Ucraina, i punti del piano per la pace di Zelensky: dalle garanzie Usa alla resistenza per i territori

Intanto si discute anche del no dell'Italia all'utilizzo da parte dell'Ucraina di armi italiane per colpire le basi russe in territorio russo

Redazione
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato al Forum di Cernobbio di avere in mente un piano per raggiungere la pace nella guerra tra Ucraina e Russia in corso. Non ha ancora specificato i dettagli, ma ha fatto trasparire alcuni punti cruciali. Il piano dovrà essere discusso con il presidente statunitense Joe Biden e i candidati alla presidenza Kamala Harris e Donald Trump. Questa necessità di consultare Washington deriva dal fatto che “ci sono alcuni punti che dipendono dall’America”, ha dichiarato Zelensky.

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky

Ucraina, i punti del piano che conosciamo

Il presidente ucraino non è la prima volta che parla di questo piano per la pace, poiché lo aveva accennato anche lo scorso 27 agosto, durante il giorno dell’anniversario dell’Indipendenza dell’Ucraina. Ma al Forum di Cernobbio ha fatto trasparire alcuni punti cruciali.

Uno di questi consiste sicuramente nelle garanzie fornite dagli Stati Uniti. Con questo Zelensky si riferisce alle garanzie americane di difesa da possibili nuovi attacchi russi anche dopo la fine del conflitto. Inoltre intende la garanzia che gli Usa non passino sopra alla testa del governo ucraino, quindi gli Stati Uniti non devono cercare un accordo al ribasso con la Russia per far finire la guerra il prima possibile.

Un altro punto riguarda le spartizioni dei territori tra Kiev e Mosca, che Zelensky non ha però chiarito. Infatti l’unica cosa che si sa è che il presidente ucraino non vuole arrivare all’accordo in posizione di debolezza. Questo significa che l’esercito ucraino dovrà lottare fino all’ultimo dato che Mosca non ha intenzione di cedere i territori occupati. E nemmeno l’Ucraina vuole mollare: più volte è stato detto che se la Russia non lascia il Donbass, l’Ucraina si terrà il Kursk.

Strategia precedente l’incontro con Usa

Prima di presentare il piano agli Usa, Zelensky ha esplicitato una strategia ben precisa, che parte prima di tutto dall’offensiva nel Kursk. Questa incursione ucraina nel territorio russo è stata per alcuni un’azione suicida, perché trasferire parte delle truppe ucraine nel Kursk ha lasciato scoperte alcune zone in cui si è combattuto finora; per altri invece è un’azione vincente, sia per il colpo basso contro Mosca, sia perché i russi sono stati costretti a mettere in pausa l’avanzata a sud-est.

L’altro punto della strategia è l’utilizzo di missili forniti dai paesi Nato per colpire gli aeroporti russi, a non più di 300 km dal confine, da dove partono i bombardieri russi per attaccare l’Ucraina. Punto su cui gli Usa non sono totalmente d’accordo.

Il no dell’Italia all’uso delle armi

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani in un’intervista a Il Tempo, a proposito della guerra tra Russia e Ucraina, ha dichiarato che si sta lavorando per una seconda conferenza di pace come quella che si è tenuta in Svizzera due mesi e mezzo fa, “ne ho parlato con il ministro degli esteri svizzero nella mia visita alla confederazione elvetica poco prima di Ferragosto”. La condizione necessaria, però, è che questa volta siano presenti anche Cina e Russia. Ha risposto inoltre alla domanda riguardo il no dell’Italia all’utilizzo delle armi italiane da parte di Kiev per colpire la Russia dicendo che, come detto da Zelensky, l’Ucraina è soddisfatta di quanto sta facendo l’Italia.

Sempre riguardo questo argomento, Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, intervenuto al forum di Cernobbio, ha dichiarato che quelle che Meloni ha pronunciato in sostegno all’Ucraina sono ”belle parole, ma sarebbe molto meglio se permettessimo all’Ucraina difendere se stessa in modo efficiente, altrimenti la Russia la distruggerà impunemente”.

In un’altra intervista a La Stampa Borrell ha dichiarato che percepisce tante divisioni anche a sinistra, riguardo questa tematica. C’è chi vuole fornire le armi e chi invece no. “Tutti parlano di una soluzione diplomatica e il mio ruolo non è quello di entrare negli affari interni e di dire chi ha ragione e chi ha torto. Però percepisco differenze importanti”. Borrell ha aggiunto che non c’è nessuno che desidera la pace più di Zelensky, ma “gli ucraini vogliono anche preservare l’integrità del loro territorio e la loro sovranità. Non bisogna dimenticarsi che sono stati vittima di una aggressione da parte di uno Stato molto potente che pensava di poter vincere in due settimane. Dopo l’inizio della guerra, la prima volta che Zelensky venne al consiglio europeo, disse: ‘Questa forse è l’ultima volta in cui mi vedrete vivo, perché qualunque cosa succeda io starò a Kiev'”.

L’incontro tra Zelensky e Meloni

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto sabato un incontro bilaterale con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a margine del Forum di Cernobbio. I temi discussi sono stati gli ultimi sviluppi della situazione nel campo di guerra e le necessità più immediate dell’Ucraina in vista dell’inverno e per i continui attacchi russi contro i civili e le infrastrutture critiche. Meloni ha ribadito la centralità del sostegno all’Ucraina nell’agenda della Presidenza italiana del G7. Infine si è parlato di ricostruzione, anche in vista dello svolgimento nel 2025 in Italia della prossima Ukraine Recovery Conference.

Meloni e Zelenksy
Meloni e Zelenksy

Meloni ha dichiarato dopo il colloquio: “Sostenere l’Ucraina è stata una scelta di giustizia e di difesa dell’interesse nazionale. A noi conviene vivere in un mondo dove le regole vengono rispettate, in cui i nostri prodotti di eccellenza possano essere esportati sui grandi mercati internazionali. Non conviene a nessuno vivere in un mondo in cui nessuno rispetta la legalità internazionale e lo Stato più forte può invadere il vicino più debole”.

Zelenksy ha commentato l’incontro su X: “Uno degli argomenti chiave di cui abbiamo discusso è stata la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina, concentrandoci in particolare sul ripristino del nostro sistema energetico. Apprezziamo profondamente la decisione dell’Italia di ospitare la prossima Ukraine Recovery Conference nel 2025. Ringrazio Giorgia e il popolo italiano per il loro sostegno e gli sforzi nel ripristinare una pace giusta”, con cui “abbiamo parlato dell’attuazione della Formula di pace, con l’Italia che gioca un ruolo attivo su tutti i suoi punti”.

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