Ucraina, nessuna pace all’orizzonte: Mosca boccia il piano di Trump e apre all’uso di missili balistici

Secondo la Russia le intenzioni del tycoon sarebbero concentrate su una possibile tregua e non su una risoluzione del conflitto e tale tattica non farebbe altro che prevedere un allontanamento degli Usa dalla Nato, e quindi dal conflitto russo-ucraino, con l'obiettivo di lasciare sempre più compiti e oneri all'Ue

Redazione
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Allo scadere del 2024, la guerra tra Russia e Ucraina non sembra in alcun modo essere vicina ad una soluzione. Le ipotesi portate avanti da Kiev e da Washington su un possibile cessate il fuoco non soddisfano Mosca, che non è pronta a voler congelare il conflitto ma è intenzionata a giungere ad una conclusione dei combattimenti che sia realmente definitiva. Affinché questo accada, però, l’Ucraina deve accettare le proposte della Russia e al momento questo non rispettano in alcun modo il diritto all’integrità territoriale di Kiev.

Così, si è giunti nuovamente ad una situazione di stallo. Ieri, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha dichiarato ufficialmente di non ritenere valide le proposte finora presentata dal presidente eletto Donald Trump. Secondo la Russia, infatti, le intenzioni del tycoon sarebbero concentrate su una possibile tregua e non su una risoluzione del conflitto. Lavrov, infatti, ha anche sostenuto in una intervista all’agenzia Tass che Trump starebbe considerando di ritardare l’adesione ucraina alla Nato di 20 anni e di dispiegare un contingente di forze di pace dell’Unione europea e del Regno Unito.

Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump
Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump

Anche in questo senso, quindi, secondo Lavrov la tattica di Trump prevedrebbe un allontanamento degli Usa dalla Nato, e quindi dal conflitto russo-ucraino, con l’obiettivo di lasciare sempre più compiti e oneri all’Ue. Il ministro degli Esteri ha però voluto lasciare una sorta di apertura nei confronti degli Stati Uniti, sottolineando che per il momento al governo degli Usa è ancora presente Joe Biden, per cui le decisioni riguardanti il conflitto spettano unicamente alla sua figura.

Fino al 20 gennaio, data dell’insediamento del presidente eletto, Donald Trump avrà quindi ancora il beneficio del dubbio. Se per il momento la Russia non ha ancora ottenuto una reale proposta dagli Usa, le speranze risiedono tutte proprio nel miliardario, che potrebbe avere un’influenza cruciale sul conflitto. Le relazioni con gli Stati Uniti, però, rimangono piuttosto tese, come dimostra l’ultima provocazione portata avanti dalla Russia.

Ucraina, le riflessioni della Russia sui missili a corto e lungo raggio

La Russia, infatti, starebbe valutando la possibilità di sollevare la moratoria riguardante lo spiegamento di missili a corto e medio raggio, in risposta al comportamento secondo loro “scorretto” degli statunitensi. “Gli Usa hanno spiegato tali missili in varie parti del mondo, ignorando con arroganza gli avvertimenti di Russia e Cina“, ha infatti attaccato Lavrov, sottolineando che Mosca starebbe quindi valutando la situazione.

Il presidente russo Vladimir Putin
Il presidente russo Vladimir Putin

Lavrov ha quindi spiegato che Mosca ha dimostrato la sua “determinazione nell’attuazione delle misure compensative“, portando avanti un “test di combattimento” del missile balistico a medio raggio Oreshnik, che ha lanciato alla fine di novembre contro la città di Dnipro in risposta ai raid condotti dall’Ucraina con missili a lungo raggio occidentali. Tra i sostenitori della politica russa contro i missili balistici, poi, c’è proprio il presidente eletto Donald Trump, il quale aveva esortato Putin ad avere un colloquio proprio sull’argomento.

Il Cremlino, però, sembrerebbe aver chiuso ogni speranza dell’americano, sostenendo che il presidente russo non ha per il momento intenzione di incontrare alcun leader straniero e che per ora “nessuna traiettoria per un processo di pace è in vista a causa della posizione del regime di Kiev“. Putin ha più volte sottolineato che la Russia è pronta ai negoziati ma non a rinunciare alle sue posizioni e allo stesso modo Kiev non è pronta a cedere più di quanto per il momento ha perso, nella speranza di mantenere gran parte del territorio al di fuori dell’influenza russa.

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