Il Cremlino ha reso nota la sua posizione sulla proposta dei trenta giorni di tregua: apertura alla fine delle ostilità, ma alle sue condizioni e senza tralasciare dettagli. Intanto Trump replica ribadendo alcuni punti fermi

Ucraina, lo scetticismo di Mosca sulla tregua. Trump: “Kiev nella Nato? Conoscono la risposta”

Il Cremlino ha reso nota la sua posizione sulla proposta dei trenta giorni di tregua: apertura alla fine delle ostilità, ma alle sue condizioni e senza tralasciare dettagli. Intanto Trump replica ribadendo alcuni punti fermi

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Dopo un’attesa piena di tensione le parole del presidente russo arrivano a chiarire la posizione del Cremlino sulla proposta di tregua di 30 giorni con l’Ucraina, scaturita dai colloqui in Arabia Saudita. Mosca è scettica sul fatto che una momentanea cessazione delle ostilità possa essere risolutiva; soprattutto perché non sarebbe in grado di eliminare “le cause prime di questa crisi“.

A Gedda, continua Putin, sembra che non sia stata presa in considerazione la situazione effettiva del fronte di guerra: le truppe russe avanzano di giorno in giorno, e la regione del Kursk è ormai quasi totalmente presa. In questa situazione secondo il capo del Cremlino l’Ucraina non ha scelta: “Morire o arrendersi“. Ma che accadrebbe se venisse accordata da Mosca una tregua momentanea? Che ne sarebbe della situazione lungo i 2000 km della linea di contatto? Kiev lascerebbe il fronte senza combattere o piuttosto guadagnerebbe tempo per rafforzare i suoi arsenali?

La Russia apre così ad un accordo con Kiev, ma sottolinea che “c’è ancora molto da discutere“, dettagli importanti che richiedono “uno studio minuzioso da entrambe le parti” . Intanto non si è fatta attendere la replica di Trump, che rinnovando la sua disponibilità a un colloquio con Mosca, ha ribadito che con gli ucraini sono attualmente in discussione alcuni punti importanti, come la spartizione relativa anche a zone sensibili come la centrale di Zaporizhzhya, attualmente sotto il controllo russo. Non ultimo, il Tycoon ha voluto sottolineare che rispetto alla richiesta di ingresso nella Nato da parte di Kiev, gli ucraini “conoscono la risposta, la conoscono da 40 anni“, e non ci saranno cambiamenti.

Per Mosca l’obiettivo finale sarebbe quello di ottenere una pace definitiva, basata ovviamente sulle sue richieste. Proprio in quest’ottica, il Cremlino ha presentato alla Casa Bianca un elenco di richieste per raggiungere un accordo che ponga fine alla guerra e ripristini le relazioni con Washington, come riporta Reuters. Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe che le richieste siano allineate con quanto preteso finora dall’amministrazione russa: la mancata adesione di Kiev alla Nato, un accordo di non dispiegamento di truppe straniere in Ucraina e il riconoscimento della Crimea e di 4 regioni ucraine come russe.

Arriva così la risposta dal Presidente dell’Ucraina, Volomydyr Zelensky che avverte sulle prossime possibili mosse russe. “Da Putin parole prevedibili manipolazioni su proposta di cessate il fuoco“, così il leader ucraino condanna le dichiarazioni ambivalenti che Putin ha rilasciato in una conferenza stampa a Mosca. 

La portavoce del ministro degli Esteri, Maria Zakharova, è poi tornata ad esprimersi sul presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiarendo che le sue affermazioni secondo cui la Russia minaccerebbe l’Europa con armi nucleari “sono menzogne e flasità“. Alcune settimane fa, la stessa portavoce aveva già accusato Mattarella di aver assunto posizioni ostili al Cremlino a causa di alcune sue dichiarazioni a Marsiglia riguardanti la somiglianza delle azioni russe nei confronti dell’Ucraina con quelle della Germania del Terzo Reich.

Ucraina, confermati i colloqui con gli inviati russi

Ulteriore chiarezza sulla tregua potrebbe derivare dagli incontri che dovrebbero tenersi oggi tra delegazioni russe e Usa, come confermato dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Effettivamente, i negoziatori sono in volo e sono previsti colloqui. Non saremo troppo precipitosi, vi daremo informazioni  più tardi“, ha infatti dichiarato, per poi aprire alla possibilità che nel corso della giornata possa svolgersi anche una telefonata internazionale da parte dello stesso Putin.

Il portavoce russo Dimitri Peskov sulla guerra in Ucraina
Il portavoce russo Dimitri Peskov

Per ora non è stato chiarito chi sia l’altro interlocutore, ma sembra possa trattarsi del presidente Usa, Donald Trump, che sta aspettando notizie dal suo omologo dallo scorso martedì. Una parte delle discussioni potrebbe concentrarsi anche sulla delicata questione delle sanzioni, sia quelle in atto sia quelle minacciate dagli Usa nel caso in cui la Russia non accettasse la tregua. Mosca chiede che “tutti i provvedimenti nei suoi confronti vengano revocati, in quanto illegali“. I dettagli della questione, secondo quanto dichiarato da Dmitri Peskov sarebbero in negoziazione.

Inoltre, sarà necessario trattare anche dei territori che la Russia è riuscita a conquistare in questi tre anni di guerra. Secondo il Cremlino, la Crimea e le regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk sonoregioni della Federazione Russa“, come è scritto nella Costituzione russa, e “questo è un dato di fatto“. La portavoce del ministro degli Esteri, Maria Zakharova, ha poi ribadito che l’invio di truppe europee di peacekeeping è intollerabile per la Russia.

Tutto ciò comporterebbe il coinvolgimento di questi Paesi in un conflitto diretto e violento con il nostro Paese, al quale risponderemo con tutti i mezzi disponibili“, ha spiegato la portavoce, parlando di un passo che sarebbe considerato come “altamente provocatorio“. In questo senso, Zakharova ha elogiato la volontà Usa di allontanarsi dai piani di Francia e Regno Unito, sottolineando che gli statunitensi sanno le conseguenze a livello militare che comporterebbe una situazione simile.

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