Ucraina, lunedì un nuovo colloquio tra Russia e Usa a Riad: Mosca irritata dai piani di difesa dell’Ue

"I più accaniti di Berlino e di altre capitali europee devono sapere che risponderemo con rapidità e fermezza a qualsiasi aspirazione militaristica, per prevenire qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza", ha sottolineato la portavoce russa Maria Zakharova avvertendo l'Ue

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Nel primo giorno del Consiglio europeo a Bruxelles, i cui temi centrali sono il sostegno all’Ucraina e il possibile piano di riarmo dei Paesi membri, dagli Stati Uniti è giunta la conferma che il prossimo lunedì 24 marzo potrebbe essere un giorno cruciale per il destino di Kiev. La delegazione statunitense incontrerà sia gli inviati russi che quelli ucraini, in due colloqui separati, così da avere un quadro completo della situazione.

Si tratterà, quindi, del secondo round di colloqui che potrebbe permettere di avvicinare ulteriormente i processi di pace. Al momento, comunque, restano lontane le speranze di poter organizzare un incontro diretto tra la delegazione russa e quella ucraina, tanto che Mosca ha sfruttato l’occasione per ribadire che per ora l’unico interlocutore affidabile sulla pace restano gli Stati Uniti.

Fuori dai giochi anche l’Unione europea, colpevole di essere impegnata in un piano che appare alquanto dissonante con i progetti di pace portati avanti da Ucraina, Russia e Usa. Gli europei si starebbero riarmando contro la Russia, facendo prevalere “il partito della guerra“, almeno secondo il racconto del Cremlino, piuttosto irritato dalla proposta della presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, di un riarmo dei Paesi membri del Unione.

I nuovi colloqui per la pace in Ucraina

Secondo quanto finora dichiarato, sembrerebbe che il prossimo 24 marzo a Riad non arriveranno i funzionari di alto livello di Russia e Ucraina, ma delegazioni tecniche“. Mosca ha infatti annunciato che il suo Paese sarà rappresentato da Grigory Karasin, presidente della commissione per gli affari internazionali del Senato, e da Sergei Beseda, consigliere del capo dei servizi dell’Fsb.

Russia e Ucraina si confronteranno a distanza, tramite la mediazione Usa, su due dossier paralleli ma collegati. Innanzitutto si dovrà discutere dell’effettivo via libera al cessate il fuoco di 30 giorni limitato alle infrastrutture, come concordato da Donald Trump nelle ultime telefonate con i presidenti Putin e Zelensky, poi si cercherà di far partire una trattativa per una tregua che sia estesa anche al mare.

Questa volta, comunque, l’arduo compito degli Usa sarà quello di giungere ad accordi che non siano solamente verbali, ma che possano avere finalmente un riscontro concreto. Per ora, infatti, i due Paesi non hanno potuto godere dei risultati di quanto finora è stato compiuto, visto come il conflitto continui senza tregua con raid e offensive letali.

L’irritazione della Russia per il piano di riarmo dell’Ue

Nell’attesa del prossimo 24 marzo, gli occhi della Russia rimangono puntati su Bruxelles. La proposta di Ursula Von der Leyen sulla possibilità di migliorare gli arsenali a difesa dell’Unione europea preoccupa enormemente il Cremlino. “Ogni giorno sentiamo molti segnali da Bruxelles e dalle capitali, quelli principali riguardano ora i piani per militarizzare l’Europa“, ha sostenuto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, sottolineando come queste decisioni siano contrastanti con le richieste costanti di pace da parte dell’Ue.

Il portavoce russo Dimitri Peskov sulla guerra in Ucraina
Il portavoce russo Dimitri Peskov

A fronte di questo possibile rafforzamento, Mosca non ha intenzione di lasciarsi cogliere impreparata. “I più accaniti di Berlino e di altre capitali europee devono sapere che risponderemo con rapidità e fermezza a qualsiasi aspirazione militaristica, per prevenire qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza“, ha sottolineato Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Un messaggio chiaro e non fraintendibile, diretto a tutti quei Paesi che sembrerebbero favorevoli alla possibilità di un riarmo, finalizzato proprio a porre l’Ue al fianco della Russia, almeno per quanto riguarda le forze militari. Un obiettivo che, comunque, lascia scettico anche qualche Paese europeo, preoccupato dal nuovo debito e dalle conseguenze a livello geopolitico che l’iniziativa potrebbe causare.

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