al fronte e i bassissimi tassi di natalità

Ucraina: il crollo demografico

Con il crollo dell’Unione Sovietica si avviò il processo d’indipendenza dei Paesi che la formavano. Gli accordi di Minsk del 1991 sancirono la fine dell’Urss e la nascita della Comunità degli Stati Indipendenti che regolava le relazioni tra le nascenti Repubbliche ex sovietiche. I confini del neo Stato ucraino comprendevano la Crimea – riconosciuta come repubblica autonoma – e l’area metropolitana di Kiev.  

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United Nation data

Secondo dati forniti alle Nazioni Unite – Dipartimento degli Affari Economici e Sociali, Divisione Popolazione – in quegli anni la popolazione ucraina ammontava a circa 52 milioni di abitanti. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Alexander Demenchuk – rettore della facoltà di Scienze Politiche di Kiev – afferma che la popolazione ucraina è scesa da 52 a 42 milioni allo scoppio della guerra, arrivando a toccare i 30 milioni registrati nel 2023. 

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Dati Nazioni Unite

Tuttavia è necessario considerare l’approssimazione dei dati disponibili. Le Nazioni Unite – che regolano le loro analisi sulla base dei dati statali – stimano numeri differenti da quelli sopra riportati. Nel 2022, infatti, registrano circa 39 milioni di abitanti, a fronte dei 30 riportati da Demenchuk. Allo stesso modo, nel 2023 – secondo le NU – i cittadini ucraini si aggiravano intorno ai 36 milioni. Sebbene i dati non coincidano, certo è che la curva demografica mostra una tendenza sempre più preoccupante. 

Ucraina: un Paese di migrazioni

La storia migratoria della popolazione ucraina ha radici antiche. La prima ondata risale alla fine dell’800 per ragioni economiche, la seconda si colloca a cavallo tra le due guerre mondiali mentre la terza si verificò dopo la fine del secondo conflitto globale per motivi prettamente politici, legati al regime sovietico.  

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I bombardamenti nella periferia di Kiev

Sin dalla sua indipendenza, l’Ucraina è stata la maggiore fornitrice di manodopera per la produttività europea, perdendo l’11% della sua popolazione solo nei primi decenni dopo il 1991. L’economia fragile e squilibrata dell’Ucraina è responsabile del forte flusso migratorio di cittadini verso l’Europa. I dati forniti dal Ministero dell’Interno confermano tale andamento: nel 2021 – prima del conflitto avviato dal Cremlino – si registrano infatti, circa 800 mila ucraini residenti nell’Unione Europea, mentre dal giorno dell’inizio delle ostilità al 9 marzo 2022 si rilevano oltre 2 milioni di profughi. I numeri parlano chiaro: il futuro dell’Ucraina è sempre più in bilico. 

Guerra in Ucraina
Migranti ucraini

Oggi il tema dell’emigrazione è rilevante dal momento che i rifugiati di guerra ucraini a livello globale – registrati secondo la raccolta UNHCR di statistiche rese disponibili dalle autorità – ammontano a 6,343,000 milioni di persone, di cui 5,939,400 solo in Europa. 

Questi dati fanno riferimento all’apertura di corridoi umanitari e programmi di protezione fortemente sostenuti dall’Ue. Da Kiev a Leopoli, da Odessa a Dnipro, le città ucraine sono state rase al suolo dalle forze armate russe negando ai residenti ucraini di vivere nel loro stesso Paese. 

Ucraina: la crisi della natalità

Un altro elemento da considerare che determina il futuro incerto dell’Ucraina è il tasso di fecondità totale (TFT). Secondo le analisi di Ella Libanova, demografa all’Accademia Nazionale delle Scienze, il TFT ucraino era già il più basso d’Europa. Nel 2021 si attestava, infatti, intorno al 1,2 per calare nel 2022 allo 0,9, toccando il suo punto più basso nel 2023 sprofondando allo 0,7. Un dato drammatico, figlio della guerra scatenata dalla Russia, che va ad aggravare una situazione già in crisi.

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Guerra in Ucraina, bambini profughi

Ad avvalorare la tesi della Libanova anche il Wall Strett Journal che precisa come nel primo semestre del 2023 si registrino il 28% di bambini in meno rispetto al 2021: 98.755 contro 139.079 nuove nascite. Si tratta del calo della natalità più evidente dall’indipendenza del Paese del 1991. 

I numeri condannano l’Ucraina alla sua fine. L’Unione Europea deve assumersi la responsabilità di procedere con la ricostruzione e la ripopolazione del Paese. Una sfida tanto imperativa quanto complessa, ma indispensabile a garantire un futuro a quella Nazione.

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