Ucraina, Putin rifiuta la tregua ma apre al cessate il fuoco: “Pronto ai negoziati in Slovacchia”

"La Slovacchia ha una posizione neutrale", ha garantito Putin, rivolgendo poi uno sguardo anche agli Usa e sostenendo che la Russia è pronta anche al dialogo con Trump, sempre però senza voler cedere a negoziati che non siano fruttuosi

Redazione
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Vladimir Putin è pronto a porre fine alla guerra contro l’Ucraina, ma senza cedere a compromessi di alcun tipo. “Sarebbe come bere il miele con le vostre labbra“, ha replicato il leader russo, citando un motto della sua città, che in poche parole vuole dire all’Occidente: “Per voi sarebbe troppo bello per essere vero“. Nessuna tregua, nessun congelamento del conflitto, nessun tentativo di riportare Kiev in una posizione in qualche modo dominante. Vladimir Putin è convinto di aver già vinto la guerra e quindi vuole guidare i negoziati che porteranno poi al cessate il fuoco definitivo.

Manca meno di un mese alla salita al potere di Donald Trump negli Stati Uniti e Russia e Ucraina iniziando a prepararsi, nella consapevolezza che questa elezione potrà realmente cambiare il destino del conflitto. Il titolare del Cremlino, quindi, è corso ai ripari, nel tentativo di proseguire il conflitto finché sarà possibile. Lo dimostrano gli attacchi che non si sono fermati neanche in questi giorni di festa: la stessa mattina di Natale circa 70 missili e 100 droni hanno colpito l’Ucraina, tentando di indebolire ed abbattere diverse infrastrutture energetiche del Paese.

Robert Fico, primo ministro della Slovacchia
Robert Fico, primo ministro della Slovacchia

A far discutere di più, però, è stata la decisione del premier della Slovacchia, Robert Fico, di proporre il suo Paese come teatro dei negoziati per la chiusura della guerra. Si tratta, effettivamente, di uno dei pochi Paesi membri dell’Ue che intrattiene buoni rapporti con la Russia e di un governo che finora si è dichiarato contrario agli aiuti statali per Kiev. “La Slovacchia ha una posizione neutrale“, ha però garantito Putin, rivolgendo poi uno sguardo anche agli Usa e sostenendo che la Russia è pronta anche al dialogo con Trump, sempre però senza voler cedere a negoziati che non siano fruttuosi.

Russia, Putin: “Servono accordi legali definitivi

Mentre gli Usa si preparano al cambio di amministrazione, mentre l’Ue guarda con un certo sospetto la tragedia azera riguardante un volo di linea schiantatosi al suolo e mentre i Paesi baltici constatano un nuovo danneggiamento dei cavi sottomarini per le telecomunicazioni, Putin continua a riflettere sui possibili esiti del conflitto in corso. Consapevole della fragilità delle strutture energetiche di Kiev, ormai in ginocchio a seguito dei continui attacchi , Putin sa di essere in netto vantaggio nel conflitto. Eppure, l’economia russa inizia ad incrinarsi sotto il peso della guerra.

Il cessate il fuoco è quindi un passo utile per entrambe le Nazioni, anche se Zelensky ha già ammesso di dover cedere alcuni dei territori ormai conquistati dalla Russia. “Non abbiamo i mezzi o la forza per riconquistare il Donbass e la Crimea“, ha infatti dichiarato il leader ucraino, chiedendo a gran voce nuovi aiuti all’Ue e agli Usa. Proprio questi ultimi potrebbero essere il tassello mancante della vicenda. Trump potrebbe decidere di tagliare i fondi a Kiev, di fatto ritirando il suo supporto e lasciando l’onere di sostenere l’Ucraina alla ben più debole Europa, oppure potrebbe cercare di negoziare per far ottenere a Kiev la pace più vantaggiosa.

Il presidente ucraino Zelensky
Il presidente ucraino Zelensky

In ogni caso, la tregua non è una possibilità da prendere in considerazione, come dichiarato dal titolare del Cremlino. “Partiamo dal presupposto che risolveremo tutti i compiti dell’Operazione militare speciale e raggiungeremo il successo sulla linea del fronte“, ha infatti ribadito Putin a seguito dei colloqui della scorsa domenica con Robert Fico. Solo dopo la soddisfazione di tutti gli obiettivi posti dalla Russia, allora sarà possibile riflettere su un cessate il fuoco. “Noi ci sforziamo di porre fine al conflitto, ma abbiamo bisogno di accordi legali definitivi che stabiliscano tutte le condizioni per garantire la sicurezza della della Federazione Russa“.

Ciò che sembra quasi sicuro è che il teatro di questi negoziati sarà proprio la Slovacchia di Fico, che potrebbe beneficiare della conclusione del conflitto perché questa porterebbe con sé la riapertura dei canali per l’arrivo del gas russo nell’Ue. A Bratislava, infatti, non è piaciuta la mossa portata avanti dal leader dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che ha deciso di non permettere il passaggio nei metanodotti ucraini del gas russo diretto in Ue. L’intesa, che finora è rimasta in pedi, scadrà il prossimo 31 dicembre e secondo Putin è ormai troppo tardi per trovare un accordo che possa far ripartire l’intesa.

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