La pace tra Russia e Ucraina è veramente dietro l’angolo? Per Donald Trump la risposta sarebbe affermativa, soprattutto nell’ottica puramente imprenditoriale che spinge le sue mosse. Mosca e Kiev dovranno trovare un accordo, costi quel che costi, perché gli Usa non possono più sostenere una guerra che li interessa in maniera liminare. E l’Unione europea? Bruxelles è la grande esclusa di queste trattative, messa all’angolo dalla spregiudicatezza degli Stati Uniti, che continuano a dominare negoziati che ancora non hanno avuto inizio.
Proprio questo era il timore che animava l’Ue e Kiev quando, nei sondaggi della campagna elettorale, Donald Trump sembrava il favorito. Ora, il Tycoon sembra sempre più impegnato a spingere verso una pacificazione dei territori dell’Europa dell’Est, senza tenere in considerazione le differenze tra aggressore e aggredito e soprattutto senza ricordare le promesse fatte a Kiev.
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“Non stiamo tradendo l’Ucraina“, ha però sostenuto il miliardario, ricordando che i negoziati ancora non hanno avuto inizio e che è possibile che la Russia sia costretta a cedere qualche territorio. Parole ben diverse rispetto a quelle pronunciate ieri, quando il presidente Usa ha ipotizzato che l’Ucraina, un giorno, possa diventare effettivamente russa. La possibilità, ovviamente, non ha divertito Volodymyr Zelensky, il quale ha dichiarato che il suo Paese non è disposto ad accettare un “negoziato bilaterale“, che non comprenda anche le loro posizioni.
Il ruolo o il non ruolo dell’Ue nelle trattative
A Donald Trump non piace dividere il palcoscenico, a meno che non si tratti di una controparte come Elon Musk. Così, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco che si terrà oggi potranno trattare i negoziati solamente gli inviati di Usa, Ucraina e Russia. “Gli europei dovranno parlare con Washington per avere un posto al tavolo delle trattative“, ha tuonato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, chiudendo del tutto le porte a Bruxelles.
Anche a Washington, però, la situazione non appare particolarmente diversa. Il nodo cruciale riguarda l’impegno dei Paesi membri dell’Ue per quanto riguarda le spese militari. Quanto messo in atto dalla Nato, finora, non è abbastanza per il Tycoon. Anche nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri, Trump ha sottolineato come gli sforzi Usa per mantenere l’Ucraina nella sua battaglia siano ben maggiori rispetto a quelli europei.
Trump ha quindi trovato la leva per spingere l’Ue a innalzare la soglia del 2% del Pil da impiegare nelle spese militari, di fatto garantendosi un nuovo mercato delle armi particolarmente fruttuoso. Intanto, proprio sulla Nato, il miliardario sembra avere le idee chiare: l’Ucraina non potrà entrarvi a far parte. Un piano totalmente diverso rispetto a quello europeo, a cui si aggiunge la volontà di spingere Kiev a rinunciare ai territori che la Russia ha conquistato nel corso di questo conflitto.
L’Unione europea è quindi costretta ad assistere ad uno spettacolo macabro. Un leader Usa che, pur di portare a termine il suo piano, è pronto a sacrificare l’integrità territoriale e la sicurezza di un altro Paese sovrano, al fine di garantire rapporti ottimali con la Russia, la stessa che da ormai tre anni continua a tentare di invadere l’Ucraina. Zelensky è quindi pronto a resistere e a cercare la sponda dell’Ue, che lo sostenga nella sua battaglia per mantenere integra la sua Nazione.
“Nessun negoziato con Putin può iniziare senza una posizione unita in Ucraina“, ha sottolineato il leader di Kiev, sostenuto anche dalle successive parole di Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera Ue: “Nessun accordo alle nostre spalle funzionerà. Ogni soluzione rapida è un affare sporco“.
L’apertura di Trump a Russia e Cina
“Trump sa come si deve parlare alla Russia“, proprio queste parole, pronunciate dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, riassumono perfettamente il piano che Trump potrebbe voler mettere in atto. La riapertura dei dialoghi tra Russia e Usa potrebbe infatti giovare agli statunitensi, da sempre in competizione con uno Stato che è diametralmente il loro opposto. Così, Trump decide addirittura di proporre la possibilità che la Russia torni a far parte del G7, che tornerebbe quindi G8.
Mosca era infatti stata esclusa a seguito della conquista di alcuni territori ucraini nel 2014. “La Russia dovrebbe risedersi al tavolo“, ha infatti sostenuto il leader Usa, chiarendo poi di avere prospettive piuttosto ampie anche sul ruolo della Cina di Xi Jinping. “Parlerò con loro per ridurre le spese militari“, ha infatti sostenuto il Tycoon, aggiungendo poi: “La Cina può aiutarci, spero che possa andare d’accordo con Russia e India“.
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